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Per i prossimi tre giorni, il delegato speciale americano per il dossier nordcoreano, Stephen Biegun, sarà a Seul per incontri diplomatici con gli alleati della Corea del Sud. Il dipartimento di Stato ha dato risalto alle riunioni di Biegun, che sono uno dei vari contatti in corso per arrivare a una qualche forma di denuclearizzazione di Pyongyang – e sembra quasi una sottolineatura studiata, mentre dal regime del Nord escono le solite linee propagandistiche (utili più che altro a non perdere terreno col potere interno) secondo cui si minaccia di far saltare tutto il tavolo negoziale se non verranno alzate le sanzioni.

Biegun ha sottolineato la posizione americana, ormai notissima: ha detto che con Pyongyang c’è intenzione di fare le cose sul serio, ma devono essere prima i nordcoreani a decidere la strada da prendere sul terreno della denuclearizzazione. Gli americani vogliono passi concreti verso un disarmo tangibile, la propaganda del satrapo Kim Jong-un invece fa la voce grossa contro il regime di massima pressione sanzionatoria. Un film già visto.

Ieri, dal background statunitense al viaggio di Biegun, ha parlato Robert Palladino, vice portavoce (in odore di avanzamento di carriera) del dipartimento di Stato – l’ala dell’amministrazione che, attraverso il segretario Mike Pompeo, sta curando il dossier. Foggy Bottom ha dichiarato che “il mondo resta unito” nella determinazione a mantenere le sanzioni in vigore fino a quando il Nord non avrà completato la denuclearizzazione: “Prima la Corea del Nord completerà il processo, prima sarà possibile revocare le sanzioni”.

La diplomazia americana crede comunque nella necessità di mantenere aperti i canali di dialogo, “fiduciosi” sulle prospettive di un secondo summit tra i leader dei due paesi all’inizio del prossimo anno – e Biegun si sta portando avanti con i lavori preparatori. Però sulle relazioni pesa anche la situazione umanitaria: le sanzioni Onu tecnicamente non impediscono gli aiuti, ma secondo un’interpretazione rigida, poiché limitano le transazioni bancarie e marittime con Pyongyang, il pacchetto di misure onusiane ha effettivamente chiuso le operazioni della maggior parte dei gruppi di soccorso in Corea del Nord, dicono una dozzina di funzionari delle agenzie delle Nazioni Unite e delle organizzazioni civili che hanno parlato con la Reuters.

Risultato: attualmente gli aiuti umanitari al Nord – che ha un’economia debolissima, isolata dalle sanzioni – sono quasi fermi, nonostante gli avvertimenti di una potenziale crisi alimentare. “Parlerò con i gruppi di aiuto americani all’inizio del nuovo anno per discutere di come possiamo garantire un’assistenza appropriata, in particolare per l’inverno”, ha detto Biegun ai giornalisti convocati in conferenza stampa a Seul. L’americano ha sottolineto che gli Stati Uniti sono pronti a collaborare con le Nazioni Unite in un piano di revisione con cui trovare il modo di concedere esenzioni dalle sanzioni alle entità che operano nel settore umanitario, a cominciare al divieto di viaggio imposto dal dipartimento di Stato, che rende complicato agli operatori spostarsi in Corea del Nord.

Anche per questi contenuti, la visita di Biegun è piuttosto importante come alimentazione del processo negoziale, e arriva in una fase in cui nei fatti i contatti tra Stati Uniti e Corea del Nord sembravano in stallo; a novembre, un incontro tra il segretario Pompeo e il suo omologo nordcoreano Kim Yong Chol è saltato all’ultimo momento.

Il delegato americano vedrà come primo appuntamento il suo omologo sudcoreano, Lee Do-hoon: i due poi faranno il punto con un gruppo di lavoro lanciato lo scorso mese da Seul e Washington per rafforzare il coordinamento sulla politica nordcoreana. Oggi, le due coreane hanno organizzato una cerimonia di inaugurazione del progetto congiunto con cui ricollegare le infrastrutture ferroviarie e stradali; progetti che richiederebbero esenzioni dalle sanzioni statunitensi, su cui Biegun può dire la sua (e anche questa è una forma di addolcimento verso il Nord).

(Foto: Twitter, @UsEmbassySeoul, Stephen Biegun in conferenza stampa)

 

Così Usa e Corea del Sud preparano la linea comune verso la denuclearizzazione del Nord

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