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A fronte di un aumento dei costi nel secondo trimestre peggiorano le perdite, ma Tesla resta fedele all’ambizioso piano di produzione di 80 mila vetture nel 2016 e procede con la berlina studiata per il mercato di massa. I conti arrivano in un periodo travagliato per il produttore di auto elettriche della Silicon Valley, culminato nell’incidente mortale in cui era coinvolto Autopilot, il sistema di guida semiautomatica varato dalla casa.

Tesla, da tempo celebrata per la rapidità di movimento rispetto ai produttori di auto tradizionali, ha continuato a investire nel corso del trimestre e nei giorni scorsi ha annunciato la fusione da 2,6 miliardi di dollari con SolarCity, sempre presieduta da Elon Musk. A luglio il magnate di origini sudafricane ha inoltre rivisto il master plan, che prevede l’espansione del marchio Tesla verso prodotti quali autobus elettrici, camion e pick-up e l’obiettivo di diventare un fornitore più completo per il mercato energetico con l’offerta di batterie stazionarie e pannelli solari.

I risultati trimestrali segnalano che l’azienda sta accumulando più entrate, ma la pluralità di programmi di spesa supera l’aumento di fatturato. A differenza dei concorrenti di Detroit, Tesla non vende suv convenzionali o pick-up a benzina. Con un incremento delle vendite del 25% nel secondo trimestre rispetto a un anno prima, il gruppo sta crescendo molto più velocemente di Ford o Gm. Nonostante i volumi siano risultati inferiori alle aspettative, in una lettera agli azionisti il gruppo ha rivelato di aver raggiunto il traguardo di una produzione costante di 2 mila veicoli a settimana nel corso del trimestre e si è impegnata a incrementare il tasso di quasi il 20% entro fine anno. In aggiunta, Musk ha ammesso la fatica accusata nella prima metà dell’anno. «Nei primi sei mesi abbiamo passato un periodo d’inferno a livello di produzione», ha rivelato in conference call. Poi ha anticipato che l’azienda ha in cantiere la presentazione di un veicolo a guida completamente autonoma. «Arriverà molto più rapidamente di quanto si immagini», ha provocato. «Il progetto, ora in fase di sviluppo, lascerà tutti a bocca aperta».

Gli investitori stanno monitorando la capacità di Musk in termini di miglioramento delle attività di produzione per soddisfare la forte domanda, anche se i prezzi della benzina hanno spento l’entusiasmo per il mercato delle vetture elettriche. L’istantanea della situazione finanziaria della casa di Palo Alto rimane offuscata. Per quanto le riserve di liquidità siano aumentate a 3,25 miliardi di dollari, con il maxi-investimento nell’impianto di produzione di batterie in costruzione in Nevada e lo sviluppo della nuova berlina sta continuando a bruciare capitale. Nel corso del trimestre ha raccolto 1,7 miliardi di dollari mediante un’emissione azionaria e ha beneficiato dei centinaia di migliaia di anticipi rimborsabili di mille dollari per Model 3, riuscendo così a compensare le uscite.

Attualmente sta mandando avanti il piano di produzione su larga scala per la nuova berlina, che approderà negli showroom per il 2017, e avvierà alcune attività di produzione entro fine anno. Il rosso trimestrale di 293 milioni di dollari costituisce un peggioramento del 60% rispetto a un anno prima. La perdita operativa è pari a 1,06 dollari per azione, decisamente superiore ai 52 centesimi pronosticati dagli analisti. Il fatturato è aumentato del 33% a 1,27 miliardi di dollari con 14.402 immatricolazioni, ben al di sotto delle 17 mila inizialmente preventivate.

Inoltre l’azienda ha posto fine al programma di «garanzia di valore residuo» negli Stati Uniti, che permetteva ai clienti una sorta di affitto dalla società che si accordava per il riacquisto dell’auto dopo tre anni a un prezzo fissato. Semplicemente il gruppo non lo ritiene più necessario per offrire buoni prezzi di leasing nel Paese. Peraltro, il sistema ha imposto per molto tempo particolari accorgimenti nella contabilità perché il gruppo sulla base di alcune vendite non poteva rivendicare la totalità del ricavo in anticipo.

Traduzione di Giorgia Crespi

(Pubblicato su MF/Milano Finanza, quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi)

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