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“Siamo in una situazione umiliante per il Paese perché non riusciamo a fare un tubo da un metro e mezzo”. Lo ha detto il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda sul Tap alla presentazione del World Energy Outlook 2017 dell’International energy agency tenuta al Palazzo Eni.

Tra gli strumenti utili per affrontare la transizione energetica, il ministro ha ricordato in primis quello della consapevolezza. “Sarà una transizione obbligata, lunga e complicata”, ma “non è una sfida che ci spaventa ed è una sfida che combattiamo soprattutto con noi stessi”, ha detto, facendo riferimento alla mancata capacità di “delivery and esecution” italiana.

Il problema è che “per ogni infrastruttura che si fa, in Italia, ci bloccano perché sembra che il territorio venga violato anche quando il tubo sta sedici metri sottoterra ed è grosso un metro e mezzo”. Parole severe, quelle del ministro, orientate al raggiungimento di una concretezza, a sua opinione, latente nel Paese.

L’obiettivo, ha ricordato il ministro, deve essere quello dell’efficienza energetica, ma bisogna anche “costruire meccanismi che mettano al riparo da eventuali shock pezzi dell’industria che ne sarebbero colpiti”. Mentre si punta all’ambiente, dunque, non bisogna dimenticare che si rischia “di far perdere posti di lavoro”. “La fase di transizione sarà lunga – ha aggiunto – e quando dico lunga intendo che non bisogna farsi prendere dall’idea che tutto accadrà domani mattina”, arrivando così a scelte “sconclusionate” che gravano con costi altissimi.

Il ministro ha poi parlato del gas: “È possibile che il passaggio verso la penetrazione delle rinnovabili sia accelerato da innovazioni che ancora non conosciamo, ma finché questo processo non avviene bisogna tener conto del gas come migliore strumento per la transazione”. Due, dunque, le strade da percorrere: “diversificazione delle fonti” e mantenere “un prezzo competitivo”.

In ultima battuta, la sfida della sicurezza. “È la sfida più grande di tutte”, ha detto il ministro, manifestando l’urgenza di dedicare parte degli investimenti ad “ammodernamento e messa in sicurezza delle reti”.

Secondo Calenda, quella della transizione energetica non è solo una grande sfida di pianificazione, ma in primo luogo una grande opportunità, perché “le economie mature crescono solo quando solo ci sono salti tecnologici”.

“È però una grandissima occasione – ha spiegato il ministro – che presuppone la capacità di un Paese di essere consistente con le proprie scelte nel corso degli anni e di rimuovere quello che io considero in Italia il più grande problema che abbiamo, ovvero l’incapacità di costruire infrastrutture, soprattutto quelle energetiche in tempi brevi perché c’è un problema di veti continui e costanti che difficilmente si riescono a superare”.

Cosa ha detto Calenda alla presentazione del World Energy Outlook

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