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Sì è conclusa tra l’esultanza dei lavoratori dello stabilimento di Carpiano la vertenza tra i Cobas e Sda. Bandiere al vento e urla di gioia mentre la guardia della vigilanza, con le tronchesi, faceva saltare il lucchetto che da diverse settimane chiudeva la strada d’accesso a quei magazzini a Sud di Milano ormai noti in tutta Italia, strabordanti di merce che da troppo tempo attende di essere consegnata.

70 MILA PACCHI DA RECAPITARE

Il paesaggio è quello classico della periferia milanese, fatto di capannoni squadrati, interminabili filari di pioppi e stradine tutte uguali consumate dal continuo transito dei mezzi pesanti. Di fronte ai cancelli di Sda a metà pomeriggio staziona un capannello un po’ più folto del solito: tra le trenta e le quaranta persone. Sono tutti facchini, per la maggior parte di origine extracomunitaria. Sventolano le bandiere dei due sindacati che fino alla fine hanno continuato la protesta, attirando gli strali delle altre sigle e mettendo a serio rischio la tenuta stessa di Sda, che ora dovrà ripartire smaltendo anzitutto oltre 70 mila pacchi. Molti contenevano merci deteriorabili andate a male da tempo. Durante la serrata i capannoni sono stati invasi dai topi e dai vermi. Bisognerà ripulire tutto. E pagare le penali.

L’EFFICACIA DELL’ULTIMATUM

Nemmeno un’ora prima, in centro a Milano, a pochi passi da San Babila, nei locali della Prefettura veniva firmato l’accordo tra le parti che ha consentito a quel lucchetto di saltare tra la gioia dei lavoratori. Con ogni probabilità, a imprimere questa improvvisa accelerazione, dopo un mese di scontri tra la dirigenza di Sda e i Cobas, accuse reciproche e minacce al vetriolo, l’ultimatum di Poste Italiane: solo 24 ore prima, infatti, aveva minacciato la chiusura dell’hub di Carpiano.

I PUNTI DELL’ACCORDO

L’intesa raggiunta dinnanzi al Prefetto, Luciana Lamorgese (nella foto), verte anzitutto sulla necessità di riaprire immediatamente il magazzino e sul ripristino dell’operatività dell’hub. È stato poi trovato un accordo sul punto che finora aveva creato maggiori problemi e il secco rifiuto di Sol Cobas di proseguire la trattativa: la cassa integrazione a turnazione. Secondo il nuovo piano, i lavoratori inizialmente saranno impiegati in regime di alternanza, dato il forte calo dei volumi. Tale periodo verrà coperto dal Fondo Integrazione Salariale. Si tornerà al tempo pieno, indipendentemente dalla mole di lavoro, dal 20 novembre.

FIT-CISL: “I FATTI DI CARPIANO NON SI RIPETANO”

A rimarcare lo strappo tra le sigle sindacali il duro commento di Maurizio Diamante, Coordinatore nazionale Fit-Cisl per la logistica: “Noi non condividiamo la soddisfazione del Prefetto”, ha detto. “Nell’ultimo mese abbiamo visto di tutto – ha ricordato – come ad esempio pacchi bloccati con medicinali a rischio scadenza e lo stabilimento di Carpiano infestato dai ratti. Il risultato di questa follia incide pesantemente su tutti i lavoratori. Ora Sda dovrà farsi carico delle salvaguardie occupazionali”. Quindi il monito: “Auspichiamo che nessuno si illuda che i fatti di Carpiano siano un episodio isolato, perché c’è il rischio che ne accadano altri se non si interviene seriamente sul problema degli appalti nella logistica”.

I COBAS PROMETTONO NUOVE BATTAGLIE

E infatti, mentre Sol Cobas (il fronte fino a poche ore fa più battagliero) taceva, Si Cobas è già tornata a minacciare nuove vertenze. In un comunicato ha reso noto che: “La lotta non finisce con questo accordo, visto che i piani di Sda e Poste Italiane hanno ancora all’orizzonte i licenziamenti e la riduzione dei costi da far ricadere sulle spalle dei lavoratori, nonché la reintroduzione del jobs act”.

Insomma, si va verso un inverno caldo. Con queste premesse e lo spettro di altre agitazioni sembra difficile che Sda possa tornare a guadagnare nuovamente la fiducia della propria utenza.

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