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Grazie all’autorizzazione del gruppo Class Editori, pubblichiamo l’articolo di Marcello Bussi uscito sul quotidiano Milano Finanza diretto da Pierluigi Magnaschi.

Il premier greco Alexis Tsipras oggi è a Mosca per incontrare il presidente russo Vladimir Putin, il primo ministro Dmitry Medvedev, il presidente della Duma Sergei Naryshkin e il patriarca ortodosso Kirill. Sempre oggi la Commissione europea farà il punto della situazione in Grecia in una riunione dei tecnici dell’Eurogruppo.

LA BARUFFA TRA ATENE E BRUXELLES

Il portavoce della Commissione, Alexander Winterstein, ha dichiarato che in questa fase “è compito dei greci fare la loro parte e non abbiamo veramente molto di più da aggiungere rispetto a quanto detto negli ultimi giorni e nelle ultime settimane, ci sono contatti in corso e vedremo”. Ma fonti dell’Ue hanno fatto sapere che le misure contenute nella lista presentata da Atene vanno “nella direzione sbagliata” perché “non sono abbastanza mirate ai più bisognosi” e così “aprono la porta anche ad altri beneficiari”. Bruxelles, insomma, insinua il sospetto che le misure proposte dal governo Tsipras aprano la strada al clientelismo.

I NUMERI DI TSIPRAS

Nel frattempo, il viceministro delle Finanze ellenico, Dimitris Mardas, ha detto in parlamento che la Germania deve alla Grecia 278,7 miliardi di euro a titolo di risarcimento danni di guerra, compresi 10,3 miliardi per un prestito che fu preteso dalle forze di occupazione naziste. Si tratta di una somma superiore ai 240 miliardi erogati dalla Troika ad Atene per evitarle la bancarotta. Se Berlino pagasse i danni di guerra, il caso Grecia sarebbe subito risolto. Ma è ovvio che quella di Tsipras è una provocazione. Già a marzo la cancelliera Angela Merkel aveva detto che la questione è “politicamente e legalmente risolta”.

LE NUOVE TENSIONI FRA GRECIA E GERMANIA

E ieri il vicecancelliere, Sigmar Gabriel, ha affermato che le nuove stime dei danni di guerra sono un esercizio “stupido“. L’interesse della Grecia è quello di avere un margine di manovra per risolvere il problema del debito, ma “tale margine non ha niente a che vedere con la Seconda Guerra Mondiale e il pagamento delle riparazioni”, ha spiegato Gabriel. La vera carta che ha in mano Tsipras per costringere Berlino e Bruxelles ad abbassare le pretese nei confronti di Atene è ovviamente la minaccia di un’alleanza con la Russia.

CHE COSA SI DICE IN RUSSIA

Il ministro delle Finanze russo, Anton Siluanov, ieri ha affermato che la Grecia non ha chiesto prestiti a Mosca. Ma fonti del Cremlino hanno fatto sapere che Mosca è “pronta a considerare la questione di uno sconto sul gas per la Grecia” in cambio del via libera di Atene all’accesso di imprese russe in asset ellenici. Gazprom potrebbe per esempio tornare a candidarsi per la privatizzazione delle infrastrutture del gas in Grecia, archiviata nel 2013, mentre le Ferrovie russe del grande amico di Putin, Vladimir Yakunin, potrebbero acquisire la maggioranza del porto di Salonicco.

GLI INTRECCI ATENE-MOSCA

 

Qualche aiuto da Mosca dovrebbe arrivare, tenendo conto che uno dei primi atti di Tsipras, non appena nominato premier, è stato quello di dissociarsi dalla richiesta dei leader europei di valutare nuove sanzioni nei confronti della Russia. Non bisogna poi sottovalutare i legami religiosi. Entrambi i Paesi sono a netta maggioranza ortodossa, tanto più che Tsipras all’inizio dell’anno ha dichiarato che la Grecia e Cipro dovrebbero costruire un ponte di pace e cooperazione tra Europa e Russia sulla crisi in Ucraina. Il Cremlino potrebbe inoltre revocare solo alla Grecia le sanzioni applicate ai Paesi europei lo scorso agosto nel settore dell’agricoltura.

Il Sirtaki di Tsipras con Putin

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