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Il primo ministro britannico Sir Keir Starmer si prepara a ospitare a Londra il primo vertice post Brexit tra Unione europea e Regno Unito. In cima all’agenda la cooperazione in settori come il commercio e, soprattutto, la sicurezza e la politica estera. C’è attesa per un nuovo patto di difesa e sicurezza, un obiettivo che il Labour aveva espresso l’anno scorso nel suo manifesto elettorale con cui è tornato al potere dopo 14 anni tory.

Negli ultimi anni il Regno Unito e l’Unione europea hanno rafforzata la cooperazione in materia di sicurezza, in particolare per quanto riguarda l’Ucraina. “Ma un nuovo patto segnerebbe un significativo passo avanti dopo anni di impegno minimo e strutturato in materia di politica estera e sicurezza da quando il Regno Unito ha lasciato il blocco”, ha scritto Olivia O’Sullivan, a capo del programma “UK in the World” del think tank britannico Chatham House. Affinché possa portare a progressi significativi, “qualsiasi patto dovrebbe gettare le basi per una cooperazione più profonda sui finanziamenti per la difesa, sulla pianificazione industriale della difesa e sulla strategia geopolitica a lungo termine”, ha spiegato sempre O’Sullivan. “In caso contrario, si rischia di evitare la sfida centrale: come il Regno Unito e l’Ue possono difendersi meglio in un mondo meno americano”, ha aggiunto.

Una maggiore cooperazione in materia di difesa e sicurezza è un obiettivo auspicato da entrambe le parti. Tuttavia, rimane da capire se nel medio-lungo termine il Regno Unito e l’Unione europea possano lavorare insieme su obiettivi di politica estera più ampi, specie in un momento di cambiamento per la leadership globale degli Stati Uniti e per le istituzioni multilaterali sempre più sotto pressione.

Secondo Camille Grand, distinguished policy fellow e co-direttore della European Security Initiative del think tank paneuropeo European Council on Foreign Relations, “resta da vedere” se le due parti “abbiano raggiunto il punto in cui riconoscono che ci sono dei compromessi significativi per approfondire le relazioni: che il Regno Unito riconosca che oltre alla special relationship con Washington c’è anche una relazione unica con l’Unione europea; che l’Unione europea riconosca che il Regno Unito non è una terza parte tra le tante; che entrambi riconoscano che c’è un futuro condiviso e voltino pagina dopo la Brexit”.

L’ex vicepremier moldavo Nicu Popescu, distinguished policy fellow e co-direttore della stessa European Security Initiative, ha dichiarato: “Il futuro strategico e di sicurezza dell’Unione europea e quello del Regno Unito sono legati tra loro. Le minacce che devono affrontare, comprese quelle militari, sono le stesse. Eppure, le basi istituzionali per affrontarle sono più deboli che mai nell’ultimo mezzo secolo. Con il Regno Unito che non fa più parte dell’Unione europea e i dubbi sull’impegno degli Stati Uniti nella Nato per i prossimi anni, l’Unione europea e il Regno Unito devono assicurarsi di ricreare e approfondire i propri meccanismi di coordinamento della sicurezza, della difesa e dell’intelligence, e farlo in fretta”. Per questo, Popescu ipotizzare la creazione di un’istituzione simile all’Unione europea occidentale, un’alleanza militare europea esistita tra il 1954 e il 2011, che sia “adattata alle nuove realtà, ma in grado di garantire la difesa reciproca tra Unione europea e Regno Unito”.

Cosa aspettarsi dal primo vertice post Brexit tra Ue e Uk

Commercio, sicurezza e politica estera al centro del summit di Londra. Si discute un nuovo patto di difesa, necessario per affrontare le sfide globali e rafforzare la cooperazione strategica ma non sufficiente

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