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Un dissenso irrisolvibile che riguarda un passaggio tattico, ma la prospettiva generale è un’altra storia. E’ questa la lettura che Sergio Soave, editorialista del Foglio, di Avvenire e di Italia Oggi, dà a Formiche.net sulla scissione avvenuta nel centro-destra.

Soave, perché Angelino Alfano e i suoi amici ex pidiellini hanno dato vita al “Nuovo Centrodestra” se tanto l’idea è quella di correre coalizzati con Berlusconi alle prossime elezioni?

Per Alfano andare al voto subito con la vecchia legge elettorale non avrebbe prodotto alcuna soluzione. In più questa scissione asseconda la sua ambizione di poter ottenere risultati sul piano delle riforme con questo governo. Dall’altra parte, si respira una reale solidarietà da parte dei lealisti verso Berlusconi e la possibile revoca del suo scranno senatoriale. Da qui è nato un dissenso irrisolvibile che riguarda l’immediato ma non una prospettiva a lungo raggio. La situazione è confusa in questo senso ma lo sarà meno quando Renzi formalizzerà concretamente la sua proposta politica. Il centro-destra si dovrà organizzare per competere con lui. Poi non è detto che ci riesca ma questa è la strada.

E chi sarà l’anti-Renzi?

In questo momento non c’è e non ci può essere l’anti-Renzi. Purtroppo in Italia le aggregazioni si realizzano solo in negativo, per competere contro qualcuno. Poi molto dipenderà dal sistema elettorale. È il maggioritario a imporre un candidato unico di coalizione.

Potrebbe essere Marina Berlusconi?

Io non la conosco ma non trovo scandaloso prendere in considerazione la figlia dell’attuale leader di Forza Italia. Anche in Gran Bretagna il partito laburista è stato conteso tra due fratelli, Ed e David Miliband. La questione è invece tutta politica: Marina Berlusconi ha le caratteristiche per tenere insieme e rendere competitivo il vasto fronte del centro-destra? Ora non lo si può sapere e per di più è una persona che ha sempre detto di non essere interessata ala politica.

Le primarie le sembrano uno strumento efficace per il centro-destra?

È uno strumento che ha più senso per le candidature politiche, meno per le funzioni di partito. Potrebbe essere utile ma deve convincere tutti i suoi partecipanti per funzionare, corrispondere al carattere specifico della coalizione. Prima il carattere specifico di quella del centro-destra era Berlusconi, per questo non servivano.

È possibile un rassemblement tra Nuovo Centrodestra, Popolari di Mario Mauro e Udc?

L’alternativa a un raggruppamento tutto di centro-destra è un centro disponibile anche ad alleanze con il centro-sinistra. Questa potrebbe essere una soluzione se ci fosse un sistema non maggioritario. L’idea di un centro determinante mi sembra invece tramontato da circa vent’anni.

Quindi ad Alfano conviene guardare verso i “cugini” del Pdl?

L’elettorato di Alfano difficilmente si metterebbe in coalizione con il centro-sinistra. Lo spazio già esiguo dei centristi, peraltro divisi, con Alfano si ridurrebbe ancora di più. Il centro-destra rischia di mangiarselo.

Secondo molti osservatori non è giusto che una forza poco moderata e anti-euro come appare oggi Forza Italia rappresenti in Italia il Ppe. E’ d’accordo?

La tradizionale idea che il moderatismo implichi moderazione nei comportamenti è largamente smentita dalla storia. Era moderato Mario Scelba? Erano moderati Charles de Gaulle o Margaret Thatcher? In certi momenti, i ceti medi in sovraeccitazione chiedono rappresentanza e questa non può essere basata sui principi del galateo. E poi la critica all’euro che viene da alcuni settori di FI prevede l’uscita della Germania dall’euro, cosa che dicono anche tanti economisti Usa. Infine del Ppe non importa niente a nessuno, non esiste come proposta politica. Finché i partiti europei non avranno una funzione saranno solo dei circoli di incontro.

E l’idea di fare un Ppe in Italia promossa dai centristi?

È una forma propagandistica. Anzi se verrà letto come partito della Merkel in Italia, questa proposta potrebbe avere anche un effetto controproducente.

Fino a quando Berlusconi riuscirà nel doppio binario di fare il leader di Forza Italia e non rompere con le cosiddette colombe?

Non è un doppio binario. L’aspirazione di Forza Italia è di ricostruire la propria funzione di baricentro di un sistema di alleanze di centro-destra. E’ normale che debba cercare alleanze con tutti.

Con questa scissione il governo Letta è più forte?

Più forte? Il governo Letta è sempre stato così debole che è difficile lo possa diventare di più. Praticamente l’80% delle forze parlamentari non lo vuole. Il suo compito è quello di mediare tra l’Europa e gli interessi nazionali, oltre a fare la riforma elettorale. Se riesce a fare questo, sarà giù molto.

La chiave del "nuovo" accordo Alfano-Berlusconi? Renzi

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