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I rapporti fra Angelino Alfano e Matteo Renzi hanno raggiunto forse il punto più basso. Mai finora il leader centrista aveva attaccato direttamente e senza perifrasi l’ex premier e segretario del Pd. Oggi il ministro degli Esteri ha usato parole nette di censura verso la fregola elettoralistica di Renzi.

IL CASUS BELLI

Il casus belli è l’accordo stretto fra Renzi con Forza Italia e Movimento 5 Stelle per una sorta di modello elettorale simil-tedesco che con uno sbarramento al 5% castra le ambizioni dei movimenti centristi, in primis quelle di Alternativa popolare, di poter essere rappresentati nel prossimo parlamento. Anche se le parole di Alfano trascendono la questione della soglia.

LE PAROLE DI ALFANO

“In questo momento così delicato non si vota per la legge elettorale, ma si vota lo scioglimento delle Camere e io non capisco l’impazienza del Pd di portare l’Italia al voto tre o quattro mesi prima in piena legge di stabilità. Rivolgo un appello al Pd prima della loro Direzione: pensino all’Italia e al danno che questa impazienza di rientrare a Palazzo può fare all’economia”. Queste le parole scandite oggi dal leader di Ap: “Non abbiamo posto la questione della soglia, ma una questione di principio sulla legge elettorale, perché ci uniremo ad altri e supereremo la soglia del 5%”, ha aggiunto Alfano, sottolineando che “ci sono tante forze politiche e persone della società civile che ci hanno dato disponibilità ad aggregare una coalizione liberale popolare che supererà la soglia, se sarà quella”.

IL PUNTO

Nonostante gli strepitii centristi, che solcano anche ad esempio il movimento Direzione Italia di Raffaele Fitto ed Energie per l’Italia di Stefano Parisi, si va verso un modello in stile tedesco. Renzi vede possibile un accordo con Forza Italia e M5S su un modello proporzionale, con soglia di sbarramento al 5%. Rosato ha commentato: “Tutto bene” dopo l’incontro tra Pd e M5S. Domani tocca ai capigruppo di Forza Italia. L’obiettivo dei tre maggiori partiti è difendere la soglia di sbarramento al 5%.

CHE COSA DICE RENZI

“La legge elettorale della Germania non è la mia preferita, anzi. Tuttavia in queste ore molti partiti tra quelli che hanno sostenuto il no al referendum la stanno indicando come proposta al Paese. Il Pd non ha i numeri da solo. Ma se dobbiamo andare sul modello tedesco che sia tedesco anche nella soglia di sbarramento al 5% (così da limitare il numero dei partitini in Parlamento). E che ci siano i nomi sulla scheda: voglio sapere almeno il nome e il cognome di chi voto”. Così ha scritto Matteo Renzi nella sua e-news.

LA TEMPISTICA

Domani il testo approderà nell’Aula della Camera dove sul via libera non ci sono problemi di numeri. Diversa invece la situazione a Palazzo Madama dove il no di Mdp-Articolo 1 alla fiducia rischia di mettere in seria difficoltà palazzo Chigi. D’altra parte, il soccorso berlusconiano di Forza Italia, e più in generale del centrodestra che ha permesso il via libera all’emendamento alla Camera, difficilmente potrà ripetersi al Senato nel caso il governo dovesse porre la fiducia, nota l’Ansa. Un quadro generale che rende più forte la tendenza verso le urne in autunno.

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