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La notte scorsa, durante la 75esima edizione dei Golden Globe, Oprah Winfrey ha ricevuto il premio alla carriera. Sarebbe da scrivere che Oprah – messo solo col nome, come fanno in America – è una conduttrice televisiva statunitense, ma è riduttivo per quei pochi che non la conoscono: Oprah è produttrice, editrice, attrice, ma soprattutto è un personaggio pubblico enormemente influente. Per capirci, un’immagine che ne ha dato l’attrice Reese Witherspoon mentre le stava consegnando il premio: “I suoi abbracci possono fermare le guerre”.

Winfrey ha fatto un discorso enorme, uno speech politico sui neri e sulle donne – l’edizione dei Globe di ieri era fortemente dedicata agli scandali sessuali che hanno colpito il mondo dell’entertainment americano, con le partecipanti che hanno tenuto per questa ragione un total look nero –, ma ha parlato anche delle condizioni di vita negli Stati Uniti, di speranza, del sogno americano. Ha citato Sidney Poitier (il primo attore di colore a vincere l’Oscar), poi Rosa Parks e Recy Taylor (una giovane donna, madre, rapita e violentata da sei uomini negli anni Ottanta, morta una decina di giorni fa a 98 anni).

Chiusa del suo intervento particolarmente programmatica: “All’orizzonte c’è un nuovo giorno […] quando l’alba finalmente arriverà, sarà per merito di donne eccezionali, alcune delle quali sono in questa stanza, e di alcuni uomini fenomenali, che lottano duramente per diventare i leader che ci porteranno verso un tempo in cui nessuno debba più trovarsi a dire Me Too” (Me Too è il movimento di denuncia per le molestie sessuali nominato person-of-the-year dal Time: Oprah ha detto che è particolarmente fiera dalle donne che “si sono sentite forti abbastanza da parlare e condividere le loro storie private”, e queste donne che dopo anni hanno denunciato le denunciare le molestie sono la sua attuale ispirazione).

In molti hanno fatto notare che le parole di Oprah sono state commoventi, ma soprattutto “presidenziali”. Vice News per esempio titola il suo pezzo con un eloquente “Everyone thinks Oprah is running for president-her partner too”, tutti pensano che si stia per candidare, compreso il suo partner. Lei insiste a dire che non si candiderà nel 2020, ma dopo quel genere di discorso in molti cominciano a pensarla – sul serio – differentemente, compreso l’uomo con cui la mogul ha un’unione spirituale, Stedman Graham, che a Bloomberg ha rilasciato un “non lo so, non lo so”, davanti alle domande sul futuro politico della compagna, e al Los Angeles Times ha detto che “dipende dalle persone”, che avrà intorno, “ma lei lo farebbe assolutamente”. Attenzione: Brian Stelter della CNN ha un pezzo in più, perché alcune fonti gli dicono che “ci sta pensando attivamente” – di solito Stelter è sempre ben informato.

I numeri. Un sondaggio Quinnipiac dello scorso marzo  dice che l’approvazione nazionale di Oprah le dà un vantaggio di 29 punti percentuali in un’eventuale sfida tra due anni con l’attuale presidente, anche se quasi il 70% degli intervistati ha dichiarato che non dovrebbe candidarsi nel 2020. Un altro del Public Policy Polling le dà un vantaggio più risicato.

Ufficialmente Oprah dice che “non correrò mai per un incarico pubblico” – nonostante già nel 2015 Donald Trump l’avesse menzionata come sua possibile vicepresidente sulla ABC, riprendendo una sua uscita provocatoria di diversi anni prima –, ma appena ieri sera è salita sul palco del Beverly Hilton Hotel di Beverly Hills l’hashtag #Oprah2020 s’è impennato tra i trend. “Nel 1982, Sidney [Poitier] ha ricevuto il Cecil B. DeMille Award (il titolo ritirato da Oprah ndr) proprio qui, ai Golden Globe, e non dimentico che in questo momento ci sono alcune ragazzine che stanno a guardarmi visto che sono la prima donna nera a ricevere questo premio. È un onore, un privilegio condividere questa serata con tutte loro, e anche con gli incredibili uomini e donne che mi hanno ispirata, messa alla prova, sostenuta e hanno reso possibile il mio viaggio fino a questo palco”, ha detto. Un attento osservatore del mondo americano che preferisce l’anonimato, fa notare a chi scrive che le parole di Winfrey sono state “più obamiane di Obama”, e forse potrebbe essere una speranza per il futuro dei democratici, che hanno una piattaforma politica particolarmente disorganizzata.

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