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La Cina ha annunciato domenica nuove limitazioni agli acquisti governativi di dispositivi medici provenienti dall’Unione europea, in risposta alle misure restrittive introdotte da Bruxelles lo scorso mese. Il ministero delle Finanze cinese ha stabilito che gli enti pubblici non potranno acquistare dispositivi medici europei dal valore superiore a 45 milioni di yuan (6,3 milioni di dollari). Inoltre, sarà vietata l’importazione di dispositivi medici di altri Paesi che contengano componenti europee per oltre il 50% del valore del contratto.

LA MISURA EUROPEA

La decisione arriva dopo che la Commissione europea aveva escluso le aziende cinesi dalle gare pubbliche per dispositivi medici per un valore annuo di almeno 60 miliardi di euro. Accusando Pechino di pratiche discriminatorie, l’Unione ha più volte ribadito che la misura è conforme al quadro Wto. Un’indagine di nove mesi conclusa a gennaio aveva rilevato che l’87% delle gare pubbliche cinesi nel settore penalizzava le imprese europee. Le restrizioni Ue sono le prime adottate nell’ambito dell’International procurement instrument, entrato in vigore nel 2022.

LA RISPOSTA DI PECHINO

“Nonostante la buona volontà e la sincerità della Cina, l’Ue ha insistito nel prendere misure restrittive e costruire nuove barriere protezionistiche. Perciò la Cina non ha altra scelta che adottare misure restrittive reciproche”, ha dichiarato il ministero del Commercio cinese. Restano esclusi dalle misure i prodotti di aziende europee realizzati in Cina. Il clima di tensione si inserisce in un contesto già segnato dai dazi europei sulle auto elettriche cinesi e dalle tariffe cinesi – annunciate venerdì, sul brandy importato dall’Ue. Intanto, il vertice Ue-Cina previsto per luglio, in occasione dei cinquant’anni di relazioni diplomatiche, potrebbe essere accorciato di un giorno, secondo quanto riportato da Bloomberg.

BRUXELLES VALUTA LE PROSSIME MOSSE

“Siamo rammaricati rispetto alla decisione del governo cinese di imporre misure sui dispositivi medici importati dall’Ue nell’ambito degli appalti pubblici cinesi. La nostra misura è stata attentamente calibrata per garantire condizioni di parità e rispondere in modo proporzionato alle barriere esistenti negli appalti in Cina”, ha affermato Olof Gill, portavoce della Commissione europea per il commercio. “La Commissione ha espresso in diverse occasioni la propria chiara volontà di cercare una soluzione reciprocamente soddisfacente ed è pronta a proseguire il dialogo con la Cina. La Cina ha invece deciso di esasperare ulteriormente la questione introducendo le nuove restrizioni, anziché avanzare proposte concrete che garantirebbero l’accesso reciproco e aperto ai mercati degli appalti pubblici, come auspicato dall’Ue. Esamineremo attentamente la natura e il potenziale impatto delle misure annunciate dalla Cina prima di decidere le prossime mosse”, ha aggiunto.

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