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Dopo le dichiarazioni del presidente Usa Donald Trump, anche l’apparato militare statunitense dà il suo endorsement all’acquisizione di sottomarini a propulsione nucleare da parte della Repubblica Popolare Cinese. In un’intervista congiunta con il ministero della Difesa Nazionale della Corea del Sud tenutasi venerdì scorso a Seul, l’ammiraglio americano Daryl Caudle (chief of naval operations) ha definito  “una naturale aspettativa” il fatto che quello specifico tipo di capacità fosse usato per “contrastare la Cina”, aggiungendo poi che secondo lui “la Corea (del Sud) avrà la responsabilità di dispiegare questi sottomarini a livello globale e di passare dall’essere una marina militare regionale a una marina militare globale”.

Pochi giorni prima, il presidente sudcoreano Lee Jae Myung aveva reso noto che un primo accordo informale (Lee ha parlato di una “scheda informativa congiunta”) relativo ai termini commerciali e di sicurezza fosse stato raggiunto con gli Stati Uniti dopo circa un mese di negoziati.

Il suddetto documento si basa su una precedente intesa raggiunta durante la visita di Donald Trump in Corea del Sud alla fine del mese scorso, durante la quale l’inquilino della Casa Bianca aveva mostrato il suo sostegno alla richiesta di Seul di potersi dotare di sottomarini a propulsione nucleari, richiesta che la Corea del Sud doveva discutere con gli Stati Uniti sulla base dell’accordo di cooperazione nucleare stretto tra i due Paesi partner. La Corea del Sud si è anche assicurata il sostegno di Washington per espandere i propri diritti relativi all’arricchimento dell’uranio e al ritrattamento del combustibile nucleare esaurito, ha aggiunto.

Tuttavia, alcune fonti anonime contattate da Bloomberg affermano che Washington e Seul non siano riuscite a trovare una soluzione condivisa sulla località in cui i sottomarini saranno costruiti, sul modello esatto e sulla possibilità che gli Stati Uniti ottenessero imbarcazioni gratuite come parte dell’accordo, aggiungendo inoltre che le tempistiche di costruzione saranno calcolate in termini di anni. Lo stesso Caudle ha riconosciuto nel suo intervento che il processo “non sarà rapido”.

Il rinnovato interesse di Seul verso i sottomarini nucleari arriva in un momento delicato per la stabilità militare nell’indo-pacifico. L’establishment politico-militare di Seul ha più volte stressato di volere queste nuove capacità militari per le proprie forza navali in funzione anti-nordcoreana, che avrebbe a sua volta costruito il suo primo sottomarino a propulsione nucleare la scorsa primavera. Tuttavia, il raggiungimento della parità non fornirebbe alla Corea del Sud nessun supporto nel contrastare le attività dei sottomarini nucleari nemici, per i quali sarebbe necessario optare per strumenti ed approcci diversi.

Allo stesso tempo, come sottolineato da Caudle, l’ottenimento di sottomarini nucleari da parte di Seul avrebbe degli impatti anche usi rapporti di forza con la Repubblica Popolare Cinese, un Paese con cui il presidente sudcoreano Lee sembra intenzionato a migliorare i rapporti. Quando si è recato in visita in Corea del Sud lo scorso marzo, il presidente Xi Jinping ha affermato che Pechino è pronta ad approfondire la comunicazione e la cooperazione con la Corea del Sud; chissà se l’approccio di Zhongnanhai rimarrà immutato ance in seguito agli ultimi sviluppi.

La marina Usa dà l'ok a Seul sui sottomarini nucleari. Anche in chiave anti-cinese

Il pieno endorsement della Marina americana (dopo quello del presidente Trump) sembra accelerare l’acquisizione di sottomarini nucleari da parte della Corea del Sud. Ma nonostante un primo accordo informale tra Washington e Seul, restano aperti nodi delicati, dai cantieri di costruzione al modello finale dei battelli, fino alle (lunghe) tempistiche

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