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Dopo Kenya ed Etiopia anche il Ruanda ha firmato il protocollo d’intesa con Novartis Access. L’accordo fa parte della strategia del governo ruandese per aumentare gli investimenti nella prevenzione, diagnosi e cura delle malattie non trasmissibili (MNT). Le prime forniture di prodotti Novartis Access sono previste per l’inizio del 2017. Ecco i dettagli dell’accordo e i primi risultati del programma di Novartis, il gruppo con sede a Basilea, in Svizzera, che fornisce soluzioni terapeutiche per far fronte alle esigenze dei pazienti e della società.

IL PROTOCOLLO D’INTESA

L’annuncio dell’accordo è stato dato nel corso dell’evento “Improving care for chronic patients in lower-income countries” (“migliorare le cure per i pazienti cronici nei Paesi a basso reddito”) ospitato da Novartis Access e dalla Novartis Foundation. L’incontro ha riunito esperti di salute pubblica e rappresentanti di governi, di Ong e del mondo accademico, per esplorare le metodologie d’intervento tese a migliorare con azioni costanti le cure per i pazienti affetti da patologie croniche nei Paesi a basso reddito.

COSA FA NOVARTIS

Novartis Access possiede un portfolio di 15 medicinali (coperti e non coperti da brevetto) per la cura delle principali malattie croniche, che viene offerto a governi e clienti del settore pubblico al prezzo di un dollaro al mese per trattamento. Dal lancio del programma, nel mese di settembre 2015, in Kenya, Etiopia e Libano sono stati distribuiti oltre 100.000 trattamenti mensili. In Kenya sono state avviate attività di capacity-building destinate a implementare lo screening e la diagnosi per il diabete e l’ipertensione; sono inoltre in corso incontri istituzionali per introdurre il programma in oltre 10 Paesi in tre continenti. In preparazione della futura campagna di roll-out, sono state presentate alle autorità sanitarie di 19 Paesi le domande di approvazione regolatoria per 312 prodotti.

“Novartis è impegnata a fornire medicinali a prezzi accessibili ai Paesi a basso reddito – ma l’accessibilità economica è solo la punta dell’iceberg”, dichiara Joseph Jimenez, CEO di Novartis. “Per poter affrontare su scala adeguata le cause fondamentali dei problemi sanitari in questi Paesi, è necessario che i governi e le ONG collaborino con le aziende per integrare le competenze e le risorse del settore privato. Questo non è solo auspicabile: è essenziale”.

LE PROBLEMATICHE

Nonostante i progressi – hanno osservato da Novartis – gli ultimi 12 mesi di attività hanno messo in evidenza diverse problematiche. In particolare, “l’esperienza sul campo dimostra che l’approccio basato sul portfolio richiede un cambiamento di paradigma nel modo in cui i Paesi acquistano i farmaci. Inoltre, le liste nazionali dei medicinali essenziali non vengono aggiornate regolarmente, e questo impedisce ai Paesi di acquistare i farmaci di Novartis Access. Infine, i sistemi sanitari nei Paesi a basso reddito spesso sono attrezzati in modo inadeguato per fornire assistenza di qualità, vincolati come sono dagli scarsi investimenti nelle infrastrutture, con conseguente carenza di cliniche, ospedali e personale medico, reti di distribuzione inidonee e un numero insufficiente di operatori sanitari qualificati”, si legge in una nota della società.

Joseph Jimenez

I primi risultati di Novartis Access e l'accordo con il Ruanda

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