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“I soldi che vengono regalati oggi, qualcuno li dovrà pagare domani”. Lia Quartapelle, deputata del Partito democratico, è lapidaria: le misure proposte dalle due forze di governo, Lega e Movimento 5 Stelle, nella manovra in discussione questi giorni, non servono all’Italia né ai cittadini, anzi. Il Partito democratico, spiega la deputata a Formiche.net, ha presentato una contro manovra con gli interessi primari dell’Italia al centro: i giovani, il lavoro e il problema affitti. “Non è un Luna Park, l’Italia – aggiunge -, in cui si fa un giro e si prova l’ebrezza di fare il ministro o il presidente del Consiglio”. E sul futuro del Pd…

Onorevole, per la prima volta dalle scorse elezioni è stata registrata una crescita di consensi per il Pd. Un segno positivo o solo una risposta ai problemi che questo governo sta incontrando sulla manovra?

Credo che sia da un lato per noi una traccia di lavoro, perché quando ci mostriamo uniti e sappiamo parlare delle questioni che hanno a che fare con il futuro dell’Italia torniamo a incidere nella vita pubblica. Per quanto riguarda il governo, credo che più che degli effetti sui sondaggi, dovrebbero preoccuparsi degli effetti sull’economia reale e sul risparmio degli italiani. Io sono molto preoccupata, come tante persone, della superficialità e dell’arroganza con cui si sta affrontando la manovra.

La manovra, proprio ieri sera, è stata bocciata dall’Ufficio parlamentare di bilancio, ma non è la prima volta che un governo deve scontrarsi con gli uffici preposti per far passare le sue misure. Perché questa volta è diverso?

Molto onestamente, sono anni che l’Italia non vede un aumento così vertiginoso dello spread senza che vengano prese delle misure per dare dei segnali sull’affidabilità del Paese. Ieri mattina il presidente del Consiglio era a fare una mattinata di nostalgia all’Università di Firenze. Mi sembra che ci sia una superficialità e una mancanza di attenzione all’interesse del nostro Paese che è, io penso, mai vista nella storia recente. Non è un luna park, l’Italia, in cui si fa un giro e si prova l’ebrezza di fare il ministro o il presidente del Consiglio.

Insomma, il governo dovrebbe cambiare la manovra per dare risposte all’Europa, a Bankitalia e ai mercati?

Il governo non deve dare delle risposte alle istituzioni internazionali, ma ai cittadini. Sono stati eletti con delle promesse molto al di là di quello che è possibile realizzare, stanno investendo – sembrerebbe, però non si sa perché stiamo parlando di cifre che vengono cambiate ogni giorno – 40 miliardi di euro in misure che non hanno niente a che fare con le priorità dell’Italia che sono i giovani, il lavoro, la crescita. Le risposte non le devono dare all’Ufficio parlamentare di bilancio, ma agli italiani. Io ricordo che i due terzi del debito italiano è detenuto da famiglie italiane. Scherzare con il debito significa scherzare con i risparmi degli italiani.

Reddito di cittadinanza, eliminazione della legge Fornero. Piaccia o no, Lega e 5 Stelle stanno puntando sulle promesse elettorali per cui sono stati votati. Quali sono le risposte del Pd ai cittadini che si sono sentiti abbandonati?

Non sottovaluto la sconfitta, ma comunque sei milioni di italiani hanno creduto in noi. Noi siamo siamo stati puniti per un mix di arroganza, immagino attaccamento al potere, difficoltà ad ascoltare, più che per una valutazione di come si era governato. In ogni caso dobbiamo fare un bagno di umiltà, interrogarci seriamente sulle ragioni della sconfitta e su quali punti abbiamo sbagliato quando eravamo al governo, il tema dell’immigrazione è uno di questi. La seconda questione è che noi abbiamo creduto che facendo ripartire la crescita in Italia avrebbero beneficiato tutti, invece non è stato così. ‘è una fetta di disagio molto forte e noi queste cose le abbiamo affrontate troppo tardi nella legislatura. L’immigrazione, disagio, fragilità e povertà, ci siamo mossi tardi, ma ora stiamo facendo del nostro meglio per capire cosa è successo.

Ci sarà il congresso i primi di febbraio…

Sì, faremo il congresso per tornare ad ascoltare e stiamo girando l’Italia con tante iniziative nei territori. Inoltre, abbiamo appena presentato una contro manovra che costa molto meno di quella proposta dal governo e affronta alcune delle priorità dell’Italia: i giovani, la questione della povertà e il reinserimento di chi ha perso il lavoro nel mercato del lavoro, e poi gli affitti. In Italia ci sono 4 milioni di persone che vivono in affitto, nessuno pensa a loro e noi abbiamo pensato a una serie di meccanismi di sgravio e di sostegno alle famiglie che fanno fatica a pagare l’affitto. È proprio una cosa diversa rispetto a questo governo che regala soldi, rubando poi il futuro al nostro Paese. Perché i soldi che vengono regalati oggi, qualcuno li dovrà pagare domani.

Parliamo del congresso del Pd: ci sono al momento tre candidati alla segreteria – Matteo Richetti, Nicola Zingaretti e Francesco Boccia. Il nodo da sciogliere, però, sembra ancora l’apertura o meno al Movimento 5 Stelle…

Non è assolutamente vero. Tutti coloro che sono candidati al congresso del Pd sono persone che in questi anni hanno sconfitto il Movimento 5 Stelle alle elezioni, sia alle politiche – come Matteo Richetti nel proprio collegio elettorale – che Nicola Zingaretti nelle elezioni regionali nel Lazio. Questo non è il dibattito nel nostro partito, noi stiamo facendo un dibattito diverso che forse non è emerso e ci sforzeremo perché invece diventi sempre più evidente. Noi vorremmo cercare di capire qual è la nostra idea di Italia, qual è la nostra idea di Europa e qual è il posto della sinistra nei cambiamenti radicali che stiamo vivendo. È un percorso  che stiamo facendo con altri partiti del centrosinistra nel mondo, perché la domanda su come si rendono attuali la solidarietà, la giustizia sociale, il diritto al lavoro sono temi con cui ci siamo scontrati e su cui dobbiamo dare delle risposte.

Intanto una prova importante saranno le prossime elezioni europee di maggio: come affronterà questa sfida il Pd? I sovranisti hanno già una linea comune fatta di alleanze con Le Pen, Orban…

Noi ci stiamo preparando con un appuntamento programmatico che si terrà a Milano tra il 27 e il 28 ottobre, in cui discuteremo di Europa, di Italia e di Pd. Oltre a questo, le ribalto un po’ lo schema: ieri Salvini ha dichiarato che proveranno a trovare un candidato comune tra i partiti nazionalisti. Ieri la segreteria del Pd ha formalizzato il sostegno al candidato comune della famiglia socialista che è Franz Timmermans. Mi sembra che quelli che sono indietro sono altri, non siamo noi. Noi stiamo definendo con gli altri Paesi e con gli altri partiti fratelli una piattaforma comune con una persona, un leader, che parli di lavoro, della riforma sociale, che parli di Europa nel mondo e parli di giovani. Mi sembra che siamo molto avanti, Salvini sta ancora facendo degli incontri.

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