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La Space Economy è stata per molti versi rivoluzionaria portando ad un intervento sempre più significativo degli attori privati in un settore che nel passato era di esclusivo interesse istituzionale. In questo contesto i capitali privati investono nel settore spaziale e realizzano sviluppi e capacità estremamente rilevanti anche per le istituzioni civili e militari. Negli Stati Uniti da diversi anni si sta osservando un trend similare a quello osservato nel settore spaziale anche nel settore della tecnologie duali,  a cui peraltro le tecnologie spaziali appartengono. Solo nel 2023, Private Equity e Venture Capitals hanno investito circa 36 miliardi di dollari nelle tecnologie rilevanti per la difesa, dimostrando il forte interesse del capitale privato ad investire nel settore. La strategia industriale della difesa americana del 2024 afferma infatti che “dobbiamo costruire un ecosistema industriale modernizzato che includa flussi finanziari, in particolare private equity e capitale di rischio”. 

Grazie a questo approccio virtuoso, nuovi player industriali stanno fornendo prodotti con tecnologia molto avanzata alla difesa americana, in alcuni casi soppiantando i grandi fornitori legacy del Pentagono: è il caso ad esempio di nuovi attori come Anduril, Palantir e Hawckeye che stanno fortemente incidendo sulle capacità dell’industria militare statunitense. 

Anche in Europa si osserva una impennata di investimenti privati nelle tecnologie duali. Il Fondo europeo per gli Investimenti (Fei) e il Nato Innovation Fund – un fondo di capitale di rischio autonomo sostenuto da 24 paesi Nato – hanno firmato un memorandum d’intesa per cooperare nel sostenere la crescita a lungo termine dei settori della difesa e sicurezza in tutta Europa. L’alleanza strategica tra il Fei e il Nif rappresenta quindi un significativo passo avanti, aprendo nuove strade per gli investimenti privati e guidando l’innovazione in questi settori vitali.

Si può immaginare che anche in Italia il capitale privato potrebbe volgere il proprio interesse ad investire nel settore della tecnologia duale, ma la prospettiva fatica a realizzarsi. La situazione italiana richiede una particolare attenzione per via delle sue peculiarità: il Ministero della Difesa assegna alla ricerca tecnologica non direttamente collegata a specifici programmi di sviluppo capacitivo dei finanziamenti molto limitati, tanto che il bilancio del Piano Nazionale di Ricerca Militare (Pnrm) generalmente non supera i 50-70 milioni di euro l’anno. 

In questo contesto, un’iniziativa atta a studiare il nuovo promettente scenario e creare quelle connessioni e quel circolo virtuoso capace di dare impulso all’entrata del capitale privato nel settore delle tecnologie duali, e in particolare per quelle dell’aerospazio, potrebbe portare un contributo di discussione e analisi utile alla nostra difesa. La conferenza del 26 giugno organizzata da Centro Studi Militari Aerospaziali e Istituto Affari Internazionali a Roma, a Palazzo Aeronautica, intende dare un contributo proprio con un focus sui capitali privati investiti in tecnologie duali, riunendo attorno a tavolo una ampio ventaglio di stakeholders. La sinergia tra diversi attori è necessaria a creare un ecosistema nazionale per il quale è fondamentale il contributo del settore privato, che include start-up, PMI e grandi gruppi industriali, investitori privati e non, in modo da utilizzare al meglio le potenzialità dell’innovazione. In definitiva, la sicurezza è un bene comune e come tale richiede l’impegno di tutte le energie disponibili, pubbliche e private, per essere garantita.

 

Investimenti privati in tecnologie duali. Una trasformazione in corso

Di Lucio Bianchi e Alessandro Marrone

La crescita della Space Economy ha aperto la strada all’ingresso del capitale privato nelle tecnologie duali, già realtà negli Usa e in espansione in Europa grazie a iniziative come il Nato Innovation Fund. In Italia il potenziale resta inespresso per limiti strutturali e risorse ridotte. Questi e altri gli argomenti che saranno al centro del convegno promosso dall’Istituto affari internazionali (Iai) e dal Centro Studi Militari Aerospaziali (Cesma) a Roma il 26 giugno presso Palazzo Aeronautica

Pilastro europeo della Nato. La difesa di domani secondo Meloni

Il ragionamento della premier italiana al vertice Nato è tarato sulla realpolitik, sia per evitare doppioni con la difesa Ue, sia per investire in settori che stanno diventando sempre più primari, come il fronte sud, la cooperazione fra alleati in chiave di strategia industriale, l’interlocuzione imprescindibile con gli Usa e il binomio target di spese-autonomia/sovranità. Le parole di Meloni all’Aja

L’aumento del budget e la responsabilità condivisa. Quale Nato dopo il Summit

Nel contesto di una Nato sempre più orientata a una proiezione globale, il recente riorientamento strategico dell’Alleanza si muove su più assi: deterrenza rafforzata, supporto strutturale all’Ucraina, industrializzazione della difesa e ridefinizione del burden sharing con il nuovo obiettivo del 5%. La Germania e la Polonia si profilano come attori chiave del fronte orientale, mentre gli Stati Uniti, pur contenendo il proprio ruolo diretto, puntano a un’Alleanza più bilanciata. Resta aperta la sfida politica del consenso interno e della mobilitazione civile, soprattutto in Europa, per legittimare il salto di qualità dell’Alleanza in una fase di mutamento sistemico. Le riflessioni finali del Nato Public Forum

Artico, Balcani e Mediterraneo. La Nato e le sfide regionali

Al Nato Public Forum si è discusso su come l’Alleanza dovrebbe adattare la sua postura in regioni chiave come l’Artico, i Balcani e il Mediterraneo. Ecco cos’hanno detto Fredriksen, San e Colomina

Al Summit dell’Aja la Nato cambia passo, non c'è più tempo da perdere. Il commento di Caruso

Di Ivan Caruso

Ventisette anni dopo la fine della Guerra Fredda, la Nato torna alle sue origini. Al Summit dell’Aja, tra il 24 e il 25 giugno 2025, i leader dell’Alleanza Atlantica hanno messo da parte le lunghe dichiarazioni retoriche del passato per concentrarsi sull’essenziale: come difendere un miliardo di cittadini da una Russia che si riarma a ritmi impressionanti e da un’alleanza sino-russa che sta ridisegnando gli equilibri globali. L’analisi del generale Ivan Caruso, consigliere militare della Sioi

La strada verso il biotech act europeo. Quali prospettive per l’Italia

Le biotecnologie sono ormai un pilastro trasversale dello sviluppo globale. Al convegno organizzato da Assobiotec, istituzioni ed esperti hanno discusso l’urgenza di un quadro normativo europeo solido e competitivo alla luce del Biotech act previsto per il 2026. L’obiettivo è quello di rendere Europa e Italia poli di innovazione e competitività

La nuova partnership sulla difesa tra Ue e Canada è anche un messaggio agli Usa

La partnership firmata da Canada ed Unione europea, il più completo accordo di sicurezza e difesa mai concluso da Bruxelles con un Paese terzo, prevede la cooperazione strutturata in ambiti chiave, un rinnovato sostegno all’Ucraina, e una maggior integrazione industriale. Suggerendo la nascita di un nuovo asse interno alla Nato

Convergenze ostili, quanto è stabile l'asse Russia-Cina-Iran

Il conflitto ha segnato una crisi strategica per l’Iran, che perde centralità nel blocco autoritario. Russia e Cina proseguono nella loro convergenza, ma Teheran appare sempre più marginale in un’alleanza che si basa solo sul calcolo

Vola come una zanzara, spia come un drone. L’ultima invenzione cinese

Un nuovo microdrone sviluppato in Cina, simile a una zanzara per forma e dimensioni, accende il dibattito sulla sorveglianza del futuro. Pensato per operazioni speciali e raccolta di informazioni, il dispositivo solleva preoccupazioni su possibili usi illeciti. Esperti internazionali mettono in guardia: siamo davanti a un passo ulteriore verso una sorveglianza sempre più pervasiva e difficile da controllare

Così la bioeconomia circolare fa vivere in sintonia con la Terra

Spunti e riflessioni al centro di un incontro all’Università Luiss, in occasione della presentazione del Rapporto “La Bioeconomia in Europa”, redatto dal Centro Ricerche di Intesa San Paolo

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