Skip to main content

Donald Trump non abbandonerà l’Europa e la Nato, perché “gli Usa hanno bisogno di alleati”. Questo il messaggio che John Sullivan, Vicesegretario di Stato degli Stati Uniti d’America, ha voluto portare da Washington a Roma, prendendo la parola al Centro Studi Americani, dove è stato accolto dal direttore Paolo Messa e introdotto dal presidente Gianni De Gennaro. “Il nostro impegno è assolutamente indubitabile. Siamo impegnati nei confronti dei nostri alleati, in particolare nei confronti di quelli della Nato” ha assicurato Sullivan, che lo scorso maggio, dopo una lunga carriera fra il dipartimento della Difesa e del Commercio, è stato chiamato dal presidente Trump e dal segretario Rex Tillerson ai vertici del dipartimento di Stato. Russia, Turchia, Iran, Nato, Corea del Nord, Israele: Sullivan non si è sottratto a nessuna delle domande dei presenti nella sala del Csa, gremita, oltre che di studenti e giornalisti, di rappresentanti diplomatici come Ofer Sachs e Yevhen Perelygin, rispettivamente ambasciatori in Italia di Israele e Ucraina, la vice-capo missione Usa Kelly Degnan, ma anche dirigenti aziendali come Gioia Ghezzi (presidente di Gruppo FS), Luca Lanzalone (presidente Acea) e Lapo Pistelli (vicepresidente Eni). Sullivan ha difeso strenuamente la dottrina Trump in politica estera, pur riconoscendo qualche limite, come la mancata nomina di un ambasciatore a Bruxelles, e ha ripercorso le sfide che vedono all’estero Italia e Stati Uniti impegnati su un fronte comune.

IL PLAUSO ALLE MISSIONI ITALIANE ALL’ESTERO

Non importa chi salirà a Palazzo Chigi il 4 marzo, né chi vincerà alle elezioni di mid-term il prossimo novembre: il numero due di Foggy Bottom ha assicurato che nulla potrà scalfire “la solidità delle relazioni fra Italia e Stati Uniti”. L’Italia incassa un plauso continuo da Washington anche e soprattutto per i fronti in cui i suoi militari e addestratori si trovano oggi spalla a spalla con l’esercito americano: Libano, Iraq, dove “l’Italia è il secondo contributore per quantità di truppe”, Afghanistan con la missione Resolute Support. Bene anche la risposta italiana alla crisi migratoria, ha riferito Sullivan, aggiungendo che su quesi temi “gli Stati Uniti condividono le preoccupazioni del governo italiano”.  Sulla gestione della crisi libica l’Italia ha assunto e continua ad assumere “una posizione di leadership”. Sullivan, che parteciperà a breve al G5 Sahel, ha poi dato la benedizione del dipartimento di Stato alla missione nell'”inferno” del Niger: “Gli Stati Uniti supportano fermamente la missione italiana di contrasto al terrorismo”.

MOSCA, KIEV E LE INTERFERENZE RUSSE ALLE ELEZIONI

Mentre Trump in persona decide di ammettere la possibilità di un’interferenza russa alle elezioni del 2016, pur negando il coinvolgimento del suo team (“Non ho mai detto che la Russia non ha interferito” ha scritto su twitter), Sullivan ha preferito rimanere cauto non esprimendosi sulle indagini del procuratore Robert Mueller. Quanto al pericolo incombente sulla tornata italiana del 4 marzo, il Vicesegretario, che lunedì mattina ha incontrato, fra gli altri, il ministro degli Esteri Angelino Alfano, ha riferito le impressioni dei suoi colleghi italiani: “I miei interlocutori sono tranquilli. Sono cauti ma ottimisti, le elezioni saranno libere”. Di Russia si è parlato soprattutto in merito agli accordi di Minsk. Pieno appoggio al presidente ucraino Petro Poroschenko, dura condanna dell’invasione della Crimea ad opera di Mosca: gli Stati Uniti non possono accettare che “nel ventunesimo secolo le frontiere siano modificate con la forza”.

TENSIONI E DISTENSIONI IN MEDIO ORIENTE: IRAN, TURCHIA, QATAR

Sull’accordo sul nucleare con l’Iran la posizione di Sullivan è la stessa di Trump, l’approccio più cauto. Il Jcpoa non va sbianchettato definitivamente, ma corretto “nelle sue falle”. L’appello, più che a Teheran, è sembrato rivolto agli alleati europei che si sono impegnati con il governo di Rohani: Trump, ha riferito Sullivan, “vuole vedere un impegno degli alleati europei che garantisca che questi argomenti siano affrontati”. Più ancora dell’accordo del 2015, ha aggiunto, preoccupa Washington la proliferazione di missili balistici iraniani, e lo zampino di Teheran in Yemen, Siria, Libano. Parole concilianti anche nei confronti della Turchia di Erdogan, dove Tillerson si è recato in visita lo scorso 15 febbraio. La relazione con l’alleato della Nato “è estremamente importante” ha sottolineato Sullivan. Nessun cenno specifico all’operazione militare turca ad Afrin, nel nord della Siria, contro i curdi dello Ypg: solo la garanzia che Washington “riconosce le esigenze di sicurezza della Turchia”. Segnali di apertura sono infine giunti verso il Qatar, da giugno del 2017 isolato dai Paesi del Golfo e dalla Casa Bianca con l’accusa di finanziare i terroristi. Il Vicesegretario, ringraziando il Kuwait per la mediazione, ha parlato di schiarite all’orizzonte: “abbiamo incontrato una delegazione qatarina, pensiamo che il Qatar abbia fatto significativi passi avanti”.

COREA DEL NORD: NO AL CAMBIO DI REGIME, SI AL DIALOGO

“Le sanzioni da sole non risolveranno il problema, dobbiamo avere colloqui con i nordcoreani al momento opportuno”. Così il numero due del dipartimento di Stato ha auspicato un faccia a faccia con una delegazione nordcoreana per dare avvio al disgelo. Un’operazione non facile, perché, dopo decenni in cui “gli Stati Uniti e gli altri Paesi hanno cercato di usare la carota”, Pyongyang continua imperterrita la sua “marcia inesorabile lungo la strada dello sviluppo nucleare”. Il Vicesegretario ha voluto però precisare che Washington non ha alcun interesse a detronizzare Kim Jong-un con un cambio di regime, né tantomeno ad un processo di unificazione, perché “spetta ai coreani decidere”.

GERUSALEMME CAPITALE: UN DATO DI FATTO

Riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele non è stato altro che “il riconoscimento di un dato di fatto”. Così Sullivan ha tagliato corto sulle polemiche che continuano a infiammare il Medio Oriente dopo che Trump ha deciso di esporsi sull’annosa questione di Gerusalemme. Proteste, reazioni violente e una buona dose di doping mediatico erano conseguenze “cui eravamo preparati” ha chiosato il vice di Tillerson. Che ha poi tenuto una porta aperta alla Palestina: è infatti “assolutamente possibile” che Gerusalemme sia anche “la capitale dello Stato palestinese”, purché i palestinesi “tengano alta l’attenzione sul processo di pace”.

 

Trump

L'Italia, la dottrina Trump e le sfide comuni. Parla il Vicesegretario di Stato John Sullivan

Donald Trump non abbandonerà l'Europa e la Nato, perché "gli Usa hanno bisogno di alleati". Questo il messaggio che John Sullivan, Vicesegretario di Stato degli Stati Uniti d'America, ha voluto portare da Washington a Roma, prendendo la parola al Centro Studi Americani, dove è stato accolto dal direttore Paolo Messa e introdotto dal presidente Gianni De Gennaro. "Il nostro impegno…

Mosca può condizionare il voto facendo leva su immigrazione e crisi economica. Parla l'esperta Usa

L'Italia "fa bene a temere le fake news di Mosca, realizzate sapientemente su temi divisivi come l'immigrazione per polarizzare l'opinione pubblica e dividerla per fini politici". Ad inquadrare il problema della disinformazione online - da tempo sotto i riflettori dell'intelligence anche nella Penisola, ma sempre più seguito anche dalla stampa data l'imminenza della tornata elettorale del 4 marzo - è Laura…

L'accordo sul gas tra Egitto e Israele in un quadrante chiave per l'Eni e l'Italia. Parla Dentice (Ispi)

Israele ha firmato un accordo "storico" per la fornitura di gas naturale all'Egitto: lo ha annunciato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu (suo il virgolettato). L'intesa è stata chiusa dall'israeliana Delek Drilling, insieme al partner americano Nobel  Energy, e prevede la vendita di 64 miliardi di metri cubi di gas per un  periodo di dieci anni alla compagnia egiziana Dolphinus Holdings.…

minniti strasburgo

Monitoraggio e prevenzione. Così l’Italia ​contrasta la minaccia del terrorismo

La sconfitta militare dell’Isis non diminuisce il rischio attentati in Europa e in Italia per la persistenza di una propria struttura organizzativa, per il ruolo qualche volta dimenticato di al Qaida e anche per la presenza sul territorio nazionale “di soggetti radicalizzati o comunque esposti a processi di radicalizzazione”. È la sintesi dell’analisi che la Relazione annuale sulla politica dell’informazione…

Servizi segreti

Come funziona l’intelligence italiana? Dieci anni di previsioni e obiettivi raggiunti

Terrorismo di matrice jihadista, migrazioni di massa e guerra cibernetica. Le minacce di oggi erano state previste dieci anni fa dall'intelligence italiana, che ha saputo sfruttare la meglio la riforma del comparto del 2007 pur negli anni più complessi della storia recente. Il lavoro però non è finito, anzi deve proseguire per un futuro che continua ad apparire denso di…

gentiloni, sicurezza

007, missione depredare l'economia italiana. Così l'intelligence contrasta chi vuole aggredire il Sistema Paese

"Sono andate intensificandosi le manovre di attori esteri, sospettati di operare in raccordo con i rispettivi apparati intelligence, attivi nel perseguimento di strategie finalizzate ad occupare spazi crescenti di mercato anche attraverso pratiche scorrette, rapporti lobbistici, esautoramento o avvicendamento preordinato di manager e tecnici italiani, nonchè ingerenze di carattere spionistico per l’acquisizione indebita di dati sensibili". Per questo lo Stato deve tenere gli…

Anarchici, no-Tap, neo-fascisti. I nuovi volti dell'estremismo in Italia secondo i Servizi

Il sovversivismo, rosso, nero o bianco che sia, è ancora realtà in Italia. Lo rivela la relazione annuale sulla politica dell'informazione per la sicurezza, l'undicesima dalla riforma del Comparto nel 2007, presentata questo martedì a Palazzo Chigi dal presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e dal direttore del Dis Alessandro Pansa, (nella foto). Il trend nel 2017, sostengono i Servizi, sembra…

Quali sono le minacce cyber secondo la relazione dei servizi segreti italiani

Il rafforzamento delle capacità italiane nell’universo cyber "deve essere costante e incisivo", perché "lo stesso futuro" del Paese "si basa in larga misura sull'efficacia in questo settore che, nelle sue svariate applicazioni, è trasversale" a tutti gli altri. È questo uno dei moniti contenuti nella nuova Relazione annuale sulla politica dell’informazione per la sicurezza, realizzata a cura del Dipartimento delle…

Qatar, Turchia e Stati Uniti investono nella criptomoneta del Venezuela

Petro, la criptomoneta creata dal governo venezuelano, sembra avere conquistato investitori provenienti dalla Turchia, Qatar e Stati Uniti. L’annuncio è stato fatto dall’ente regolatore della moneta virtuale del Venezuela a proposito della prevendita della valuta digitale. Carlos Vargas, sovrintendente del Dipartimento per il Petro, ha dichiarato lunedì a Caracas, a seguito di una riunione politica dell’esecutivo, che settimana prossima ci…

Il "problema" dei giovani

Nei convegni dove ho la possibilità di esprimere il mio pensiero continuo ad affermare un principio che seppur banale continua a non trovare residenza nella politica in generale e, ancor meno, in quella che definiamo “attiva”: il “problema” giovani. Con esso intendendo principalmente l’enorme percentuale di disoccupati, inoccupati e nullafacenti, che non si risolve con le “norme”! Nei dibattiti si…

×

Iscriviti alla newsletter