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Se tutte le altre, o quasi, crescono a differenza tua, allora potrebbe esserci un problema. È quello che si stanno chiedendo dentro Apple e a cui occorre dare una risposta in tempi brevi. Il -15% registrato nelle azioni dell’azienda di Cupertino è un segnale, ma non una novità. Rispetto alla concorrenza, l’azienda di Tim Cook è ampiamente indietro nella corsa all’intelligenza artificiale. E questo è un bel guaio, visto che i servizi e gli strumenti di IA sono al momento il traino del mercato.

All’ultima conferenza degli sviluppatori che si tiene ogni anno, qualcuno si aspettava una svolta o qualcosa di simile. Come ad esempio il lancio del nuovo Siri aggiornato, che era stato più volte annunciato ma poi i ritardi hanno posticipato la sua uscita al 2026. Dal palco è arrivata solamente la conferma che il suo rilascio avverrà il prossimo anno, niente di più. Troppo poco per chi voleva vedere la risposta di Apple ai vari ChatGPT di Open AI, Google Gemini e Claude di Anthropic. L’ultimo iPhone integrato con la Apple Intelligence non basta per restare competitivi. È dai chatbot – e dunque da Siri – che si valuta lo stato di salute dell’IA in un’azienda: nel momento in cui quello di Apple è grosso modo rimasto invariato rispetto alla sua prima versione, non può essere un buon segnale.

Per alcuni, un esempio da cui trarre spunto è Apple Tv. Lo dimostra il grande successo sul grande schermo riscontrato dal film “F1”, prodotto dall’azienda. Apple Tv è il paradigma da seguire, secondo alcuni analisti. Non soltanto per la sua grande capacità di marketing che gli permette di arruolare grandi personaggi dello spettacolo – attore protagonista del film sopracitato è Brad Pitt – ma anche per la strategia perseguita. L’azienda ha infatti delineato un piano chiaro e preciso per Apple Tv, che sta perseguendo senza fretta rispettando i tempi lunghi che vengono richiesti per un progetto simile. Ecco, per qualche esperto dovrebbe seguire questo approccio anche per l’intelligenza artificiale.

Un suggerimento arriva anche dal guru dell’IA a Wall Street, Dan Ives. A suo dire, per tentare il rilancio, Apple dovrebbe servirsi del motore di ricerca Perplexity, che proprio nelle ultime ore ha rilasciato Comet, il browser con l’intelligenza artificiale integrata. “Apple deve acquistare Perplexity per potenziare significativamente la sua piattaforma di IA”, afferma Ives. Poco importa quanto costi. “Anche se dovesse pagare circa 30 miliardi di dollari – aggiunge – sarebbe una goccia nel mare rispetto alle opportunità di monetizzazione che potrebbe ottenere dall’IA”. Anche perché, al momento, “Apple è seduta su una panchina in un’area di sosta sull’autostrada e osserva questa corsa alla quarta rivoluzione industriale sfrecciare a cento miglia all’ora”.

C’è da dire che la pressione a cui è sottoposta Apple si è intensificata notevolmente negli ultimi mesi. L’innovazione è solo uno dei punti nevralgici, che dipende da altri fattori. Come ad esempio le tariffe commerciali imposte dal presidente Donald Trump in Cina, dove Apple ha uno dei mercati più floridi mentre adesso è costretta a ridurre la sua dipendenza. O come l’opera di persuasione dei rivali per convincere i talenti di Apple a trasferirsi. Ruoming Pang, uno degli ingegneri più influenti dentro Apple Foundation Models, è stato persuaso dall’offerta a diversi zeri di Mark Zuckerberg. Mentre due giorni fa, dopo ventisette anni, a lasciare il suo posto è stato anche lo storico chief operating officer Jeff Williams. Da Cupertino fanno sapere che era tutto previsto, rientrando in una strategia più ampia. Da vedere dove porterà.

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