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L’Italia, il Regno Unito e il Giappone hanno stretto un’alleanza “senza precedenti” nel settore della difesa per lo sviluppo e la costruzione del caccia del futuro, un jet supersonico di sesta generazione destinato a sostituire l’attuale Eurofighter Typhoon (frutto della collaborazione tra Italia, Regno Unito, Germania e Spagna): il nuovo aereo da combattimento si chiamerà Tempest e dovrebbe essere operativo nel 2035, con l’avvio della fase di sviluppo nel 2024.

“Come leader di Italia, Giappone e Regno Unito, siamo impegnati a sostenere l’ordine internazionale basato sulle regole, libero e aperto, che è più importante che mai in un momento in cui questi principi sono contestati e le minacce e le aggressioni sono in aumento”, hanno dichiarato in un comunicato congiunto la presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni, il primo ministro britannico Rishi Sunak e quello giapponese Fumio Kishida.

L’annuncio odierno ha tre fondamentali significati geopolitici.

Il primo l’ha spiegato chiaramente il premier britannico Sunak: la collaborazione evidenzia che “la sicurezza dell’Euro-Atlantico e dell’Indo-Pacifico sono indivisibili”. Parole che rispecchiano quelle rilasciate nelle scorse settimane da una fonte diplomatica giapponese a Formiche.net relativamente all’ingresso di Tokyo nel Nato Cooperative Cyber Defence Centre of Excellence con sede a Tallinn, in Estonia: “È il momento in cui la sicurezza dell’Europa e della regione indo-pacifica non possono essere discusse separatamente e la cooperazione tra la Nato e i suoi Paesi partner, compreso il Giappone, deve essere rafforzata”.

Il secondo l’ha scritto Alessio Patalano, professore del King’s College London, sulle pagine del giornale giapponese Nikkei: il progetto è un nuovo esempio di approccio “minilaterale” da parte del Regno Unito, il cui governo, alla luce della guerra in Ucraina e delle implicazioni per la sicurezza europea, sta ripensando la svolta verso il Pacifico contenuta nell’Integrated Review lanciata meno di due anni fa. Come l’Aukus dell’anno scorso, lanciato con Australia e Stati Uniti, quello annunciato oggi è un accordo di accelerazione tecnologica, scrive l’esperto, e dimostra ancora una volta “l’impegno a sviluppare e fornire una capacità che getterà le basi per un’industria della difesa sostenibile e competitiva nei decenni futuri”. In un ordine internazionale sempre più instabile e segnato da un ritorno del multipolarismo, questo minilateralismo può “offrire la stabilità necessaria”, aggiunge.

Il terzo è rappresentato dalla risposte alle sfide di Cina e Russia che hanno spesso sfruttato le dipendenze industriali per vantaggi politica. L’accordo tra Giappone, Italia e Regno Unito rappresenta un importante tassello per il rafforzamento tecnologico dei tre Paesi singolarmente, delle relazioni tra loro e più in generale dei loro alleati, a partire dagli Stati Uniti, e del fronte delle democrazie davanti all’ascesa delle autocrazie. Un annuncio che arriva a poche settimane dal passaggio di consegne dalla Germania al Giappone per la presidenza del G7, che poi nel 2024 sarà dell’Italia.

I tre significati geopolitici dell’alleanza per il Tempest

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