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Il Congresso americano ha approvato l’emendamento per le nuove basi in Grecia, tra cui quella sull’isola di Skyros. Una mossa, sotto traccia, che ha invece una notevole rilevanza geopolitica dal momento che incrementa la presenza a stelle e strisce nell’Egeo in un momento assolutamente peculiare, ovvero con l’intera area mediterranea tornata nevralgica, sia per i riverberi della guerra in Ucraina (energia e allargamento Nato), che per le proiezioni future di policies e iniziative (Africa e fronte sud).

Qui Washington

Il National Defense Authorization Act (Nndd), il disegno di legge annuale di autorizzazione per il Dipartimento della Difesa, porta la firma della deputata democratica Grace Meng, membro del Congressional Hellenic Caucus e della sottocommissione per gli stanziamenti della Camera per le operazioni statali ed estere. In quel provvedimento si legge che il Segretario della Difesa e il Segretario di Stato dovranno presentare congiuntamente alle commissioni competenti del Congresso un rapporto sulle relazioni di sicurezza tra gli Stati Uniti e la Grecia, al cui interno deve essere specificato come incrementare la presenza in ulteriori basi in Grecia, in particolare sulle isole.

Dalla fine del 2021 Usa e Grecia hanno dato vita ad un accordo ampliato di cooperazione in materia di difesa, anticamera all’esigenza del Pentagono di intensificare le attività militari in Grecia in risposta alle minacce navali russe. Il governo conservatore di Kyriakos Mitsotakis, dopo le sbandate pro cinesi di Alexis Tsipras, ha inteso sin dal suo primo mandato ricollocare la Grecia nell’alveo atlantista.

Più Usa in Grecia

Meng si è detta convinta sostenitrice delle relazioni Usa-Grecia sin dai suoi primi giorni al Congresso: “Il mio emendamento a sostegno del solido rapporto di difesa tra Stati Uniti e Grecia, in particolare per quanto riguarda l’espansione dei diritti di base tra le nostre due nazioni, aiuterà solo a rafforzare ulteriormente il legame tra Stati Uniti e Grecia. Ringrazio la leadership del Congressional Hellenic Caucus per aver sostenuto il mio emendamento e non vedo l’ora che diventi legge”.

“Dobbiamo continuare a fare progressi approfondendo il rapporto tra gli Stati Uniti e i nostri alleati democratici nel Mediterraneo orientale – ha aggiunto il deputato democratico Chris Pappas – Come co-presidente dell’Hellenic Caucus, sono lieto che questo emendamento rafforzi la nostra cooperazione in materia di sicurezza con la Grecia”. Con questa mossa gli Usa spingono fortemente sul tasto degli investimenti in terra ellenica grazie all’accordo di cooperazione di mutua difesa (MDCA), aggiungendo Skyros ad Alexandroupolis, porto che rappresenta una risorsa fondamentale non solo per gli Usa a anche per la Nato (all’interno della Via Carpatia) dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.

Perché Skyros

Skyros si trova nel mezzo dell’Egeo e ha dalla sua parte una peculiare caratteristica geografica: è a metà strada tra Alexandroupolis e la base Nato di Souda Bay a Creta, interessata da un imponente restyling per consentire l’attracco a più sottomarini. Una mossa, questa, che consoliderebbe ulteriormente gli interessi americani e occidentali sull’ampio fianco sud-orientale che si estende fino al Canale di Suez e che, al contempo, dovrebbe nelle intenzioni atlantiste spegnere ogni velleità russa nella macroregione a cavallo tra Mediterraneo e Medio Oriente.

Tra l’altro in quelle isole, spesso “attenzionate” dagli sconfinamenti aerei degli F-16 turchi, è stato creato un ombrello-radar di difesa contro i droni nemici. Il piano è stato attuato grazie alla tecnologia israeliana, che produce interferenze con la capacità di volo di potenziali droni nemici come il Bayraktar TB2 turco: una sorta di sistema anti-Uav che ha caratteristiche simili a quelle del Drone Dome israeliano, ma adattato alle esigenze specifiche della Grecia e al terreno geografico delle isole e di altre zone di confine. A Skyros dunque dovrebbero aggiungersi tre MQ-9 americani con relative stazioni di comando.

Qui Salonicco

Il quadro militare, impreziosito dall’annuncio degli F-35 in arrivo ad Atene, si completa con le nuove nomine diplomatiche decise dell’amministrazione Biden. È Jerry Ismail il nuovo console degli Stati Uniti a Salonicco, che succede a Elizabeth K. Lee. Già impegnato in qualità di Capo dei Diritti Umani presso l’Ufficio delle Organizzazioni Internazionali (Io), sovrintendendo alla campagna elettorale degli Stati Uniti per i Diritti Umani delle Nazioni Unite Consiglio (Hrc), ha coordinato il raggio d’azione diplomatico degli Stati Uniti in vista del voto delle Nazioni Unite per l’espulsione della Russia dall’Hrc.

Ha lavorato presso l’Ufficio per la risoluzione e la stabilizzazione dei conflitti e come diplomatico presso l’ufficio australiano, dove ha supervisionato la pianificazione e il ritorno della Consultazione bilaterale strategica Usa-Australia sulla diplomazia e la difesa (“Ausmin”). In precedenza ha servito come capo dell’Ufficio Albania, promuovendo l’integrazione euro-atlantica, inclusa l’adesione dell’Albania alla Nato.

Tra gli incarichi ricoperti in missioni all’estero figurano la posizione di consigliere politico ed economico in Turkmenistan, la posizione di vice capo dell’ufficio politico ed economico in Montenegro, la posizione di capo dell’ufficio economico in Kosovo e la posizione nel ufficio per i diritti umani nella Repubblica Ceca e in Arabia Saudita, dove ha iniziato la sua carriera nel 2004.

Usa in Grecia, Skyros è l'isola scelta per la nuova base

Si rafforza la presenza a stelle e strisce nell’Egeo: l’isola sarà avamposto logistico per droni e per l’attività di intelligence ad ampio raggio. Si aggiunge a Stefanovikio, Creta Souda bay, Larissa e Alexandroupolis

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