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I conti tra governo e opposizione non sono fatti. Sisci spiega perché

In altri tempi, con crisi economiche, il presidente era intervenuto per chiedere un governo tecnico. Oggi c’è una crisi politica interna e internazionale più profonda di una economica. In qualche modo, i partiti, le istituzioni dovrebbero tirare un bel respiro, e formare un governo di alte personalità della Repubblica che traghetti il Paese oltre questo periodo. Senza di questo il Paese rischia di implodere nei prossimi mesi

La Repubblica dei plebisciti dove gli elettori (si) perdono e la politica (si) distrugge. L'analisi di Sterpa

Di Alessandro Sterpa

Nei plebisciti non c’è un vincitore perché perde l’idea stessa di comunità che per i “plebiscitari” conta meno sia della possibilità di tornare al governo che di farsi un altro giro – all’opposizione come dicono i famosi numeri – in Parlamento. L’analisi di Alessandro Sterpa, professore di Diritto costituzionale nell’Università degli Studi della Tuscia

Vi spiego le conseguenze impreviste del non voto. L'intervento di Arcuri

Di Gabriele Arcuri

Siamo davanti al paradosso che per volontà politica (votare sì, no o astenersi) si arrivi ad effetti ben più complessi a cui, probabilmente, non ha pensato né chi ha esortato al voto né chi ha cercato di dissuadere dallo stesso, né chi ha ritirato o meno le schede per votare. L’intervento di Gabriele Arcuri

L'opportunità dietro il flop del referendum. L'opinione di Bonanni

Forse, da questo fallimento può germogliare un’opportunità. Che le forze liberali, cattoliche, socialiste sparse nell’arco parlamentare e fuori da esso comprendano che il tempo dei personalismi e delle rendite di posizione è finito. Che è necessario un progetto comune, serio, credibile, per restituire dignità e prospettiva alla politica. L’opinione di Raffaele Bonanni

Schlein non ha vinto ma Meloni ha perso. Le morali dietro i numeri del referendum secondo Sisci

L’assenteismo è un vulnus profondo della democrazia italiana: i partiti non rispondono più alle sollecitazioni dell’elettorato che volta loro le spalle. È l’elemento più importante e profondo della deriva autoritaria in corso, al di là della concentrazione dei poteri di questo o quel leader. I partiti sono autoreferenziali, autistici, e quindi non fanno funzionare il sistema politico del Paese. Più prosaicamente nel breve periodo però è cominciata la campagna elettorale contro il governo, e Schlein è in testa. L’analisi di Francesco Sisci

Cyberattacchi e sicurezza percepita. Cosa c'è da fare sulla Difesa secondo Crosetto (e la Fondazione Einaudi)

Poco più di un italiano su tre (33,4%) ritiene che l’Italia debba mantenere l’attuale livello di spesa per il comparto della difesa, mentre il 31,4% è favorevole a un aumento degli investimenti. L’Italia è senz’altro chiamata a rinnovare la propria capacità industriale e strategica per affrontare sfide globali – dalla deterrenza nucleare alla guerra cibernetica – dall’altro deve anche educare e coinvolgere i cittadini in una riflessione più ampia sul concetto di sicurezza. La presentazione del paper della Fondazione Einaudi 

Phisikk du role - E se il Centro di Musk fosse una proposta seria?

Fino a ieri il “centro” americano ha dovuto far ricorso a risorse interne allo stesso bipartitismo per esprimere una linea politica. Fino a ieri, però. La scena politica sta cambiando precipitevolissimevolmente con il combinato disposto di tecnologie digitali e insoddisfazione per il presente. Che il pur mutevole Musk sia la persona giusta per tentare imprese di questo genere non è certo. Di certo la soap-opera, questa specie di “Pastorale Americana” senza pastori, continua. La rubrica di Pino Pisicchio

Quegli attacchi alla Dc e la diversità rispetto all’oggi. Il commento di Merlo

Il dato politico, culturale e forse anche etico che separa la violenta contestazione di ieri con i cortei di oggi contro la maggioranza di governo è una sola: la Dc era un partito che aveva una spiccata e profonda identità democratica. La Democrazia Cristiana aveva quelle caratteristiche politiche che le impedivano anche di fronte alle ripetute contestazioni politiche di essere emarginata, ridicolizzata o sconfitta. Il commento di Giorgio Merlo

I marciatori di Roma non sono in piazza per i palestinesi. Cazzola spiega perché

Oggi a Roma la sinistra ufficiale, candidata alla formazione di un Campo largo vittorioso, è scesa in piazza a Roma direttamente per fermare Israele in quella che a suo dire se non è genocidio è pulizia etnica (come è buona lei!) dei palestinesi. Perché la tragedia della Palestina colpisce tanto le opinioni pubbliche che in altri casi si voltano dall’altra parte o solidarizzano con gli oppressori? Il commento di Giuliano Cazzola

Il bianco e il nero dei social. Discutiamone! La proposta di Tivelli

Sarebbe il caso di aprire, un confronto a tutto campo, un serio dibattito sulla ricerca di soluzioni possibili sulle questioni che vengono dal mondo dei social. Proviamoci! La proposta di Tivelli
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