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Un orizzonte comune. Fondato sulla libertà di fede e coscienza, sulla democrazia politica, sullo Stato di diritto, sul valore sacro della vita umana, sulla tolleranza, sulla modernità.

È la visione che, per il direttore del Foglio Giuliano Ferrara e i promotori della Veglia per Israele e i cristiani perseguitati dal fanatismo islamico, unifica lo Stato ebraico e i fedeli nel Vangelo in tutto il mondo.

(CHI C’ERA CON FERRARA ALLA VEGLIA DEL FOGLIO PRO ISRAELE. LE FOTO DI PIZZI)

Le ragioni della Veglia

L’iniziativa, organizzata ieri di fronte alla sede del quotidiano, ha visto una grande adesione di cittadini, intellettuali, politici accomunati dalla consapevolezza che nell’offensiva di Tel Aviv contro Hamas a Gaza e nella tutela dei cristiani aggrediti e massacrati in Iraq o in Nigeria siano in gioco gli stessi principi.

Il monito ai figli di Abramo

A condensare il significato della manifestazione sono state le parole del Rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni: “Ebrei, cristiani e musulmani sono uniti dalla comune discendenza da Abramo. Colui che chiese ragione a Dio della volontà di distruggere le città di Sodoma e Gomorra. Perché rivendicava una giustizia umana in grado di valutare, discernere e punire con saggezza i comportamenti cattivi. Ebbene, chi è figlio di un profeta che giunse a litigare con Dio per difendere la sacralità della vita umana non può invocare Dio per uccidere e far uccidere i propri figli!”

(GUARDA LE FOTO DI PIZZI ALLA FIACCOLATA)

Le responsabilità in campo

Parlando tra le fiaccole e le bandiere con la stella di David, e di fronte a una folla che innalzava volantini con la scritta “Il vero nemico dei palestinesi si chiama Hamas”, Ferrara ha parlato di una guerra condotta in difesa della sopravvivenza di Israele contro un’organizzazione terroristica brutale, assetata di potere, cinica verso la vita delle persone innocenti.

“Perché la tragedia e il dolore dei bambini palestinesi vittime del conflitto – ha spiegato il direttore del Foglio – ha una responsabilità inequivocabile: Da una parte vi è una grande democrazia occidentale che usa le proprie armi per difendere i suoi cittadini, dall’altra una realtà che usa i propri figli e la propria gente come scudi per i suoi arsenali”.

L’eroismo dimenticato dei cristiani

Forze integraliste musulmane che per appagare la sete di predominio assoluto puntano a cancellare in Medio Oriente e in Africa la presenza dei cristiani, ha sottolineato Ferrara. Ai loro occhi “è intollerabile la pura testimonianza di una libertà interiore pagata a prezzo della vita da chi rifiuta di piegarsi alla violenza di Boko Haram in Nigeria o dei fautori del califfato dell’ISIL in Iraq”.

Argomentazioni sviluppate da Pier Ferdinando Casini e Maurizio Lupi, intenzionato a rivendicare il segno della verità della fede “contro i molteplici segni di terrore, minaccia e morte come quelli impressi sulle porte dei cristiani di Mosul”.

(I POLITICI ALLA VEGLIA DEL FOGLIO. LE FOTO)

La viltà dell’Occidente

Una realtà, ha ricorda il saggista e firma di Libero Antonio Socci, che le cancellerie occidentali preferiscono rimuovere e ignorare: “Le opinioni pubbliche democratiche, commosse di fronte ai 27 anni di prigionia di Nelson Mandela, restano indifferenti e disinformate rispetto alla carcerazione di 40 e 50 anni di vescovi e sacerdoti cattolici quasi novantenni perpetrata dalle autorità cinesi”.

È grazie alla manipolazione della verità, ha osservato il commentatore del Giornale Magdi Allam, che l’Europa cinica e relativista permette ai propri confini le crudeltà più impensabili verso i fratelli di fede. “E mette lo Stato ebraico sul banco degli imputati stabilendo un’equazione ingiustificata tra operazioni di auto-difesa e aggressioni terroristiche di Hamas. Organizzazione che non ha scrupoli a installare le postazioni missilistiche e a custodire gli ordigni bellici all’interno di scuole, ospedali, mercati, cimiteri”.

L’unicità di Israele

L’esigenza di ristabilire un equilibrio nel fornire le notizie sul conflitto a Gaza contro “la manipolazione nei confronti di Tel Aviv” è stata evidenziata dal presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici.

Il quale ha rilevato come – unico esempio al mondo – Israele avverta la popolazione civile palestinese dei propri attacchi esortandola ad abbandonare le abitazioni, riconosca ai militari la facoltà di disattendere un ordine ritenuto contrario ai principi di umanità, accolga nei suoi ospedali i feriti provenienti dai campi profughi e dai paesi arabi.

Compiendo da quasi 70 anni, ha precisato il presidente delle Comunità ebraiche italiane Renzo Gattegna, l’autentico miracolo di restare una democrazia politica libera e progredita in una condizione sostanziale di assedio.

Smilitarizzare Gaza

È per tali ragioni, ha concluso l’ambasciatore di Gerusalemme in Italia Naor Gilon, che l’esercito con la Stella di David arriverà fino in fondo nella campagna militare contro Hamas.

L’obiettivo è “la completa smilitarizzazione di Gaza dalle armi, missili e arsenali del gruppo fondamentalista e terrorista. La sua estromissione dal governo di unità nazionale che attualmente regge le sorti dell’Autorità nazionale palestinese. E, con ogni probabilità, la riconsegna del territorio ai ‘laici’ di Fatah”.

Soltanto a quel punto, puntualizza il diplomatico, sarà possibile riprendere la strada dei colloqui e negoziati di pace diretti con Abu Mazen.

(LA VEGLIA DEL FOGLIO PRO ISRAELE VISTA DA UMBERTO PIZZI. TUTTE LE FOTO)

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