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Il voto in Spagna apre, come si temeva, una nuova stagione politica molto più incerta. La formazione di un governo in tempi brevi non è affatto scontata. I popolari di Rajoy sono ancora il primo partito ma con il 28,7% dei consensi ottengono appena 123 seggi in Parlamento (erano 186 del 2011) e quindi son ben lontani dall’avere la maggioranza per governare. Il PSOE è secondo avendo ottenuto il 22% delle preferenze e 90 seggi. Podemos di Pablo Iglesias ha ottenuto il 20% dei voti ed è terzo con 69 seggi, meglio di quanto indicavano i sondaggi più recenti. Il movimento riformista Ciudadanos (C’s) è quarto con il 13,9% dei consensi e appena 40 seggi.

Il governo si può insediare se ottiene la maggioranza assoluta dei voti (176) alla prima votazione, oppure la maggioranza semplice dalla seconda votazione. Un ruolo chiave potrebbe averlo il re Felipe IV. La costituzione del 1978 sancisce che il re propone alle camere la candidatura del presidente del consiglio, dopo le consultazioni con i leader politici. Il re non è tenuto a presentare il nome del candidato più votato, perché dovrebbe indicare colui che ha maggiori possibilità di essere eletto.

grafico (1)

A questo punto si profilano quattro possibilità:

  1. Pedro Sanchez, leader del PSOE, potrebbe essere eletto primo ministro con i voti di Podemos e Ciudadanos. L’ipotesi di una coalizione fra i tre partiti è sostenuta dai numeri, ma Ciudadanos ha escluso di poter appoggiare qualsiasi governo ove sia presente Podemos, e Podemos è separato dal PSOE da un abisso ideologico. Inoltre, Podemos ha reclamato la posizione di primo ministro in caso di alleanza con i socialisti. I socialisti potrebbero contare sull’appoggio del PNV, Unidad Popular-IU, Coalizione Canarie, ma non sui Catalani: in ogni caso, il sostegno dei partiti locali non basterebbe al PSOE per governare.
  1. Un’alleanza PP e Ciudadanos, che sarebbe stata auspicabile per la crescita e i mercati, non consentirebbe comunque di ottenere la maggioranza dei seggi 176 su 350. Potrebbe bastare ad avviare un governo di minoranza, ma soltanto se gli altri partiti non votassero compatti contro. Oltretutto, il leader di Ciudadanos ha chiaramente escluso di entrare in un governo di coalizione con Rajoy come primo ministro.
  1. Infine, secondo El País, un’alleanza fra PP e PSOE di Sanchez sarebbe “la più facile aritmeticamente ma la più complessa politicamente”.
  1. Nel caso in cui non si riesca a formare un governo entro due mesi dal primo voto di fiducia, la costituzione prevede che si torni alle urne.

Spagna, ecco i 4 scenari post voto per il governo

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