Il budget per la Difesa statunitense del 2026 sarà caratterizzato da investimenti in crescita per la Space Force, la triade nucleare, le tecnologie ipersoniche e la sicurezza cibernetica, il Pentagono punta a rafforzare le capacità di deterrenza e proiezione globale. In parallelo, la cantieristica e le tecnologie disruptive rimangono centrali
Difesa
Sostenibilità e autonomia strategica. Da dove passa la nuova cooperazione europea per i fondi della Difesa
L’intesa sullo European defence fund rappresenta un tassello essenziale nel percorso di integrazione industriale e tecnologica della difesa europea, dove efficienza finanziaria, rapidità nell’attuazione e collaborazione pubblico – privato sono fattori chiave per una capacità di deterrenza e risposta condivisa, in un contesto geopolitico sempre più complesso e competitivo
Il Casd come hub strategico della formazione militare. Nel segno del generale Graziano
Nel solco della memoria del generale Claudio Graziano, il Centro alti studi per la difesa (Casd) ha celebrato ieri la cerimonia di chiusura dell’anno accademico 2024-2025, coronata dalla consegna del premio di dottorato a lui intitolato
Così l'Italia rafforzerà il pilastro europeo della Nato. Parla Procaccini
“Serve un approccio totalmente diverso e nuovo alla difesa e alla sicurezza, perché i due temi sono intimamente connessi, approccio che l’Italia ha nelle sue corde. Nel grande gioco geopolitico se l’Occidente si rinforza, per la Cina non è una buona notizia”. Conversazione con il co-presidente del gruppo Ecr al Parlamento europeo
Spagna e Nato, isolazionismo o posizionamento strategico? L’analisi di Caffio
Il governo Sanchez prende le distanze dalle decisioni Nato sull’aumento della spesa militare, motivando la scelta con ragioni sociali ma nascondendo una strategia più ampia di politica estera. Madrid punta a un equilibrio tra impegni nell’Alleanza e la costruzione di relazioni economiche solide con Cina, Paesi arabi e America Latina. La riflessione dell’ammiraglio Caffio
Riad tra Usa e Cina, la doppia via della difesa aerea. Scrive Mayer
La dimostrazione di forza missilistica da parte dell’Iran ha acceso i riflettori sulla vulnerabilità dei cieli mediorientali. E l’Arabia Saudita esplora opzioni più autonome e duali, valutando sistemi di difesa aerea sia statunitensi che cinesi. Una scelta strategica che riflette il suo ruolo di “Paese doppiamente allineato”. Il commento di Marco Mayer
Il summit Nato ci dimostra che la sicurezza è vera solo se collettiva. Scrive Margelletti
Per la prima volta dalla fine della Guerra Fredda, l’Europa prende coscienza della propria vulnerabilità strategica in un contesto internazionale sempre più instabile. Il recente summit ha segnato una svolta storica, con l’obiettivo politico di portare al 5% del Pil le spese per la difesa entro il 2035. Un segnale non solo economico, ma culturale. La Nato non è un soggetto esterno, ma un’alleanza di corresponsabilità strategica. Ignorare questo dato oggi significa alimentare le vulnerabilità che Mosca è pronta a sfruttare. Il commento di Andrea Margelletti, presidente del CeSI
Investimenti privati in tecnologie duali. Una trasformazione in corso
La crescita della Space Economy ha aperto la strada all’ingresso del capitale privato nelle tecnologie duali, già realtà negli Usa e in espansione in Europa grazie a iniziative come il Nato Innovation Fund. In Italia il potenziale resta inespresso per limiti strutturali e risorse ridotte. Questi e altri gli argomenti che saranno al centro del convegno promosso dall’Istituto affari internazionali (Iai) e dal Centro Studi Militari Aerospaziali (Cesma) a Roma il 26 giugno presso Palazzo Aeronautica
Pilastro europeo della Nato. La difesa di domani secondo Meloni
Il ragionamento della premier italiana al vertice Nato è tarato sulla realpolitik, sia per evitare doppioni con la difesa Ue, sia per investire in settori che stanno diventando sempre più primari, come il fronte sud, la cooperazione fra alleati in chiave di strategia industriale, l’interlocuzione imprescindibile con gli Usa e il binomio target di spese-autonomia/sovranità. Le parole di Meloni all’Aja
L’aumento del budget e la responsabilità condivisa. Quale Nato dopo il Summit
Nel contesto di una Nato sempre più orientata a una proiezione globale, il recente riorientamento strategico dell’Alleanza si muove su più assi: deterrenza rafforzata, supporto strutturale all’Ucraina, industrializzazione della difesa e ridefinizione del burden sharing con il nuovo obiettivo del 5%. La Germania e la Polonia si profilano come attori chiave del fronte orientale, mentre gli Stati Uniti, pur contenendo il proprio ruolo diretto, puntano a un’Alleanza più bilanciata. Resta aperta la sfida politica del consenso interno e della mobilitazione civile, soprattutto in Europa, per legittimare il salto di qualità dell’Alleanza in una fase di mutamento sistemico. Le riflessioni finali del Nato Public Forum