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Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, sempre più simile ad Angela Merkel, ex cancelliere tedesca, incarico che ha ricoperto per 16 anni di fila dal 2005 al 2021. E il parallelismo è proprio sulla visione dell’Africa. “Merkel ha avuto il Piano Marshall per l’Africa, Meloni ha il Piano Mattei”, inizia così il pezzo del Die Welt, importante quotidiano conservatore tedesco sul vertice Italia-Africa in corso in queste ore.

“Il vertice è di grande importanza” per Meloni, osserva il giornale. “Ha indicato il nuovo dialogo con i paesi africani un pilastro importante della sua politica estera. Al vertice dovrà finalmente far seguire i fatti ai suoi annunci. Meloni annuncia questo piano, che prende il nome dal politico e imprenditore Enrico Mattei, che fondò l’azienda energetica statale Eni nel 1953 e con essa stabilì stretti legami con il Nord Africa da oltre un anno. Dovrebbe costituire la base per le nuove relazioni”.

Di qui il parallelismo con l’ex leader cristiano-democratica. “È ironico”, scrive il quotidiano tedesco, “che il piano della nazionalista di destra, regolarmente criticata per la sua posizione sulla politica migratoria, sia simile sotto molti aspetti a quello che Angela Merkel aveva annunciato come pilastro importante della sua politica dopo la crisi dei rifugiati del 2015”.

Merkel aveva ospitato all’epoca anche diversi vertici africani. “La lista degli invitati”, ricorda la Welt, era lunga e il protocollo era una sfida. Nel 2017 ha posto l’Africa al centro della presidenza tedesca del G20. La Germania ha inventato i cosiddetti Compacts with Africa (CwA). Accordi con paesi africani selezionati con i quali la Germania vuole stimolare l’economia nei paesi partner, creare posti di lavoro e quindi prevenire la migrazione. “Combattere le cause della fuga” era lo slogan della Merkel”.

Operazione simbolica. “Per Meloni”, continua il pezzo del quotidiano tedesco, “il vertice Italia-Africa è anche una questione di simbolismo: è un tentativo di migliorare le relazioni con i Paesi africani e dare loro la sensazione di un dialogo ad armi pari. Ecco perché Meloni porta avanti lo slogan della cooperazione con l’Africa in modo così esplicito e ne ha fatto il centro del suo discorso all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, nonché uno dei temi centrali della sua presidenza del G7”.

L’obiettivo. La lettura in filigrana che fa il quotidiano tedesco circa l’attuazione del Piano Mattei, lambisce anche il tema migratorio. “È chiaro che l’obiettivo di combattere le cause della migrazione è il più difficile da realizzare”, si legge. “Ma l’Italia potrebbe anche utilizzare relazioni diplomatiche stabili per concludere accordi migratori con gli Stati e aprire così rotte migratorie legali verso l’Italia al fine di reclutare lavoratori urgentemente necessari. Allo stesso tempo, questi potrebbero essere collegati ad accordi di rimpatrio per i migranti entrati irregolarmente nel Paese”. Non solo. Un altro progetto per il quale Meloni ha “bisogno degli Stati africani”, scrive il quotidiano tedesco,  “sono i centri di asilo che vuole aprire dall’altra parte del Mediterraneo”.

È evidente che “raggiungere gli obiettivi sarà probabilmente estremamente difficile”, riconosce la Welt, ma “la lunga lista degli invitati dimostra quanto la Meloni sia ansiosa di realizzarlo”.

Resta da vedere, conclude il quotidiano tedesco “se Meloni potrà ottenere più di Angela Merkel. Perché dei grandi piani tedeschi durante l’offensiva africana del 2017 rimane ben poco. Come spesso accade, si è scoperto che il vasto continente è adatto a immagini esotiche e all’immagine di una politica estera impegnata. Ma un’altra questione è apportare cambiamenti duraturi ai problemi altamente complessi dell’Africa. Meloni è la prossima a provarci”.

Meloni sull'Africa segue le orme di Merkel. L’elogio della stampa tedesca

I piani della presidente del Consiglio sull’Africa assomigliano a quelli dell’ex cancelliera tedesca, spiega il quotidiano Die Welt. L’attuazione del Piano Mattei ha diversi significati, anche di carattere diplomatico per rafforzare il legame con alcuni Paesi del continente anche in chiave di gestione dei flussi migratori, scrive il quotidiano tedesco

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