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Cesa, Fitto e Quagliariello si stringono la mano: anche Idea entra nella ‘quarta gamba’ ed ora la formazione di centrodestra punta a superare la soglia del 3%. Un passo indietro rispetto alla decisione delle scorse settimane? Il senatore Gaetano Quagliariello racconta a Formiche.net cosa è cambiato.

Ieri si chiuso l’accordo tra Udc e Noi con l’Italia e oggi l’annuncio dell’intesa con il suo movimento, Idea. Come si è arrivati a questo risultato?

Noi abbiamo sempre detto una cosa: la cosiddetta ‘quarta gamba’ avrebbe dovuto preservare l’autonomia di ogni singola componente, dando un riferimento a quegli elettori delle liste civiche, cristiani, liberali e conservatori, che non si riconoscevano nei partiti tradizionali di centrodestra. All’inizio, purtroppo, l’impostazione prevalsa non è stata questa ma, piuttosto, quella della creazione di un nuovo soggetto politico, cosa auspicabile ma non scontata, che andrebbe costruita con serietà e pazienza. Ora, invece, si è affermata un’impostazione diversa di tipo federativo. Idea, quindi, può entrarci con la sua autonomia. Su questa base ci siamo.

Rinascimento è, invece, definitivamente fuori dal progetto?

Sulla questione Sgarbi c’è un problema sistemico: questa legge elettorale spinge naturalmente le forze, diciamo ‘estranee’, ai tre partiti tradizionali di centro destra a presentarsi insieme. Tutte devono sacrificare qualcosa in una logica di dignitoso compromesso. Questo è ciò che noi abbiamo fatto. Al contrario, la proposta di Sgarbi è molto legata a lui, alla sua forza dirompente e questo mal si sposa con una logica di compromesso che deve essere per forza privilegiata. Tuttavia, dal punto di vista culturale, auspicherei che una soluzioni si trovi: in maniera del tutto originale, anche rispetto al linguaggio politico, sono convinto che Sgarbi incarni laicamente dei valori dell’umanesimo occidentale e cristiani che rientrano perfettamente nella logica di questa nuova componente.

Cosa è cambiato rispetto alle scorse settimane?

Noi con l’Italia aveva dato vita ad un vero e proprio partito, stilando anche un organigramma. Quella che nasce oggi è, invece, una cosa completamente differente che può puntare a superare di gran lunga il 4% e che consente alle varie componenti di preservare la loro autonomia. Esattamente lo schema che avevo proposto inizialmente e sul quale si è creata l’incomprensione. Oggi l’incomprensione è superata.

Che ruolo ha avuto Lorenzo Cesa nella trattativa?

L’ingresso dell’Udc ha sicuramente reso il progetto più articolato, non limitato all’idea di creare immediatamente un nuovo partito. Questo ha agevolato. Poi è chiaro che Cesa ha reso molto più alla portata di mano l’obiettivo del 3%.

Rispetto ai numeri, che previsioni fate?

Credo che con questo schieramento si superi agevolmente il 3%. In particolare al Sud ma non solo, possiamo essere il vero valore aggiunto che consente alla coalizione di centrodestra di superare il 50% della rappresentanza parlamentare, facendola quindi diventare autosufficiente.

Nei prossimi giorni sarà convocato il tavolo del centrodestra. Accanto a Berlusconi, Salvini e Meloni siederete anche voi?

Io credo sia un bene che questa componete ci sia. Penso anche che sia nell’interesse di quelli che oggi sono più distanti avere una forza che renda la coalizione autonoma e che dia al centrodestra la possibilità di governare da solo. Ovviamente queste garanzie devono essere ricercate in un tavolo comune. Se il centrodestra sarà autonomo dal punto di vista dei numeri anche le possibilità che si creino strane alleanze e governi di larghe intese saranno oggettivamente scongiurate.

A proposito di strane alleanze, tra le richieste avanzate dal leader del Carroccio c’è anche quella di sottoscrivere un ‘patto anti inciucio’.

Io credo che il vincolo di mandato sia contrario alle logiche della democrazia parlamentare. D’altra parte, però, un patto ‘anti-renzismo’ Idea lo ha già firmato con i fatti quando tutti si affannavano a salire sul carro del vincitore. Credo che per noi, e per la nostra volontà di non avere nulla a che fare con il renzismo, parli la storia di questi due anni e mezzo.

Da costituzionalista ed ex ministro del governo Letta quali auspica possano essere le priorità per la prossima legislatura?

Non credo che si possa parlare di grande riforma ma, tuttavia, sono convinto che si possano comunque realizzare alcuni interventi importanti, sia per migliorare il bicameralismo, rendendolo più moderno e meno farraginoso, che nel rapporto tra Stato e Regioni in favore di una visione sussidiaria dello Stato e della valorizzazione dei corpi intermedi. Non parlerei però, fosse anche per scaramanzia, di grande riforma.

Dopo le alleanze i contenuti, quale sarà il contributo di Idea nella definizione del programma elettorale?

Noi abbiamo disegni di legge già pronti sui temi bio-etici, sulla condizione giovanile, la ricostruzione nelle zone terremotate, la tutela dei risparmiatori, il rapporto tra Bankitalia e la Consob. E ancora, la riforma fiscale (flat tax), la legge sull’equo compenso e sui lavori usuranti. Non stiamo parlando di idee astratte ma di progetti di legge predisposti e che possono entrare come priorità in un Consiglio dei Ministri. Ovviamente si tratta di proposte che, prima di tutto, condivideremo con la nostra componete ma che poi porteremo al tavolo del centrodestra, magari proprio a partire dal prossimo incontro.

Porterà un contributo diretto in Parlamento?

Mi sono messo in gioco e, ovviamente, sono pronto a giocare questa partita.

lega, centrodestra, Quagliariello

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Di Caterina Danese

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