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Potenziamento dei canali digitali e dei servizi di mobile banking, adeguamento delle infrastrutture, iniziative di data governance e gestione e mitigazione del rischio cyber. Sono queste alcune delle priorità nei programmi d’investimento in tecnologia delle banche italiane, secondo la 14esima edizione del rapporto sulle tendenze del mercato Ict per il settore bancario realizzato da Abi Lab, il centro di ricerca e innovazione promosso da Palazzo Altieri.

INVESTIMENTI IN AUMENTO

La necessità di spingere sull’innovazione, evidenzia lo studio – condotto su un campione che rappresenta circa il 75% del settore bancario in termini di dipendenti e presentato al Forum Abi Lab 2019 – “trova conferma anche nelle previsioni di spesa formulate dagli istituti di credito. Per l’88,5% delle realtà analizzate il budget Ict per il 2019 risulta essere in aumento o stabile rispetto a quello del 2018”.

LE PRIORITÀ

Ai primi posti delle priorità d’investimento Ict ci sono, “sulla scia della direttiva europea Psd2 (Payment services directive 2, ndr), le iniziative che riguardano l’Open Banking”. Seguono il potenziamento dei canali digitali, “con attenzione ai servizi di mobile banking e all’identificazione da remoto del cliente, e il rafforzamento delle componenti di sicurezza. Restano alti, secondo il documento, sia “l’impegno nei percorsi di modernizzazione dei servizi di core banking e di adeguamento delle infrastrutture” sia la “attenzione alla data governance e alla data quality”. Anche sul versante della ricerca e dello sviluppo, “i progetti considerati prioritari dalle banche riguardano, soprattutto, il potenziamento dell’intelligenza artificiale e l’abilitazione di nuove forme di assistenza e interazione con il cliente. Tra le applicazioni si spazia dalle chatbot (software capaci di conversare con gli utenti) ai robo-advisory (programmi automatizzati per supportare l’allocazione e la gestione degli investimenti), fino all’assistenza virtuale e ai sistemi evoluti per la personalizzazione delle offerte”. Seguono i nuovi modelli di governance dei sistemi informativi e di gestione dei processi It, le iniziative su big data e open data e la gestione e mitigazione del rischio cyber.

IL RISCHIO CYBER

Il tema degli attacchi informatici, in particolare, vede impegnati in modo sempre maggiore gli istituti bancari (con Abi che dedica a questo argomento un evento specifico, Banche e Sicurezza, che quest’anno si terrà nuovamente a Milano il 21 e 22 maggio). E non solo.
La minaccia cyber, ha scritto il Centro Studi di Confindustria diretto da Andrea Montanino nel rapporto ‘Dove va l’economia italiana e gli scenari geoeconomici’ a livello globale è destinata a crescere, di pari passo con la progressiva digitalizzazione della società e l’evoluzione degli strumenti di attacco. I costi degli attacchi cibernetici che ricadono su cittadini, imprese e amministrazioni pubbliche, rileva lo studio, mettono a rischio i benefici economici della digitalizzazione. Nel 2030 potrebbero arrivare a pesare per l’1,2% del Pil mondiale. La società italiana, aggiunge il documento, è al 25esimo posto su 28 in Europa per livello di competenze digitali e ciò la rende particolarmente vulnerabile agli attacchi. Inoltre, nel corso del 2018, rimarca il report del centro studi di Viale dell’Astronomia, gli attacchi cibernetici si sono quintuplicati, colpendo a largo spettri diversi settori economici, con in testa quello dell’energia (11% del totale), seguito dai trasporti e da telecomunicazioni e finanza. E se si guarda alle offensive condotte contro le banche, riporta l’ultimo studio realizzato dal Clusit, nell’anno appena trascorso si è assistito al 33% di attacchi in più rispetto ai dodici mesi precedenti.

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