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Scotland Yard è arrivata a un punto più o meno certo nelle indagini sull’avvelenamento dell’ex agente dei servizi segreti militari russi Sergei Skripal: il veleno nervino, probabilmente sotto forma di polvere, è stato inalato da Skripal nella sua abitazione di Salisbury. Lì sarebbe stata avvelenata anche la figlia, arrivata in Inghilterra dalla Russia per una visita al padre.

Inizialmente si pensava che fosse stata la donna a portare con sé l’agente nervino, poi si era ipotizzato che l’attacco fosse stato condotto direttamente nel parco dove i due erano stati trovati in fin di vita il 4 marzo, oppure nel centro commerciale in cui si erano recati poco prima che un poliziotto li ritrovasse accasciati su una panchina.

Ora, dopo le testimonianze di 500 persone e l’osservazione minuziosa di oltre 5000 ore di filmati delle telecamere delle zone percorse dai due in quel giorno, le analisi hanno rivelato che nella casa dell’ex spia è stata ritrovata la più alta concentrazione di quello che gli inquirenti inglesi individuano come il Novichok, un composto nervino prodotto — quasi esclusivamente — dai laboratori militari russi (nota: gli Stati Uniti e altri paesi occidentali non identificano con un nominativo il veleno).

In particolare, sarebbe il portone d’ingresso dell’abitazione il punto da cui dovrebbe essere avvenuto l’avvelenamento. Oltre 130 persone potrebbero essere state esposte alla contaminazione del nervino, dicono le autorità inglesi, stimando tra questi tutti coloro che sono entrati in contatto ravvicinato con gli Skripal (un agente di polizia è stato seriamente intossicato, e non è chiaro ancora che effetti possa avere nel tempo l’esposizione, seppur debole, per gli altri).

La vicenda degli Skripal – entrambi ancora in gravi condizioni in ospedale, “con poche possibilità di sopravvivere”, ha commentato una nipote, mentre la Julia starebbe migliorando – ha segnato un passaggio importante nelle relazioni tra Russia e Occidente. Londra l’ha considerata da subito un’aggressione, una violazione della propria sovranità, denunciando apertamente il Cremlino per il tentato omicidio dell’ex colonnello del Gru, che negli anni passati aveva consegnato informazioni agli inglesi.

Più di venti paesi occidentali, compresa l’Italia, hanno sposato la richiesta di una risposta severa da parte del governo inglese, provvedendo all’espulsione di dozzine di diplomatici accusati di coprire il proprio ruolo di spie passando da funzionari delle ambasciate (a Roma l’iniziativa presa dal governo in un necessario allineamento con gli alleati occidentali è stata criticata da alcuni esponenti politici di alcuni partiti, come la Lega, che professa la necessità di tenere una linea più lasca con Mosca).

Mosca continua a dichiarare la propria innocenza. Mercoledì il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, è tornato sulla questione e ha detto: “L’analisi di tutte le circostanze dimostra che le autorità di Londra non hanno interesse nel chiarire i motivi reali e nell’identificare gli esecutori dei crimini a Salisbury e ci fa pensare del possibile coinvolgimento dei servizi speciali britannici: se non ci verranno fornite prove convincenti del contrario, riterremo di essere di fronte a un attentato alla vita dei nostri concittadini e a un’enorme provocazione politica”.

In questi giorni di tensione, BuzzFeed ha ottenuto da alcune fonti anonime dell’Fbi la possibilità di visionare un rapporto analitico che il Bureau (che si occupa anche di controspionaggio) aveva incaricato di redarre dopo la sospetta morte, nel 2015, a Washington, di Mikhail Lesin, oligarca russo, un tempo amico di Vladimir Putin ed ex zar delle comunicazioni propagandistiche del Cremlino.

Il report — su cui l’Fbi potrebbe aver deciso di far parlare adesso sfruttando la tempistica creata dal caso Skripal — sostiene che Lesin è stato ucciso da alcuni individui entrati a casa sua col tentativo di intimorirlo, che poi si sarebbero fatti sfuggire la mano, ammazzandolo di botte. Il giorno dopo la sua uccisione, Lesin aveva un appuntamento fissato al dipartimento di Giustizia per raccontare come lavora RT, il nodo centrale del media network che diffonde la disinformazione del Cremlino (lo scorso anno in governo americano ha costretto RT a registrarsi come “agente straniero” con la motivazione che diffonde “messaggistica strategica per [il] governo russo”).

Il rapporto interno, segreto, su Lesin è stato redatto per conto dell’Fbi dall’ex agente dell’Mi6 Christopher Steele, noto per essere l’autore di un altro discusso resoconto: quello che accusa il presidente Donald Trump di essere sotto ricatto da parte dei servizi segreti russi.

”Quello che posso dirti è che non c’è una sola persona all’interno dell’ufficio che crede che questo tizio si sia ubriacato, sia caduto e sia morto”, ha detto uno degli uomini del Bureau che BuzzFeed aveva sentito già un anno fa. Parlavano riprendendo la ricostruzione fatta dalla corte americana che si è occupata del caso Lesin, nell’ambito di un’inchiesta già condotta dal sito

Risultato del lavorone giornalistico dello scorso anno nelle parole di un altro agente/fonte: “Tutti pensiamo che sia stato picchiato e che dietro ci fossero Putin o il Cremlin”. Il rapporto di Steele da cui BuzzFeed parla in questi giorni dice che Lesin è stato ucciso da picchiatori/sicari che “un oligarca amico di Putin gli aveva spedito a casa”.

 (Foto: Kremlin.ru, Vladimir Putin durante una visita al nuovo quartier generale del Gru)

 

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Nella guerra delle spie, dopo il caso Skripal, ora è la volta della morte di Lesin

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