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C’è bisogno del lavoro di tutti i soggetti che operano sul Web “per realizzare un circuito virtuoso tra la tutela dei diritti e l’uso della rete, con una politica di governo mirata” che contribuisca a creare una nuova “cittadinanza digitale”.

LE OPPORTUNITÀ DELLA RETE

Nel giorno in cui la Polizia Postale e delle Comunicazioni ha festeggiato il suo 20esimo compleanno, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte è intervenuto ieri durante le celebrazioni con un discorso sulla rivoluzione digitale che l’Italia e il mondo attraversano.
Dopo aver ringraziato il ruolo svolto da Polizia e intelligence nei loro rispettivi campi d’azione, l’inquilino di Palazzo Chigi – espressione di un movimento, come il 5 Stelle, che ha fatto della Rete uno dei suoi punti di riferimento e di azione – ha esaltato il ruolo del Web come “uno spazio pubblico, affascinante, che agevola l’interazione tra le persone, nuove forme di cooperazione, facilita le attività produttive e economiche in generale, crea opportunità d’innovazione e di scambi, è una modalità di inclusione sociale, ma anche per fortificare i luoghi della democrazia”.

IL BISOGNO DI COOPERAZIONE

Tuttavia, ha sottolineato Conte, non bisogna incorrere nell’errore di “pensare che il progresso tecnologico sia neutro sul piano degli effetti”. Il compito di far sì che “le promesse di cui tale progresso è portatore si realizzino nella direzione più coerente con i diritti fondamentali della persona e con le esigenze della collettività”, ha aggiunto il presidente del Consiglio, è “dell’assetto istituzionale”
Per vincere questa sfida, però, il giurista e inquilino di Palazzo Chigi ha richiamato la necessità di un supporto diffuso e trasversale, una sorta di alleanza tra pubblico e privato che possa contribuire a uscire da “un equivoco di fondo”, cioè “che lo spazio virtuale sia uno spazio sospeso da regole giuridiche. È un fraintendimento, non è possibile pensare che Internet debba rimanere uno spazio che nessun ordine giuridico possa violare”.

LE REGOLE CHE SERVONO

Il problema, ha evidenziato il presidente del Consiglio, è rilevante anche perché ci si trova in un mondo in cui “non è più possibile separare nettamente spazio virtuale e spazio fisico” e deve essere affrontato dai “leader dei Paesi che condividono un’impostazione di fondo e determinati valori”.
Governare Internet, ha detto ancora Conte, “non significa espropriazione degli operatori o controllo” ma “non c’è la chiave dell’autoregolamentazione anche perché Internet è luogo di conflitti. E i conflitti”, anche di natura economica, ha detto il capo del governo, “debbono essere governati, con equilibrio e attenzione perché internet è anche un luogo di reati, di sopraffazione ed è quindi necessario intervenire per dare garanzie giuridiche e istituzionali”.

UNA NUOVA CITTADINANZA DIGITALE

Queste componenti, ha rimarcato, devono essere “volte a realizzare quella che mi piace chiamare la cittadinanza digitale, che comprende l’accesso a internet quanto più diffuso possibile, assicurato a condizioni di eguaglianza” e ancora “la neutralità, la non discriminazione, la protezione dei dati personali, la tutela dell’anonimato che è un valore da salvaguardare a certe condizioni, la protezione dei diritti fondamentali del consumatore, l’interoperabilità delle piattaforme che si presentano come servizi essenziali per le attività delle persone, la sicurezza e l’integrità delle infrastrutture digitali”.

L’IMPORTANZA DELLA PROTEZIONE

Quest’ultimo compito in particolare, ha ricordato Conte, è in capo alla Polizia Postale che “ha fatto fino ad oggi un servizio encomiabile che mi ha impressionato. Questo”, ha aggiunto, è “un settore nevralgico per la tutela degli interessi nazionali e per il nostro sistema democratico. Occorre non solo erigere un castello di protezione della rete che difende la pubblica amministrazione ma bisogna estenderlo in un sistema che è ormai integrato a vari livelli”.

IL RUOLO DELLA POLIZIA…

La Postale, ha ricordato il capo della Polizia Franco Gabrielli, “è la struttura che nell’ambito del law enforcement costituisce l’asset esclusivo per la protezione le infrastrutture critiche. Un asset che si muove su un principio, costituire reti di reti: sono 40 i grandi enti del nostro Paese che hanno siglato accordi per la protezione di queste infrastrutture vitali per la vita del Paese”.
“Dobbiamo ringraziare”, ha aggiunto, “chi 20 anni fa ha avuto l’intuizione di destinare alla Postale risorse e professionalità. Perché ci troviamo ora a dover affrontare un mondo sconfinato dove venti anni equivalgono ad un’epoca giurassica”. Si tratta dunque di una “sfida importante che siamo pronti a raccogliere” ha aggiunto Gabrielli sottolineando che è necessario ampliare ancora di più gli accordi che già ci sono.

…E QUELLO DELL’UNIVERSITÀ

Fondamentale, per vincere questa sfida, è il ruolo del mondo dell’università e della ricerca. “Nei prossimi anni avremo necessità di centinaia di migliaia di esperti di cyber security”, ha commentato il presidente del Cini, Paolo Prinetto. “Dobbiamo lavorare per incoraggiare questi percorsi formativi sin dalle scuole superiori” come accade con il progetto della CyberChallenge, giunta quest’anno alla seconda edizione. L’obiettivo, ha aggiunto, “è che un giorno queste competenze possano essere utilizzate al servizio del Paese”.

LA POSTALE CAMBIA PELLE

Sebbene sia una realtà giovane, in questi 20 anni di storia – ha raccontato un docufilm proiettato durante le celebrazioni – la Postale ha dovuto cambiar pelle e adattarsi per contrastare minacce sempre nuove.
Oggi, infatti, si parla di Polizia Postale 4.0. e tra software complessi, analisti, attività sottocopertura e digital forensics, la polizia del web tutela le comunità virtuali da fenomeni criminosi quali la pedopornografia online (oltre 10mila le indagini avviate, circa 10mila e 600 le persone denunciate e quasi 2mila i siti pedopornografici oscurati), il cyber bullismo (che solo nel 2017 ha registrato 354 casi e 39 i minori denunciati), il cyber terrorismo e la protezione delle infrastrutture critiche (esigenza raccolta dal Cnaipic, diretto da Ivano Gabrielli, che ad oggi ha diramato oltre 71.676 alert, rilevato 5.072 attacchi e avviato 396 indagini).
“Prevediamo l’istituzione di centri regionali operativi che garantiranno il supporto tecnico-operativo a piccole e medie imprese per evitare compromissioni alla funzionalità delle realtà produttive di rilievo locale”, ha spiegato il direttore della Postale, Nunzia Ciardi.​
Per il capo della specialità la “sicurezza della rete è la vera misura delle sviluppo economico e sociale del Paese, perché se non c’è una rete sicura non si può crescere”. “Abbiamo dovuto rincorrere un’evoluzione che non si ferma mai – ha aggiunto – con la rete che si è sviluppata in modo abnorme e con essa le patologie”.

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