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Il progressismo (posticcio) di Conte e la difficile alleanza col Pd. Parla Tarchi

Se una rondine non fa primavera, un caffè assieme non fa ricucitura dei rapporti. Le elezioni molisane più che un test sulla tenuta dei partiti sarà una prova per le alleanze. In questo senso, Pd e 5 Stelle faranno fatica a trovare una quadra. Per le Europee, incognita Id e probabile depotenziamento ulteriore del terzo polo

Verso l'internazionale conservatrice. Cosa faranno Coates e Carafano alla Heritage Foundation

Victoria Coates è stata promossa vicepresidente del Davis Institute for National security and foreign policy. James J. Carafano assume un nuovo ruolo per allargare globalmente l’International Conservative Network, con l’Italia interessata e coinvolta nel processo complessivo di posizionamento. Fidanza: “Stimolo a rafforzare ulteriormente la produzione politico-culturale del nostro ambiente”

Queste le avete viste? Inizia l'estate della politica

Riparte la politica, ripartono i fotografi. Chi avrà posato a favore di macchina fotografica e chi sarà stato beccato con le mani in pasta? Torna “Queste le avete viste?”, con gli scatti più veloci degli ultimi sette giorni

Frammentazione e Lep in bilico. I rischi del regionalismo secondo Bassu

La frammentazione di materie strategiche come sanità e previdenza rischia di produrre conseguenze di sperequazione in termini di accesso ai servizi o godimento dei diritti sul territorio nazionale. Una parcellizzazione delle materie ottenuta in ragione di negoziazioni bilaterali tra lo Stato e la singola Regione interessata non sembra in linea con l’obiettivo di chiarezza e affidabilità del sistema. Conversazione con la costituzionalista Carla Bassu

Consiglio Ue, Vilnius, Europee e migranti. Di cosa hanno parlato Metsola e Meloni

Sicurezza, difesa, guerra, migranti sono i temi globali affrontati a Palazzo Chigi tra il premier italiano e la presidente del Parlamento europeo (una delle candidate a sostituire Ursula von der Leyen, al pari di Manfred Weber), con all’orizzonte la gestione di sfide epocali come il Pnrr, la nuova visione dell’Occidente e la Bussola strategica

Ottimo Schlein, adesso i riformisti sono più liberi. Il commento di Merlo

La leader del Pd si muove in perfetta coerenza con il suo progetto politico. Dopodiché, si tratta di una impostazione culturale e di una piattaforma politica quasi incompatibili con la cosiddetta vocazione riformista del partito. E questo è un fatto positivo… Ecco perché secondo Giorgio Merlo

Come riformare l'abuso d'ufficio (tutelando i cittadini). Scrive l'avv. Gentiloni Silveri

Di Alessandro Gentiloni Silveri

Guardando al cuore del problema, non si può negare che l’abuso d’ufficio sia stato spesso oggetto di disinvolte applicazioni pratiche, a dispetto di un’evoluzione normativa che si è più volte proposta di ridimensionarne la portata. Non sarà facile, per il Parlamento, trovare un momento di sintesi di contrapposte argomentazioni che, prese da sole, colgono ciascuna un aspetto della realtà. Il commento dell’avvocato Alessandro Gentiloni Silveri

La riforma del Codice dei contratti pubblici sta per entrare in vigore. Funzionerà?

Di Marco Giustiniani

La domanda che molti si sono posti in questi mesi di vigenza inefficace del nuovo codice è se fosse davvero necessaria una nuova e imponente riforma del sistema della contrattualistica pubblica. Risponde Marco Giustiniani, partner dello studio legale Pavia e Ansaldo, consigliere giuridico presso il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, consigliere giuridico del Commissario per la ricostruzione post sisma 2016

Interesse nazionale ed elezioni Ue. Gli incontri di Meloni visti da Checchia

Dopo la visita all’Eliseo e in vista del Consiglio europeo l’analisi dell’ambasciatore, già presso l’Ocse, la Nato e in Libano, sottolinea la visione che muove il governo nelle relazioni internazionali, in Europa e fuori. “È portatrice di una visione che fa dell’interesse nazionale la stella polare della propria azione”

Dopo la delusione digitale Grillo cambierà la sua ammirazione per la Cina?

Dopo aver esaltato per anni il potere della Rete, il fondatore del M5S nel suo intervento a Roma si è scagliato sul fattore “ipnotizzante” degli smartphone, diventati strumenti di controllo e dipendenza per soggiogare le masse. Eppure non una parola ha pronunciato sul regime che di queste due “funzioni” ha fatto una declinazione totalitaria. Come mai?

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