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Li chiamano cicli della storia. Si ripropongono spesso e in alcuni casi possono trattarsi di ripetizioni limitate e casuali. Prendiamo in considerazione ad esempio la guerra fra Russia e Ucraina in Crimea, iniziata da quasi dieci anni e riaccesa drammaticamente nel febbraio dello scorso anno.

Ricordiamo che circa 200 anni fa la stessa Crimea era stata teatro di un conflitto fra grandi potenze dell’epoca, che si contendevano una linea di faglia o di demarcazione fra Oriente ed Occidente. Gran Bretagna e Francia, l’Occidente post-romano, contrapposto all’Oriente post-romano, con protagonista la Russia. I due blocchi contrapposti portavano un manipolo di alleati occidentali, fra cui i Sardo-Piemontesi, e il gigante Ottomano, stanco e reduce dell’altro antico Impero da Oriente.

Non ci dice nulla questa riproposizione della Storia? Esiste una linea di faglia Oriente-Occidente che precede di un paio di millenni la contrapposizione Mosca-Kiev e NATO-Russia euro/asiatica? Da cosa può essere originata questa linea di faglia?

Per scoprirlo crediamo utile fare alcune considerazioni preliminari e poi passare a una rapida ricomposizione storica con una visione panoramica su due millenni e su alcuni processi chiave che ne hanno accompagnato il trascorrere.

Roma Imperiale, frattura Occidente-Oriente, Medio Evo, Nuove prospettive transatlantiche

Nel considerare la Storia, raramente ci collochiamo in una prospettiva corretta, che ci pone all’interno della stessa Storia e al suo esterno, lungo i canali e i percorsi che la collegano alle storie dei popoli e a quelle dei singoli, come nel quadro delle grandi direttive geografiche che alla Storia si sposano.

Senza guardare a questa concatenazione quasi filosofica fra Storia, storie e Geografia, non si fa vera Storia, ma si ripercorrono dei semplici fatti ed eventi di origine umana apparentemente scollegati e senza una vera logica di sistema.

Faccio questa premessa perché vorrei tracciare un quadro originale e un po’ atipico rispetto a come viene normalmente vista la Storia, fra fine dell’Impero Romano e avvio del Rinascimento Europeo, dando una prospettiva transatlantica, che viene spesso dimenticata o banalizzata.

Con Roma e il suo vasto Impero, per la prima volta nella Storia dell’umanità, assistiamo alla costituzione nello spazio temporale di quasi 5 secoli, di un  entità multinazionale, basata per la prima volta su un immenso bacino geografico, con una matrice fondamentalmente uniforme, che comprende e abbraccia 3 Continenti, riuniti da uno stesso quadro culturale, normativo, militare, economico e amministrativo.

Questo è un dato di fatto storico, che produce nel tempo una serie di conseguenze all’interno della stessa matrice basata sui tre Continenti a cultura Greco-Romana. La matrice unitaria si fratturerà in due entità imperiali ad occidente e a oriente. La prima avrà vita più breve e la seconda si concluderà a oriente quasi mille anni dopo, ma resterà  in qualche modo condizionata  della sua longevità e sostanziale omogeneità.

Il vecchio Impero romano a occidente è vittima dei suoi successi, come dei suoi motori costitutivi: le sue nazioni, che ne segnano la fine prematura rispetto all’oriente e la lunga pausa del Medio Evo.

Ma sono le stesse nazioni costitutive dell’Occidente romano che ne ripropongono in vario modo il modello imperiale nel vasto mondo.

In particolare, di questo processo di estensione del modello politico, culturale e militare Romano, si incaricheranno principalmente 5 nazionalità costituenti dell’antico spazio imperiale, che corrispondono ad una distribuzione geografica da sud-est a nord-ovest del Continente Europeo, ma che hanno assorbito dall’antica Roma anche altri e importanti influssi culturali, come quelli provenienti dal Nord Africa e dall’Anatolia.

Finito il Medio Evo e con la scoperta delle Americhe, dal sud-est dell’Europa l’Impero Spagnolo fa partire un lungo percorso, che durerà per oltre 400 anni, come l’antico Impero Romano d’Occidente, e  che  vedra’ , in successione,  altri quattro Imperi Europei avvicendarsi alla scoperta delle Americhe e delle grandi rotte intercontinentali che uniranno l’Europa all’estremo Oriente e all’Oceania.  Si tratta, in successione temporale, del Portogallo, della Francia, dell’Olanda, e per finire della Gran Bretagna.  Forse senza volerlo o programmarlo, i cinque Imperi Europei, proiettati verso una nuova dimensione oceanica e transcontinentale, di fatto ripropongono il vecchio schema culturale greco-romano e quello, piu’ evidente, politico-militare e imperiale dell’Occidente Romano.

Si tratta della perpetuazione di un modello storico che si estende geograficamente dal sud-est dell’Europa al suo nord-ovest e da lì verso le grandi rotte di mare e  il mondo via via conosciuto, ma lascia alle sue spalle e al suo confine l’Oriente del vecchio Impero, con le sue contraddizioni e il suo ancoraggio all’entroterra fra Europa, Asia e Africa. È questo processo storico-geografico che vorremmo prendere in esame in forma analitica, ma senza perdere l’intuizione o la giusta poesia, che deve unire sempre la Storia, alle storie e alla Geografia.

(Prima parte di una riflessione più ampia che pubblicheremo a puntate su Formiche.net)

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