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Non è qualcosa di semplicemente aggiuntivo ma una realtà necessaria, inevitabile e, in fondo, anche inarrestabile. Il welfare aziendale è oggi sempre più centrale nella società e nel mondo del lavoro: una tendenza già in espansione negli ultimi decenni, intensificatasi fino a diventare fondamentale con la crisi economica. In sostanza, là dove il pubblico non riesce più ad arrivare – soprattutto per scarsità di risorse, ma anche per ragioni di disorganizzazione o inefficienza – ecco intervenire, con una funzione integrativa, le imprese.

CHI BENEFICIA DEL WELFARE AZIENDALE

E i benefici che ne derivano – sostengono gli esperti – vanno nella direzione di soddisfare tutti i soggetti a vario titolo in gioco. Innanzitutto le imprese, che in questo modo riescono ad aumentare la produttività dei lavoratori e a migliorare quello che viene definito il clima aziendale. In secondo luogo le istituzioni, visto che attraverso la leva del welfare aziendale è possibile comunque dare una risposta positiva ai bisogni delle persone. Infine i lavoratori, che godono direttamente delle prestazioni erogate dalle imprese.

IL PROBLEMA DELLE PMI

Di tutto questo si è discusso alla Camera nel corso del Forum del Pubblic Affairs, l’appuntamento annuale che fa sedere intorno allo stesso tavolo i rappresentanti delle Istituzioni e di alcune delle principali aziende attive nel nostro Paese. A mettere a fuoco il contesto italiano è stato un professore, Andrea Ciarini, che all’università romana La Sapienza insegna “Sistemi di Welfare in Europa”. “Nelle grandi imprese il livello delle prestazioni offerte ai lavoratori è ottimale” ha osservato. C’è però un problema: il fatto che in Italia il tessuto produttivo sia formato in particolare da piccole e piccolissima imprese. “Come consentiamo a queste realtà di sviluppare il welfare aziendale? Quali strumenti utilizziamo per sostenerle?” si è domandato Ciarini.

CHI C’ERA AL FORUM PUBLIC AFFAIRS 2016. LE FOTO

IL RUOLO DEL SINDACATO

Quesiti rivolti in primis alla politica, rappresentata al tavolo da Cesare Damiano e Walter Rizzetto, rispettivamente Presidente e Vicepresidente della Commissione Lavoro di Montecitorio. L’ex ministro ha evidenziato la necessità che anche il sindacato faccia la sua parte. “Con la legge di stabilità è stato previsto che il welfare aziendale possa essere oggetto di una trattativa sindacale e, quindi, di un accordo” ha ricordato Damiano. I sindacati, dunque, non devono chiudersi a riccio ma aprirsi ad un confronto sul tema con i datori di lavoro. Fermo restando – ha fatto presente l’esponente del Partito Democratico – che “il welfare aziendale deve integrare e non sostituire quello pubblico”. Un’opinione condivisa anche dal Vicepresidente della Commissione, il deputato del M5S Rizzetto, secondo il quale “alla politica è mancata finora la capacità di adattarsi alla velocità di cambiamento che contraddistingue il mondo dell’impresa”.

LE NUOVE RELAZIONI INDUSTRIALI

Perché il welfare aziendale diventi oggetto di un confronto costruttivo tra sindacati e datori di lavoro, “è però necessario che vengano messe da parte le contrapposizioni di principio” ha avvertito Francesco Rotondi, avvocato e fondatore dello studio legale LABLAW. E’ quindi a livello aziendale che sindacato e impresa devono dialogare, soprattutto quando si parla di prestazioni da offrire ai lavoratori. “Occorre anche una struttura organizzativa flessibile” ha aggiunto Fabio Galluccio di Telecom Italia. “E’ una precondizione necessaria, senza la quale non può esserci welfare aziendale”.

CHI C’ERA AL FORUM PUBLIC AFFAIRS 2016. LE FOTO

IL WELFARE AZIENDALE SECONDO LE AZIENDE

Quello di welfare aziendale è un concetto dinamico: i nostri bisogni cambiano continuamente” ha spiegato Emanuele Recchia di Unicredit, per il quale “è necessario instaurare un dialogo sociale evoluto” per rimanere al passo con i tempi. “L’azienda deve chiedere ai lavoratori ciò di cui hanno bisogno”. Il tutto non per semplice spirito di beneficenza o solidarietà ma nella convinzione che sia questa la strada giusta per aumentare la competitività dell’impresa. “Il welfare aziendale per noi è importantissimo perché aumenta la soddisfazione dei lavoratori” ha raccontato Christian Vasino di Pirelli. “E più i lavoratori sono soddisfatti, più l’impresa sarà produttiva”.

Welfare aziendale: obiettivi, sfide e questioni aperte

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