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Il Mediterraneo è diventato da anni il centro del mondo: negli Stati del versante sud sono in corso guerre, crisi economiche e migrazioni che stanno caricando di responsabilità gli Stati del versante nord, cioè quelli dell’Unione europea. Se a questo si aggiungono gli interessi contrapposti degli Stati Uniti e della Russia verso determinati equilibri mediorientali e quelli della Cina, che sta “comprando” l’Africa a colpi di decine di miliardi di dollari sotto forma di aiuti, appare definitivamente chiaro che buona parte del futuro del mondo si gioca intorno a casa nostra.

L’edizione 2018 dell’Atlante geopolitico del Mediterraneo (Edizioni Bordeaux), curato dall’Istituto di studi politici “S. Pio V” e dal Cesi, Centro studi internazionali, è focalizzato sul fenomeno delle migrazioni le cui ricadute umanitarie e politiche continuano a trovare un’Europa divisa e incapace di capire che è obbligatoria una risposta comune, pur con gli inevitabili interessi nazionali.

Le 400 pagine dell’Atlante sono ricche di analisi, schede e approfondimenti che spiegano come, a sette anni dalle Primavere arabe, la fragilità sembra l’elemento comune a un’area immensa e che esploderà demograficamente nei prossimi decenni. Economia e sicurezza, investimenti che favoriscano lo sviluppo e guerra al terrorismo internazionale dovrebbero essere obiettivi comuni dell’Occidente transatlantico, impegnato anche nel raggiungere difficili equilibri diplomatici.

Le undici schede fotografano con grande accuratezza Marocco, Algeria, Tunisia, Libia, Egitto, Israele, Autorità nazionale palestinese, Libano, Siria, Giordania e Turchia. Il vicedirettore dell’Ansa Stefano Polli nella postfazione scrive: “È il momento di scendere in campo senza riserve e retropensieri, con la forza dell’economia e della politica della vecchia Europa. Ma anche con orgoglio, visione e coraggio. E con programmi concreti e condivisi. E con la forza dei valori e dei principi europei che rimangono unici nel mondo e faro di riferimento nelle buie navigazioni notturne nel Mediterraneo”. È un Atlante che andrebbe letto con attenzione nelle ambasciate.

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