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“Unire le forze per costruire un Piano Marshall europeo per l’Africa”. La sicurezza alimentare, secondo il vicepremier e ministro degli esteri Antonio Tajani, è un passepartout unico perché in grado di aprire numerose porte in Africa. Da un lato è sfida globale, ma in questo caso locale, che deve essere una volta per tutte affrontata dopo le promesse del passato e dopo politiche basate unicamente su azioni caritatevoli, seppur utili per un sostegno nel breve periodo.

Cibo e G7

Non sfugge che, a maggior ragione in Africa, il macro tema del cibo non è solo centrale ma investe la sopravvivenza stessa di milioni di persone. Non esiste sostenibilità ambientale se non c’è sostenibilità economica e sociale, ha osservato Tajani nel panel dedicato specificatamente alla sicurezza alimentare, osservando che l’Italia tramite la presidenza del G7 si impegna a rafforzare la sicurezza alimentare del continente africano in una dimensione anche di vera e propria “diplomazia alimentare per la stabilità e la crescita reciproca”.

In questo senso il nuovo modello di missioni inaugurato dal governo punta ad avere come baricentro proprio un focus specifico sulla sicurezza, con visite ad hoc già effettuate con prodotti alimentari in Egitto e Tunisia. Inoltre è allo studio con il ministro della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida una prossima missione in Kenya, accompagnata da un parterre composto da imprese della filiera agroalimentare italiana e della ricerca, “per favorire la creazione di solidi partenariati su base paritaria, con mutui benefici”, ad esempio con “sinergie in tema di meccanizzazione agricola e di tecnologie per l’agricoltura intelligente” .

Clima e alimentazione

In secondo luogo attenzione all’elemento del clima, direttamente collegato alla sicurezza alimentare, che proprio in Africa ha un peso specifico più immediato rispetto ad altri versanti. Basti pensare che un evento atmosferico sfavorevole, come un allagamento o un terremoto, non solo può rovinare un singolo raccolto, ma costringe alla fame migliaia di persone, che evidentemente non possono approvvigionarsi ad un supermarket.

Tajani quindi ha ricordato che l’Italia ha deciso di utilizzare il Fondo Italiano per il clima, dotato di 840 milioni di euro, di cui il 70% verrà impiegato per iniziative di investimento in Africa. Il tutto nella piena consapevolezza che l’Unione Africana è dal primo giorno soggetto attivo e coinvolto direttamente nei lavori sulla sicurezza alimentare.

Proteste

Il caso ha voluto che proprio nelle stesse ore in cui al Senato si discuteva della sicurezza alimentare africana, in Italia si svolgevano le proteste degli agricoltori, passaggio su cui il ministro Lollobrigida ha manifestato “rispetto per ogni manifestazione democratica, in particolare quella di lavoratori che, nel tempo, hanno visto calare il proprio reddito per scelte che certamente non hanno né tutelato l’ambiente né valorizzato la sovranità alimentare del nostro continente”.

Da un lato ha condannato gli episodi di violenza (“compreso bruciare le bandiere delle associazioni agricole come accaduto oggi a Viterbo”), ma ha ricordato che proprio grazie al lavoro di Coldiretti è stato possibile dare seguito oggettivo alla battaglia contro il cibo sintetico che l’Italia sta guidando anche in Europa con risultati “eccezionali”.

Ambasciata italiana in Mauritania

Da tempo è noto l’assioma secondo cui una efficace azione di penetrazione e rafforzamento delle partnerhsip passa anche da una presenza stabile in loco. Per questa ragione Tajani, in occasione del vertice Italia-Africa, ha annunciato l’apertura di una nuova ambasciata in Mauritania, a dimostrazione del grande interesse che l’Italia nutre per il continente africano. “Sono stati poi aperti tre uffici dell’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane (Ice) in Africa, a Dakar, Nairobi e Lagos. Quanto a Sace sta rafforzando gli strumenti a disposizione delle imprese, a sua volta aprendo tre nuovi uffici nel continente. Cassa depositi e prestiti, la nostra banca di sviluppo, aprirà sedi in Marocco, Egitto e preso dell’Africa Subsahariana”.

Un ragionamento che il ministro ha rafforzato con i dati: nei primi 3 mesi del 2023 l’interscambio con l’Africa ha raggiunto i 45 miliardi di euro, mentre oggi ‘Italia conta interventi in Africa per 2 miliardi di euro. L’obiettivo di Roma è migliorare quei numeri facendo anche sistema con le imprese italiane.

Confindustria Assafrica

”Il vertice Italia-Africa ribadisce l’importanza dei Paesi del continente africano come interlocutori prioritari sul piano geopolitico ed economico per il nostro Paese e per le nostre imprese”. Lo dice Massimo dal Checco, presidente Confindustria Assafrica & Mediterraneo, e a dimostrazione di questa sinergia in occasione dell’assemblea pubblica di Confindustria Assafrica & Mediterraneo, in programma domani sarà ospite il presidente della Banca Africana di Sviluppo, Akinwumi Adesina, oltre al ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani, che dialogheranno con 170 rappresentanti delle istituzioni italiane e di grandi gruppi industriali, banche e pmi.

In Kenya per la sicurezza alimentare (e non solo). Dettagli dal vertice Italia-Africa

Presto una missione strutturata in Kenya e l’apertura di un’ambasciata in Mauritania, consapevoli che un’efficace azione di penetrazione e rafforzamento delle partnerhsip passa anche da una presenza stabile in loco

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