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Una settimana complicata a Tripoli per Fayez al Serraj. La crisi che sta scuotendo l’establishment interna del governo di accordo nazionale ha suscitato reazioni scomposte in seno allo stesso presidente libico, che però pare nelle ultime ore si sia deciso a compiere un deciso passo indietro riguardo le sue recenti scelte. Accusato apertamente dai suoi vice di gestire il potere in modo “personalistico”, Serraj, infatti per tutta risposta aveva deciso ieri di rimuovere proprio uno di questi, Ahmed Maetig, dalla guida dell’Assemblea della società Tlc e delle poste.

Una situazione di crescente tensione, dunque, che è coincisa anche con la prima riunione del Consiglio di presidenza dopo la lettera di sfiducia della scorsa settimana. L’occasione è stata propizia e, oltre a discutere di temi legati alla situazione della sicurezza della capitale e dell’economia, sul tavolo sono stati messi anche gli attriti degli ultimi giorni. I toni di Serraj si sarebbero abbassati, invitando ad una maggiore collaborazione i membri del Consiglio. Tutto questo restituendo grande importanza alla figura di Ahmed Maetig, con il quale proprio ieri pareva che i rapporti fossero giunti ad un livello di altissima tensione.

Serraj proprio ieri, prima di sedersi al tavolo del Consiglio, sarebbe volato a Tunisi per incontrare l’ambasciatore americano che lo avrebbe invitato al rispetto degli accordi di Shkriat. Secondo questo, infatti, il presidente libico e i vice hanno potere di veto l’uno con l’altro e, proprio in virtù di ciò, se non c’è unanimità, le decisioni non possono essere prese.

Dall’altra parte però, Aguila Saleh, capo della Camera dei Rappresentanti libica, ha dichiarato in un’intervista al giornale emiratino Al-Ain come sarebbe “inaccettabile” che la Conferenza nazionale libica, promossa dalle Nazioni Unite, sostituisca nelle due competenze lo stesso Parlamento di Tobruk, definendo la situazione come un “colpo di stato contro la legittimità”. Saleh dunque, pur avendo già bollato la Conferenza del prossimo febbraio come un “fallimento” annunciato, ha poi aggiunto che deciderà se parteciparvi solo dopo aver letto il programma.

La dura critica di Saleh è arrivata anche nei riguardi dell’inviato Onu Ghassan Salamè e della sua road map per la stabilizzazione della Libia. Il capo del Parlamento di Tobruk ha accusato il diplomatico libanese di essere “parziale” a causa del suo appoggio al presidente Serraj. “L’inviato Onu dovrebbe sostenere la Libia, non comandarla”, aggiungendo come la Camera abbia intenzione di riorganizzare il Consiglio presidenziale, nonostante l’opposizione dell’Alto Consiglio di Stato.

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