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Le azioni di Israele contro le postazioni Unifil sono “rilevanti e gravissime, violazioni del diritto internazionale, non incidenti”, ha dichiarato Guido Crosetto, ministro della Difesa, durante l’informativa al Senato del 17 ottobre. Crosetto parla di una crisi “gravissima, caratterizzata dal superamento di diverse linee rosse nonostante i ripetuti appelli della comunità internazionale”. Benché abbia ricordato che l’Italia sostiene il “diritto di Israele ad esistere e a difendersi dagli attacchi di chiunque”, il ministro ha anche sottolineato che, con la stessa forza, “chiediamo ad Israele di attenersi alle regole del diritto internazionale, di proteggere la popolazione civile e di rispettare le basi e il personale Unifil”. Riguardo alle reiterate richieste israeliane alle truppe Unifil di lasciare l’area dei combattimenti e ripiegare verso il fiume Litani, Crosetto ha ribadito che “le Nazioni Unite non possono accettare di prendere ordini da nessuna delle due parti in campo. Così come non è messa in alcun modo in discussione la nostra partecipazione ad Unifil, continueremo a farne a parte fino a quando le Nazioni Unite non decideranno diversamente: andare via ora non risolverebbe niente e minerebbe la stessa credibilità dell’Onu”. 

Italia e Francia alla testa degli sforzi europei

Nel frattempo, l’Italia prosegue gli sforzi multilaterali e bilaterali per trovare un terreno di confronto diplomatico. Anche in base a quanto emerso dalla riunione dei ministri della Difesa dei 16 Paesi europei che partecipano a Unifil, indetta dallo stesso Crosetto e dal ministro della Difesa francese, Sébastien Lecornu, il ministro ha chiesto a Israele “di riprendere ad essere un interlocutore con cui dialogare con spirito costruttivo e con l’obiettivo della pace. Le crisi internazionali si risolvono dialogando, non con la forza o con l’azione militare. Accettare l’opzione della forza significherebbe negare l’utilità di qualsiasi organo sovranazionale e multilaterale. Non lo faremo mai: l’idea non del governo ma del Paese è quello di promuovere spazi di pace, rifiutando il pensiero che quel territorio debba essere teatro di un conflitto permanente”.

Il futuro di Unifil

Sul futuro di Unifil, che opera su mandato del Consiglio di Sicurezza Onu per implementare la Risoluzione 1701, Crosetto ha sottolineato come si renda ora necessario ripensare le regole d’ingaggio e tornare a puntare sul rafforzamento delle Forze armate libanesi. “Con la schiettezza che si usa tra amici, chiediamo ad Israele di aiutarci a rafforzare Unifil e le forze armate libanesi per poter svolgere il loro compito e ottenere in modo pacifico ciò che Israele ha iniziato a fare con le armi”, ha affermato il ministro, aggiungendo poi che, non appena concluso il G7 Difesa, si recherà a Beirut e Tel Aviv per discutere direttamente con le parti in causa. Infine, Crosetto anticipa che “presto ci sarà poi una conferenza, in Italia, per rendere concreto il sostegno alle forze armate libanesi in termini finanziari, addestrativi e di equipaggiamento”. In ogni caso, l’impegno italiano per Unifil non è in discussione e l’Italia continua a considerare la missione Onu “come unica vera alternativa alla guerra”.

Unifil, una conferenza internazionale sul Libano. L’idea di Crosetto

Con l’aggravarsi della situazione al confine tra Libano e Israele, il ministro della Difesa ha riferito in Senato circa lo stato del contingente nazionale della missione Unifil e sulle prossime mosse della diplomazia italiana per garantire il rispetto della Risoluzione 1701. In programma una visita in Medio Oriente e, più avanti, una conferenza internazionale ospitata dall’Italia per il supporto a Beirut

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