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In questo periodo i media lanciano una moltitudine di prospettive su criptovalute e blockchain. Tutta questa accelerazione è normale, in quanto sia blockchain sia le criptovalute sono nuovi paradigmi di tecnologie trasformative.

Per trasformare la promozione in concretezza occorre tanto lavoro per sperimentare in due direzioni, tra loro complementari: gli standard che devono emergere per interconnettere reti di business che al momento sono isolate; le applicazioni reali per un’utilità immediatamente apprezzabile, senza dover ricorrere a “incomprensibili” spiegazioni, magari da parte di un super tecnico informatico.

Ma al momento non ci sono veri esperti; del resto, come potrebbero esserlo con tante discipline (tecniche, economiche, politiche) che cambiano tanto velocemente e che solo da pochi anni interagiscono? I sostenitori sono abbagliati da tanto marketing e da tante speranze ed entusiasmo. I detrattori non riescono ad andare oltre i vecchi modelli tecnici ed economici, e non riescono a immaginare che l’evoluzione tecnica porterà nuovi casi d’uso.

Più che esperti, detrattori e sostenitori, sono pionieri: rischiano, sbagliano e accumulano esperienze a beneficio di tutti. Abbiamo già visto un percorso simile quando è nato Internet. Alcuni dicevano che andava bene solo per le email. Era nato per questo, non per altro. Ma ebbero ragione solo nei primi giorni. Oggi telefoniamo e scambiando video in mobilità proprio grazie a Internet; impensabile progresso allora, ma la tecnologia migliora continuamente.

Oggi il fatto straordinario è che nel mondo dello scambio dei valori online abbiamo due rivoluzioni che agiscono contemporaneamente: la scrittura condivisa del registro e la stampa, ossia la replicazione immediata di detto registro. Per sintetizzare, c’è chi vede questa rivoluzione della blockchain come una nuova rete di collegamento infrastrutturale tra le persone e gli oggetti.

Oppure chi la vede come una piattaforma, quindi per definizione qualcosa sulla quale si può costruire, come se fosse un sistema operativo. Tutto dipenderà se riusciremo a mantenere una governance decentralizzata; dalla periferia arriveranno innovazioni che faranno adottare – utilmente – la blockchain a tutti. Impiegheremo la blockchain, che ancora non sappiamo come evolverà, in usi che ancora oggi non riusciamo a prevedere.

Una cosa però è auspicabile: può aggiungere fiducia in ogni settore, tra produttori e consumatori, tra Pubbliche amministrazioni e cittadini. Il Made in Italy, ad esempio, potrebbe trarre enormi vantaggi rafforzando la percezione della sua qualità nei mercati globali.

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