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Sarà il comportamento destabilizzante della Russia il fulcro della due giorni di ministeriale Esteri della Nato. A dirlo è stato proprio il segretario generale, Jens Stoltenberg a margine dell’inizio dei lavori a Bruxelles. “Affronteremo il comportamento destabilizzante della Russia, abbiamo visto di recente come questa ha usato la forza militare contro le navi ucraine e ha arrestato le navi e i marinai e chiediamo alla Russia di rilasciarli immediatamente”, ha spiegato Stoltenberg. E mentre i ministri degli Esteri europei confluiscono verso il quartier generale Nato, dal segretario di Stato Mike Pompeo, appena atterrato nella capitale europea, arriva l’assist definitivo che rafforza i principi cardine dell’intesa atlantica: “La Nato è un’istituzione indispensabile, mai un’alleanza è stata così potente e così pacifica e i legami storici devono continuare. Tutti gli alleati Nato dovrebbero lavorare per rafforzare quella che è la più grande alleanza militare della storia”, ha commentato Pompeo appena atterrato a Bruxelles.

La leadership americana è la “più importante per assicurare la prosperità e la pace nel mondo”, ha poi continuato Pompeo. Anche il segretario Usa ha poi puntato il dito contro “Russia, Cina e Iran” per aver “violato numerosi trattati e accordi multi-stato”. Senza dimenticare di sottolineare l’importanza del rispetto dei trattati internazionali, specificando come “una volta che vengono violati i responsabili devono confrontarsi” con le loro azioni.

Proprio a questo proposito, il segretario generale della Nato aveva espresso le proprie perplessità: “Siamo preoccupati per il nuovo sistema missilistico russo che mette a repentaglio il Trattato Inf (Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty ndr): è urgente che la Russia garantisca la piena conformità in modo trasparente e verificabile perché il Trattato Inf è così importante per la nostra sicurezza”, ha asserito Stoltenberg, toccando un tasto dolente per l’amministrazione di Donald Trump.

D’altra parte poi, sempre Stoltenberg ha sottolineato come al centro del dibattito ministeriale ci sono anche le sfide provenienti da sud, “dalle nostre partnership, del nostro lavoro con diversi Paesi in Nord Africa e Medio Oriente e anche della missione di addestramento”, avviata in Iraq. Senza contare i progressi compiuti da Skopje nel percorso di adesione all’Alleanza Atlantica.

E proprio su quest’ultimo punto si è espresso anche lo stesso presidente sloveno, Borut Pahor, in un’intervista al quotidiano ateniese Kathimerini: “L’accordo di Prespa sulla risoluzione del nome della Fyrom è un risultato significativo e un passo importante nella giusta direzione, e spero che sarà realizzato. Inoltre, è importante per l’insieme dei Balcani occidentali, poiché apre la strada del paese, il cui nuovo nome sarà Macedonia del Nord, all’adesione all’Ue e alla Nato”. Un accordo, che sempre secondo Pahor pone le basi per “una nuova dinamica nel processo di allargamento nell’Ue in quest’area dei Balcani occidentali e apre le porte a questo Paese, che sono sicuro è in grado di soddisfare tutti i requisiti di adesione”.

Intanto, se sul fronte ucraino Stoltenberg, ha esortato la Russia a rilasciare i marinai e le navi sequestrate e a porre fine al riconoscimento della Abkhazia e della Ossezia del Sud, proprio Mosca, quasi contemporaneamente, ha iniziato a sbloccare, seppur in parte i porti del mar d’Azov interessati dall’escalation di tensione. Secondo il ministro ucraino Volodymyr Omelyan, infatti, le navi mercantili hanno iniziato a dirigersi nuovamente attraverso lo stretto di Kerch verso Mariupol e Berdyansk. “Quattro anni fa, la Russia ha annesso illegalmente la Crimea e ora la Russia sta tentando di usare la Crimea per espandere la sua influenza e controllare il mar d’Azov”, ha ricordato Stoltenberg. “Solo pochi giorni fa, abbiamo visto la Russia usare la forza militare contro le navi e il personale navale ucraini. Chiediamo alla Russia di rilasciare immediatamente i marinai ucraini e le navi sequestrate. La Russia deve consentire la libertà di navigazione e consentire un accesso senza ostacoli ai porti ucraini. La mancanza di rispetto da parte della Russia per i confini dei suoi vicini include la presenza militare in Abkhazia e nell’Ossezia meridionale”, ha continuato il segretario generale. Un monito forte, quello di Stoltenberg, che fa eco al “forte messaggio” di sostegno e solidarietà degli alleati all’Ucraina.

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