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Come avviene in altri Paesi membri dell’Unione europea e della Nato, la Cina sta cercando ache in Italia di far passare il messaggio di alternativa agli Stati Uniti facendo leva sui dazi imposti dal presidente Donald Trump e sul sentimento antiamericano diffuso da partiti come il Movimento 5 Stelle, da sempre piuttosto in sintonia con la narrazione di Pechino. Lo dimostrano le parole dell’ambasciatore Jia Guide e altri episodi che la stessa ambasciata ha condiviso nell’ultimo numero della “Newsletter sulla Cina” inviata la scorsa settimana agli iscritti.

L’intervista più recente dell’ambasciatore Jia è quella al media Relazioni internazionali di Tribuna economica, in cui descrive Cina e Italia come “promotrici attive e beneficiarie della globalizzazione economica” in un contesto dove la “crescita economica mondiale è lenta e in alcuni Paesi dilagano l’unilateralismo e il protezionismo”. “La Cina”, continua il diplomatico, “intende collaborare con l’Italia per continuare ad approfondire la cooperazione pragmatica con atteggiamento aperto, espandere il commercio bilaterale e gli investimenti bidirezionali e, cogliendo le opportunità offerte dal 55esimo anniversario relazioni diplomatiche, che ricorre quest’anno, promuovere la cooperazione sino-italiana, per ottenere nuovi risultati e lavorare insieme per dare un contributo utile alla prosperità e allo sviluppo dell’economia mondiale”.

L’ambasciatore ha parlato anche del settore automobilistico, centrale nel rapporto bilaterale ma anche nelle relazioni tra Cina e Unione europea e tra Cina e Stati Uniti e di conseguenza tra Unione europea e Stati Uniti. “L’Italia è una potenza dell’industria automobilistica europea e ci sono ampie prospettive di cooperazione tra Cina e Italia nel settore dei veicoli elettrici”, ha spiegato. “La Cina spera che l’Italia mantenga una posizione obiettiva ed equa, svolga un ruolo costruttivo nel risolvere prima possibile in modo adeguato le tensioni economiche e commerciali tra Cina e Ue e aumenti la fiducia e la motivazione delle aziende cinesi di veicoli elettrici a investire in Italia e in Europa”, ha aggiunto. Nel mirino, dunque, c’è l’Unione europea, con il classico tentativo cinese di fomentare le divisioni tra gli Stati membri. Bruxelles “ha insistito nell’imporre dazi elevati sui veicoli elettrici cinesi, che è una tipica pratica protezionistica”, ha detto Jia sminuendo i “cosiddetti ‘sussidi’” al centro della reazione della Commissione europea.

L’intervista viene ripresa nella newsletter, che si apre con un messaggio sottoscritto da oltre 40 rappresentanti del settore imprenditoriale internazionale, che hanno incontrato il presidente Xi Jinping nei giorni scorsi, e che incensano la Cina come “faro di stabilità per l’economia mondiale”. C’è poi la ripresa di un articolo dell’ambasciatore Jia sul Messaggero e Mattino in cui sottolinea come l’unilateralismo e le guerre commerciali, specialmente quelle avviate dagli Stati Uniti, stiano minacciando il sistema commerciale multilaterale basato sulle regole dell’Organizzazione mondiale del commercio. Sempre a sua firma c’è un articolo sul Sole 24 Ore (i cui contenuti cinesi hanno in passato alimentato tensioni interne con le proteste del comitato di redazione) in cui auspica che l’Europa si impegni a rafforzare la cooperazione con la Cina per promuovere una globalizzazione equilibrata e sostenibile. Infine, un articolo dello stesso diplomatico pubblicato dall’Ansa (che fino a pochi mesi fa, dopo l’accordo nel 2019 al tempo della Via della Seta, pubblicava il notiziario dell’agenzia stampa ufficiale cinese Xinhua), in cui racconta la volontà della diplomazia cinese di collocarsi “dalla parte giusta della storia”.

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