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Cibo e tecnologia, questi i regali più inflazionati che troveremo sotto l’albero. Ma, secondo i dati diffusi dal centro studi di Unioncamere e dall’Istituto Tagliacarne, ci sono buone notizie anche per il settore manifatturiero, vale a dire quel settore che riguarda l’approvvigionamento delle risorse, la loro trasformazione e la distribuzione del prodotto finito.

IL COMMENTO DI LO BELLO

Come ha sottolineato il presidente di Unioncamere, Ivan Lo Bello“Alcuni pezzi importanti del nostro sistema manifatturiero mostrano di aver imboccato un percorso di recupero di una certa consistenza. La crescente fiducia manifestata dai consumatori si deve tradurre in una buona ripresa dei consumi interni. Dopo tanti anni di crisi – aggiunge Lo Bello – gli effetti positivi della ripresa potranno trasferirsi anche a quei settori e a quelle aree del Paese che mostrano ancora difficoltà”.

IL CENTRO CI VEDE ROSA

Ammonta a +16 punti percentuali la differenza fra gli imprenditori che prevedono un incremento di produzione e fatturato rispetto a quelli che ne prevedono una diminuzione nel IV trimestre dell’anno, ma si aggira intorno ai 30 punti percentuali nel caso dell’alimentare e dell’industria elettrica ed elettronica. Ma chi sono i più ottimisti? Gli imprenditori del centro (il saldo fra attese positive e negative è pari a +23 per la produzione e a +20 per il fatturato). Nel Mezzogiorno il saldo è di +19 per entrambi gli indicatori.

LA DOMANDA SALE

Il dato più confortante di queste manifestazioni di ottimismo riguarda però la previsione di ripresa della domanda interna, sebbene essa appaia comunque più debole di quella estera e limitata ad alcuni casi specifici: il saldo tra attese di incremento e di diminuzione degli ordinativi provenienti dai consumatori italiani è infatti pari a +9 punti percentuali, a fronte dei circa 20 punti che caratterizzano quelli esteri. Il dato di sintesi degli ordinativi interni è trainato verso l’alto dalle previsioni particolarmente positive dell’alimentare (+32 punti percentuali) e dal comparto dell’elettricità e dell’elettronica (+19 punti percentuali). Decisamente più contenuto, invece, per gli altri settori.

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