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Silvio Berlusconi l’altro ieri sera è stato intervistato da due bravi giornalisti, durante la trasmissione di una televisione molto nota. Ad un certo punto è stato proiettato un filmato che dava conto dell’attivismo di tanti cattolici in diverse città italiane, che aspirano a ritornare protagonisti nel panorama politico italiano. Berlusconi venne interpellato sulla probabile nascita del nuovo partito di cattolici. Come era ovvio che fosse, replicò che non c’era bisogno, perché lui si richiama a Sturzo e a De Gasperi ed è pronto a rappresentare il mondo cattolico.

Il già Cav. dimentica che anche in passato promise a parole che Forza Italia sarebbe stato il partito erede della Dc, ma nei fatti non fu così, perché agevolò una deriva laicista, qualunquista, opportunista. Non è un caso vedere oggi tanti vecchi berlusconiani che hanno cambiato casacca, per sposare le tesi di Salvini. No, non è proprio pensabile che ci possa essere la possibilità che il mondo cattolico deleghi Berlusconi a rappresentarlo, ma non per le ambiguità politiche e culturali che hanno caratterizzato Forza Italia in passato, semplicemente perché il cattolicesimo politico ha una storia tutta sua, peculiare, fatta di rispetto della dignità della persona umana, di libertà, di partecipazione, di democrazia, che nei decenni si è sviluppata attraverso la difesa della famiglia, il sistema proporzionale con preferenze, il decentramento amministrativo, le autonomie locali, il sistema fiscale, una educazione libera svincolata da monopoli pubblici e privati. Non tralasciando il sistema di economia sociale di mercato ovvero economia mista: privato – pubblico, molto importante dopo la fine del secondo conflitto mondiale e ben declinata nel “codice di Camaldoli”. Fatta salva la buona volontà di Berlusconi, mai troverebbe al suo fianco nel partito gente del tutto convinta della bontà della complessiva proposta programmatica dei cattolici in politica.

L’esistenza di un partito laico, aconfessionale, democratico, europeo, di ispirazione cristiana è essenziale nell’attuale vita politica dell’Italia. Il servizio televisivo di cui si parlava sopra, raccontava di diverse sigle dell’associazionismo cattolico che hanno dato vita a convegni e incontri pubblici, per discutere del loro futuro impegno politico, alla luce delle diverse emergenze che ogni giorno gli italiani sono costretti ad affrontare. Sono intervenuti direttamente alti prelati come l’emerito cardinale Poletto a Torino, mons. Santoro a Taranto, l’emerito Gastone Simoni, vescovo di Prato, mons. Zuppi di Bologna per far sentire la loro vicinanza ai tanti giovani e adulti di buona volontà, che intendono lavorare a un rinnovato progetto che non perda di vista la ricerca del bene comune.

Perché non può essere Forza Italia la casa dei cattolici

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