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Ci risiamo. Vincenzo Scotti torna suo malgrado nelle vesti di guru dei Cinque Stelle, di Grand Commis della Spectre che dalla Link Campus University impartisce ordini e consigli al Movimento di Luigi Di Maio. Questa volta a puntare il dito contro l’ex ministro Dc è Matteo Renzi dal palco della Leopolda giunta alla sua nona edizione. L’occasione è un’arringa contro il pentaleghismo che da movimento anti-sistema si è piegato al galateo e ai compromessi dell’establishment. Un ragionamento che ha un suo perché, non c’è dubbio. Almeno finché non si deve per forza tirare in ballo la giovane università all’ombra del Vaticano e il suo supposto ruolo nella formazione della classe dirigente gialloverde che fino a un paio di mesi fa ha riempito le pagine di tabloid e riviste nonostante le continue smentite dei diretti interessati (e dei fatti, che hanno sempre l’ultima parola). “I barbari li avevano già romanizzati” grida l’ex primo ministro dalla Leopolda, “Il guru di Di Maio si chiama Enzo Scotti, è un ex ministro democristiano”. “Lo chiamavano Tarzan per la facilità con cui passava da una corrente all’altra” infierisce Renzi, “ha fondato la Link University, sostenuta dal governo Berlusconi quando sembrava impossibile, è il punto di riferimento di un pezzo della classe dirigente”.

La trama della Link Campus quartier generale dei “barbari romanizzati” si conferma un jolly apprezzatissimo dai detrattori del governo gialloverde, da tirar fuori quando gli argomenti vengono meno (eppure ce ne sarebbero, di questi tempi). Per carità, l’università fondata da Scotti, che vale la pena ricordare anche come valido ex ministro degli Interni quando la mafia aggrediva a volto scoperto lo Stato (“Tarzan” ha tutto un altro effetto, si capisce), può piacere o meno. Ma continuare a tutti i costi a dare un tono noir a un’università che ha sì invitato a parlare Luigi Di Maio e Davide Casaleggio e formato l’attuale ministra della Difesa Elisabetta Trenta, ma continua a ospitare per convegni e lezioni con gli studenti esponenti di spicco di tutte le forze politiche (compresi convinti grillini come Marco Minniti, Marianna Madia, Gennaro Migliore), è poco credibile, e forse col passare del tempo diventa anche un po’ banale. Renzi, che peraltro come è noto si è avvicinato alla politica sulle orme di due Dc come Beppe Matulli e Ciriaco De Mita, ha tutto il diritto di dare ai grillini dei veterodemocristiani. Ma le storie di Scotti e la Link Campus grandi manovratori del Movimento rischiano di scadere nel complottismo e nella dietrologia che lui dice di voler combattere. A questo punto meglio l’originale.

Enzo Scotti mentore di Di Maio? Se l'accusa di Renzi è un boomerang

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