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L’Italia del no a tutti i costi è scesa di nuovo in piazza. E mentre Sergio Mattarella si scervella per trovare una quadra politica sul nuovo governo, non ci si accorge che una coalizione, Forza Italia, Pd e M5S già c’è, con tanto di benedizione divina. A Sulmona. Non bastavano le vie crucis della Tav in Piemonte o del Tap in Puglia. Adesso è il turno del metanodotto Snam tra Abruzzo e Umbria. Ieri circa seimila persone hanno sfilato per le strade di Sulmona per dire no alla realizzazione della centrale di compressione a servizio del metanodotto Brindisi-Minerbio che la Snam vorrebbe realizzare nella città abruzzese grazie anche al sostegno del governo.

Dai fatti abbruzzesi emerge ancora una volta quella che è a tutti gli effetti una verità storica. E cioè che il partito del no a oltranza batte più di una bandiera, dunque alla fine non ne batte nessuna. C’è quella del Pd, c’è quella del Movimento Cinque Stelle e persino quella di Forza Italia. Lo dicono i nomi che ieri hanno sfilato a Sulmona, il cui sindaco, Annamaria Casini, tanto per cominciare è una dem ed è stata tra le promotrici della prima ora della manifestazione anti-metanodotto. E poi Giovanni Lolli, anch’esso presente, vicepresidente della Regione Abruzzo con un passato nel Pd e ora in Italia bene comune. E che dire del consigliere regionale di Sinistra Italiana Leandro Di Bracco, affiancato per l’occasione dalla parlamentare dem Stefania Pezzopane?

Tutto qui? Assolutamente no. Il Cinque Stelle, come già dimostrato in Puglia col Tap, ha sempre benedetto tali manifestazioni volte a bloccare opere energetiche e viste come una minaccia per l’ambiente. Più di una volta il Movimento si è detto a favore della protesta pugliese, arrivando a tacciare addirittura il governatore Michele Emiliano, tra gli alfieri della lotta al Tap, di eccessivo immobilismo. E infatti a Sulmona c’era anche il giornalista abruzzese, ex direttore de Il Centro e oggi neo senatore pentastellato, Primo Di Nicola.

Insomma, c’erano davvero tutti a Sulmona, dalla Diocesi a 54 comuni, da 190 associazioni a 65 aziende, sindacati, movimenti politici e aree protette. E Gianfranco Rotondi, ex ministro per l’attuazione del programma nel governo Berlusconi IV, che in un tweet si è scagliato contro il progetto della Snam, quasi fosse opera del diavolo. E qui si arriva direttamente a Forza Italia: “Contro il progetto Snam che devasta Sulmona oggi ho sfilato anche coi no tav,c’è sempre una prima volta. Da estrema destra a estrema sinistra c’erano tutti, in verità”, ha cinguettato Rotondi.

Poi, se possibile, ci si è messo anche il clero. Sì perchè il vescovo di Sulmona Michele Fusco, ha voluto manifestare la sua vicinanza ai cittadini e ai manifestanti che lottano contro la realizzazione della centrale Snam di Sulmona e del metanodotto Snam, facendo suonare le campane e sfilando per l’intera durata del corteo. “Noi ascoltiamo continuamente la sofferenza e le difficoltà di questa gente, per questo motivo insieme con loro condividiamo questa protesta”, ha spiegato il presule. “Anche con il comitato ho condiviso le ragioni della protesta. Chiedo alla Snam di farsi presente sul territorio e di chiarire il progetto ed eventuali pericoli e tutto ciò che andrà a fare su questo territorio”, ha dichiarato all’Ansa.

“Questi sono tasselli di un progetto unitario, trasformare per i prossimi decenni il Belpaese nell’Hub del Gas europeo  un polo energetico degli idrocarburi, l’energia del passato. Manifestiamo per la valorizzazione del Bel Paese, per il risparmio, l’efficienza energetica, le nuove tecnologie e contro le opere fossili degli idrocarburi; scendiamo in piazza per difendere il territorio da opere dannose, costose e inutili”, hanno spiegato i promotori del corteo. “Contestiamo che in ltalia, il paese del sole, bellissimo per il patrimonio ambientale e naturale, con alta densità di popolazione e grandi problemi ambientali da risolvere, a forte rischio sismico e idrogeologico, siano realizzate grandi opere per la realizzazione dell’Hub del Gas avviando il paese verso il binario morto dell’energia fossile”.

Pronta la replica di Snam che esprime rispetto e considerazione per tutte le legittime posizioni provenienti dai territori nei quali opera, “specie se espresse in modo civile e partecipato come oggi a Sulmona”, e conferma la propria intenzione “di dialogare e confrontarsi con cittadini e istituzioni locali per fornire maggiori chiarimenti, anche rispetto a informazioni non corrette circolate nelle ultime settimane, e per dimostrare l’utilità del proprio progetto per l’Abruzzo e l’Italia. Il progetto è in linea con quanto previsto dalla Strategia energetica nazionale, in un contesto di aumento dei consumi, ed è necessario per portare il gas naturale alle famiglie e alle industrie del nostro Paese”.

Il gas naturale, spiega Snam, “può svolgere un ruolo importante nel percorso di decarbonizzazione dell’Italia grazie ai nuovi utilizzi in vari settori come i trasporti e alla diffusione del biometano, gas al 100% rinnovabile che può essere immesso nelle infrastrutture esistenti”. La società del gas ha ribadito le proprie opere “non comportano pericoli per la sicurezza e per la salute delle persone: i gasdotti sono infrastrutture essenziali per il trasporto del gas dai punti di importazione ai vari luoghi di consumo del nostro paese, sono compatibili con l’ambiente e non hanno mai subito incidenti o interruzioni nel corso dei terremoti verificatisi negli ultimi decenni in Italia e all’estero”.

tap, Tav nord stream

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