La prima laureata in ingegneria aeronautica in Italia, il primo italiano nello spazio, il team che lanciò, nel 1964, il primo satellite italiano in orbita. Sono solo alcune delle eccellenze che, in occasione della Giornata nazionale dello spazio, hanno ricevuto il Premio Luigi Broglio. Istituito proprio nel sessantesimo anniversario dell’impresa del San Marco su iniziativa del presidente dell’Intergruppo parlamentare per la Space economy, Andrea Mascaretti, il premio ha l’obiettivo di riconoscere il contributo di chi ha contribuito ad accrescere l’eccellenza italiana nello spazio.
“Celebriamo i sessant’anni dell’impresa spaziale italiana” ha sottolineato Mascaretti aprendo l’iniziativa. Allora, registra ancora il presidente “Inizia la nostra storia” nello spazio. Come registrato ancora dall’onorevole, “Le grandi imprese marciano sulle gambe dei grandi uomini”, e questo fu Luigi Broglio, “Ingegnere dell’Aeronautica militare, professore, che volle fortemente che l’Italia andasse nello spazio”. L’iniziativa e la capacità del generale Broglio di trainare tutto il sistema-Paese nella riuscita dell’impresa è impressa nel premio stesso, che riproduce la lettera con cui Broglio chiedeva all’allora presidente dell’Eni, Enrico Mattei, di mettergli a disposizione una piattaforma petrolifera riconvertita per effettuare i lanci spaziali (quella che sarebbe poi diventata la piattaforma di controllo Santa Rita). “Due uomini eccezionali – ha sottolineato Mascaretti – che si aiutarono per dare una spinta all’Italia”. E il premio punta proprio a celebrare quello spirito: “Premiare quelle persone che hanno contribuito a dare all’Italia un ruolo da protagonista nello spazio”.
Una iniziativa resa possibile anche grazie al supporto dell’Eni, di Inrete e dal Centro studi per lo sviluppo sostenibile, la cui presedente, Maria Elena Polidoro, ha sottolineato come “la Space economy garantirà uno sviluppo sostenibile”. Soprattutto per un Paese come l’Italia. In un’epoca segnata dalla corsa tra due grandi superpotenze come Usa e Urss, ha detto ancora Polidoro “una parte di mondo non accettò di restare in secondo piano. Era l’Italia di Luigi Broglio”.
Oggi, per il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, “dobbiamo riaffermare questo spirito, in un momento in cui l’Europa è travagliata e il mondo non è più sicuro”. Per questo, ha ricordato il ministro, che è anche autorità delegata per le Politiche dello spazio e dell’aerospazio, il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, “mi ha dato il preciso mandato di riaffermare il ruolo dell’Italia nello spazio, da protagonista”. Per farlo sono stati allocati sette miliardi di euro fino al 2026, è stato sottoscritto l’accordo alla ministeriale Esa con Francia e Germania per passare dalla competizione alla collaborazione. Infine, ha ricordato il ministro, arriverà la Legge sullo Spazio, che tra l’altro “regolerà, primi in Europa, anche l’attività dei privati nello spazio. Una legge “necessaria già in passato, e oggi diventata indispensabile”. Anche il ministro Urso, ha sottolineato l’importanza che il lancio del primo satellite italiano nel contesto storico di allora. “Era il Paese che tornava a pensare al futuro, gli anni in cui Enrico Mattei rendeva autonomo il Paese dal punto di vista energetico, in cui Enrico Fermi realizzava in Italia uno dei primi reattori nucleari al mondo. Era la costruzione del futuro del Paese attraverso lo sviluppo di capacità tecniche e scientifiche”.
E parte dei protagonisti di quell’epoca sono stati i protagonisti della giornata di celebrazioni dedicata al generale. Il ministro Urso ha, infatti, consegnato il premio alla squadra che, sessant’anni fa, accompagnò Luigi Broglio ad avviare la grande epopea dello spazio italiano. Capitanati dal generale Gianfranco Pecci, hanno ricevuto il riconoscimento Ugo Pozzi, che si è occupato degli sviluppi del San Marco 1 e 2, unico della squadra di Broglio a non far parte dell’Aeronautica ma proveniente dall’Università; Maurizio Di Ruscio, San Marco Space Manager, Responsabile raccolta ed elaborazione dati satellitari; Antonio De Micco, Responsabile Sicurezza volo e sviluppo del vettore Scout; Raffaele Virno Lamberti, Responsabile circuiti elettrici e sistemi di accensione e distruzione dello Scout; Giorgio Predonzani, Responsabile strumentazione Terra e sicurezza volo; Giorgio Rea, Responsabile servizi tecnici e operativi del poligono; Giuseppe Vermiglio e Leonardo Mitola, ispettori per il controllo di qualità di lavoro sul vettore Scout; Ciro Grazzi, Tecnico addetto al caricamento del perossido di idrogeno e dell’azoto sul vettore Scout; Giovannino Fusaroli, Capo laboratori di calibrazione strumenti e responsabile della telemisura del veicolo; e i tecnici addetti alla Telemetria del satellite, Giuseppe Sanzoni, Luciano Giannotti e Benedetto Giuliano.
A sottolineare, quindi, il valore per il presente e il futuro per lo spazio italiano del premio, è stato il presidente dell’Agenzia spaziale italiana, Teodoro Valente, che ha ricevuto il premio dall’onorevole Mascaretti: “L’insegnamento di Broglio che dobbiamo apprendere è quello di essere attivi e operativi nelle collaborazioni internazionali”. Come spiegato da Valente “abbiamo molti programmi nazionali, alcuni unici in Europa – ma accanto a questi – abbiamo attività estese di cooperazione con l’Esa, molte in bilaterale, e altre ancore con gli Usa, che restano un partner strategico dai tempi di Broglio”.
Queste collaborazioni internazionali hanno una diretta discendenza dalle attività del generale Broglio in particolare per quanto riguarda il Kenya, dove si trova la base spaziale italiana di Malindi e da dove il generale lanciò i satelliti del programma San Marco. Un legame rappresentato dalla premiazione di Charles Mwangi, direttore del Settore spaziale e dello Sviluppo tecnologico dell’Agenzia spaziale del Kenya, premio consegnato dal generale Franco Federici, consigliere militare del presidente del Consiglio. La strada tracciata da Broglio, inoltre, porta direttamente al ruolo dell’Italia nella Space economy, con la premiazione da parte del generale Antonio Conserva, comandante Logistico dell’Aeronautica militare, a David Avino, fondatore e amministratore delegato di Argotec.
Lo spirito di Broglio è stato evocato anche dal colonnello e astronauta dell’Aeronautica militare, Walter Villadei, premiato dall’onorevole Mascaretti, che ha ricordato come per le sfide di domani serviranno “lo stesso spirito di visione e coraggio” di Broglio. Un apporto che contribuirà soprattutto al progresso scientifico e tecnologico del Paese, come ricordato dal professor Marco Tavani, fino ad aprile presidente dell’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf), premiato dal preside della scuola di Ingegneria aerospaziale dell’Università La Sapienza, Giovanni Palmerini. Collaborazioni internazionali che spaziano tra i continenti, dalla collaborazione europea a quella con i Paesi africani, saranno sempre al centro della crescita italiana, come confermato anche da Simonetta Cheli, direttrice del programma per l’Osservazione terrestre dell’Agenzia spaziale italiana e capo del Centro europeo per l’osservazione della Terra (Esrin), che ha ricevuto il premio da Beatrice Tuei, delegata dell’ambasciatore della Repubblica del Kenya in Italia. Il tutto frutto di una visione e un gioco di squadra dell’intero sistema-Paese, come ricordato da Simonetta di Pippo, direttore dello Space economy evolution lab di SDA Bocconi, premiata dalla presidente Polidoro. Infine, in un passaggio di testimone tra astronauti, il colonnello Villadei ha premiato l’astronauta Franco Malerba, primo italiano nello spazio, a suo dire “felice di essere promosso tra i pionieri dello spazio italiano”.
In conclusione, l’onorevole Mascaretti ha consegnato il premio ad Amalia Ercoli-Finzi, prima donna in Italia a laurearsi in ingegneria aeronautica, (con votazione 100 e lode) presso il Politecnico di Milano, dove è stata poi docente di meccanica orbitale (anche dello stesso Mascaretti). “L’Italia ha fatto tante cose nello spazio – ha detto la professoressa – e potrò farne ancora, basta avere un po’ di buona volontà. Prima le idee, poi le persone, e poi i soldi. Per ultimi ma servono”.