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Continua la guerra commerciale tra Cina e Stati Uniti. Il confronto tra le due potenze ora è passato al settore petrolifero. Pechino ha deciso di bloccare l’acquisto di greggio americano. Nonostante il petrolio non fa parte della lista di prodotti sanzionati da Washington, l’impresa China Merchants Energy Shipping ha annunciato che le operazioni di importazione sono state fermate totalmente.

A settembre del 2018, gli acquisti sono stati di circa 0,6 milioni di barili, mentre il mese precedente di circa 9,7 milioni di barili e a maggio 13,9 milioni. Le vendite di greggio americano in Cina rappresentavano il 20% delle esportazioni totali degli Usa. In un report pubblicato dal sito russo Sputnik si legge che prima il rapporto commerciale tra i due era in crescita: nel 2017 gli acquisti erano aumentati del 923,4%. La Cina era il secondo cliente petrolifero degli Stati Uniti dopo il Canada, mentre per la Cina le importazioni americane coprivano soltanto il 3% del totale. Il quotidiano russo Vedomosti ricorda che nel frattempo, Pechino ha battuto il record di acquisti di petrolio iraniano con circa 806 milioni di barili.

A gioire non solo è Teheran. La Russia sta già facendo i calcoli e stima che nel 2019, grazie alla perdita del cliente cinese negli Usa, potrà aumentare la produzione di circa 300mila barili al giorno. Sul sito Sputnik si legge che “la produzione di petrolio russo aumentò il mese scorso, arrivando al massimo dell’era post-sovietica. È stato sfruttata l’eliminazione dei tagli accordati con l’Opec”. “Siamo davanti ad una decisione (da parte della Cina) che danneggerà direttamente la capacità di esportazioni degli Usa nel campo petrolifero – ha dichiarato il presidente della società di consulenza Ekai Center al sito russo Sputnik -. Non resta che collocarla nel contesto di una guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina”.

A confermalo c’è anche il vicedirettore del Centro di ricerca di Russia e Asia centrale dell’Università Cina del Petrolio, Liu Qian, che crede che la Cina può sostituire il petrolio americano con l’aumento di acquisto dalla Russia, l’Iran e altri Paesi alleati.

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