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Negli ultimi anni abbiamo assistito a budget in diminuzione e a minacce in continua evoluzione. Questa condizione ha portato le Forze Armate a chiedere di più con meno, pur insistendo sullà necessità di mantenere adeguate capacità operative per fronteggiare minacce complesse. A questo Boeing Defence, Space e Security si è preparata ed ha risposto, come ci spiega il suo numero uno Chris Chadwick con una politica aggressiva sui costi, pur rimanendo impegnata sull’innovazione, per migliorare i prodotti esistenti e svilupparne di nuovi. “Dobbiamo fornire ai nostri clienti le soluzioni industriali migliori, con il prodotto giusto, al momento giusto e al giusto prezzo. Inoltre dobbiamo essere i più bravi a sfruttare il potenziale dell’Information Age, ovvero bilanciare piattaforme e servizi con le necessità di informazione e sicurezza richieste dai clienti di tutto il mondo. In un mercato mutevole e competitivo come quello attuale, Boeing è posizionata al meglio per crescere, grazie all’ampiezza del business, alla diversità del portafoglio prodotti e a capacità uniche, che ne fanno la più grande società aerospaziale del mondo”.

COSA VUOLE IL MERCATO

“Esiste una grande differenza tra il presentarsi fuori dal mercato domestico come esportatori o come partner di lungo termine”. Spiega il numero uno di BDS. “I clienti oggi vogliono partnership e noi possiamo crearle. Stiamo vedendo una grande domanda provenire da Medio Oriente e Asia Pacifico”. In questi mercati Boeing punta molto suoi prodotti militari derivati dagli aerei commerciali. “Nel settore della sorveglianza marittima abbiamo il P-8, basato sull’aereo commerciale 737 e il Maritime Surveillance Aircraft, che fornisce alcune funzionalità del P-8 su una piattaforma più piccola, il Challenger (aereo prodotto da Bombardier, ndr). Vediamo opportunità anche per i nostri velivoli per l’early warning e il comando e controllo, in particolare in quei Paesi che hanno in linea il B707. Infine stiamo facendo progressi con il tanker KC-46 dell’Usaf, derivato del 767. Ovviamente i derivati militari sono una soluzione unica, metterli sul mercato assieme ad altre soluzioni ci differenzierà e ci farà crescere”.

COSA E’ ALLO STUDIO PER GLI UNMANNED

“Vediamo una domanda crescente per le soluzioni non pilotate”, dice Chadwick, “in grado di andare incontro a sfide complesse e alle urgenti necessita dei clienti, quindi stiamo cercando opportunità nel mercato civile e commerciale”. Gli impieghi civili vanno dall’individuazione e soppressione degli incendi, alla ricerca e soccorso, dalla raccolta di dati ambientali, al monitoraggio delle linee di approvigionamento, senza dimentica l’agricoltura, la consegna delle merci – questa una delle maggiori sfide – il controllo dei confini e le comunicazioni. “Ogni lavoro monotono, sporco e pericoloso che richieda resistenza o sia difficile da portare a termine con sistemi pilotati ci interessa”. “Boeing – ha aggiunto il presidente e ceo – sta utilizzando tutte le sue conoscenze per fornire una leadership responsabile nel mondo degli unmanned, per connettere e proteggere le persone e non vediamo l’ora di lavorare con i politici americani alle evoluzioni di queste capacità”.

IL DESTINO DEL SUPER HORNET

Per quanto riguarda invece i caccia, una delle preoccupazioni principali di BDS è al momento quella di portare avanti la linee di produzione dell’F-18 Super Hornet e del caccia da attacco elettronico Growler, basati sulla stessa piattaforma. Al momento la Marina degli Stati Uniti ha richiesto altri 22 Growlers, sottolineando – ci spiega Chadwick – la necessità di ulteriore capacità in ambito elettronico. “Attualmente abbiamo ordini in grado di portare avanti la produzione di entrambi i velivoli fino al 2016”. Quanto alle campagne in corso, il Super Hornet è in competizione in Malesia, Danimarca e altri Paesi del Medio Oriente. “In aggiunta – dice il ceo -, anche il Canada potrebbe aprire una gara e prenderlo in considerazione. Dal momento che fonti governative hanno detto che le vendite dell’F-35 ad altri Paesi del Medio Oriente non saranno possibili fino al 2025, o addirittura dopo, crediamo che vi siano ulteriori possibilità di mercato per ulteriori caccia”.

IMPENSABILE UN AEREO INVISIBILE

Sempre in tema di fighter e a proposito del “duello” commerciale tra caccia di quinta generazione come l’F-35 e la cosiddetta quarta generazione e mezzo a cui il Super Hornet appartiene, Chadwick sostiene senza mezzi termini che il caccia di BDS ha tutte le capacità per far fronte ad ogni minaccia presente e futura, grazie alla flessibilità del velivolo. “Oggi e domani – dice – la tecnologia del caccia, i sensori e la situational awareness giocano assieme e le capacità del Super Hornet – e dell’Advanced Super Hornet – forniranno il top”. Questo è più che sufficiente – ha aggiunto -, non solo adesso, ma anche dopo il 2030”. “Le minacce continueranno a cambiare in tutto lo spettro elettromagnetico – ha poi sottolineato – ed è per questo che un aereo invisibile non è pensabile. Ecco perchè l’EA-18G Growler è necessario a proteggere gli Stati Uniti e le forze alleate in tutto il mondo”.

L’ADDESTRATORE

Nessun dettaglio ulteriore rispetto al programma T-X, gara molto sostanziosa, si parla di centinaia di velivoli e relativi supporti, per il futuro addestratore avanzato dell’Aeronautica americana, a cui parteciperà anche Alenia Aermacchi con il suo M-346 “Boeing e Saab – conclude Chris Chadwick – parteciperanno con una nuova soluzione, basata su una famiglia di sistemi, che include velivolo, addestramento a terra e supporto per l’US Air Force. In questo momento non posso fornire altri dettagli rispetto a quanto già detto, posso solo dire che sveleremo il design al momento opportuno”.

Boeing, tutti i progetti su caccia invisibili e velivoli unmanned

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