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“Ci troviamo in un momento storico forse irripetibile, che non possiamo non considerare”, racconta a Formiche.net Nicola Brandolese, ceo di Doctolib Italia, sulla digitalizzazione della sanità. La pandemia ha avviato già un notevole  cambiamento, ma ora “serve il coinvolgimento di tutti gli attori sociali per tradurre gli obiettivi del Pnrr per migliorare nel concreto la vita dei cittadini”.

Il digitale in sanità rappresenta non solo un’opportunità ma una premessa necessaria per un Sistema sanitario Nazionale moderno e di qualità. In quali ambiti e in che modo le soluzioni digitali possono aiutare i professionisti sanitari, i cittadini e il sistema sanitario nel suo complesso?

L’innovazione digitale è cruciale per un Sistema Sanitario Nazionale moderno ed efficiente per i cittadini. Rappresenta infatti la premessa per dotare i professionisti sanitari di strumenti adeguati per assistere i pazienti, per accorciare i tempi di attesa di visite ed esami, supportare la gestione delle visite ospedaliere, intervenire per ridurre le liste d’attesa, che è ormai un’urgenza nazionale, e in generale nell’efficientare la spesa pubblica senza ridurre i servizi. Solo per fare un esempio, fornire ai cittadini la possibilità di gestire in autonomia i propri appuntamenti attraverso strumenti digitali di facile utilizzo potrebbe consentire di ridurre il numero di coloro che non si presentano alle visite, un fenomeno che causa rallentamenti e ha notevoli impatti in termini di costi. Non solo, i servizi digitali permettono di intervenire in una situazione di emergenza, dove a causa della carenza di medici, spesso i medici di medicina generale si trovano a dover assistere un sempre maggior numero di pazienti.

Altro aspetto fondamentale in cui il digitale gioca un ruolo chiave è nell’attuazione della riforma dell’assistenza territoriale. Per garantire davvero una medicina di prossimità bisogna dare la possibilità al personale sanitario di aumentare il tempo dedicato alla cura e all’ascolto dei pazienti, e ridurre il tempo perso in pratiche amministrative; serve rendere possibile una più efficace interazione medico-paziente grazie a strumenti che ne facilitano le comunicazioni, ad esempio attraverso la condivisione di documenti e nuove forme di assistenza; e infine si deve garantire una migliore e diretta collaborazione tra medici di medicina generale e specialisti al fine di offrire una migliore esperienza di cura agli assistiti: più veloce, più chiara, più facile. In definitiva la digitalizzazione è una delle condizioni per rendere il sistema efficiente e mettere al centro il cittadino, offrendo servizi, accessibilità e trasparenza.

Ad oggi è evidente come la sanità del futuro non possa prescindere dalla tecnologia e come i servizi digitali siano già utilizzati dai cittadini e dal personale sanitario. Secondo un’indagine condotta da Quorum/YouTrend per Doctolib, infatti, il 49% degli italiani intervistati già utilizza la tecnologia per accedere agli esiti delle analisi o degli esami e il 30% la utilizza per prenotare online le visite mediche. Una crescente propensione e utilizzo di strumenti online si ritrova anche tra i professionisti sanitari, con il 69% dei medici di medicina generale e gli specialisti che invia ricette, referti e diagnosi in modalità digitale e con 4 medici su 5 che considerano la tecnologia fondamentale per migliorare lo svolgimento dell’attività lavorativa.

Il motore del cambiamento è quindi già avviato verso una maggiore digitalizzazione della sanità: in questo contesto di importanti trasformazioni successive alla pandemia serve il coinvolgimento di tutti gli attori sociali per tradurre gli obiettivi del Pnrr in condizioni per migliorare nel concreto la vita dei cittadini. Ci troviamo in un momento storico forse irripetibile, che non possiamo non considerare.

Quindi la digitalizzazione della Sanità come può aiutare il corretto funzionamento del nuovo Sistema sanitario territoriale?

In questo momento in cui è fondamentale che la riforma dell’assistenza territoriale venga realizzata e implementata nel modo migliore, il digitale è il vero strumento per avvicinare cittadini e personale sanitario, per creare un ecosistema territoriale integrato. Per raggiungere questo obiettivo, oltre a credere ed investire in soluzioni digitali – è anche cruciale superare l’idea che vede i servizi digitali come semplici interazioni a distanza tra SSN e cittadini, come ad esempio quelli che rispondono alla definizione di Telemedicina. Dovremmo avere l’ambizione di immaginare una Sanità che utilizzi il digitale anche per migliorare attività di interazione medico e paziente, coordinamento tra professionisti sanitari e supporto dell’organizzazione dell’assistenza primaria. E questo deve avvenire ad esempio nelle nuove Case di Comunità, che non possono essere solo una semplice opera di edilizia pubblica, ma devono invece costituire un presidio sanitario e sociale, essere hub di assistenza e vicinanza, network di competenze. Anche per questo le Regioni devono essere in grado di pianificare e valorizzare al meglio tutti gli strumenti che possono rappresentare un servizio per il territorio e semplificare l’accesso ai percorsi di cura e prevenzione ai cittadini. Garantire le migliori condizioni di cura è un tema di democrazia e su questo le istituzioni pubbliche saranno chiamate a misurarsi.

Inoltre è fondamentale l’evoluzione del Fascicolo sanitario elettronico che dovrebbe essere la porta d’accesso ai servizi digitali. Attualmente, non possiamo parlare di Fascicolo Elettronico, ma di fascicoli elettronici dal momento che ogni regione e Provincia Autonoma ha sviluppato la propria architettura. La mancata interoperabilità tra le ventidue piattaforme e la mancanza di standard tecnici e documentali condivisi rende quasi impossibile lo scambio dei dati tra le diverse Regioni, limitando fortemente l’esperienza di cura ai cittadini e determinando lo scarso popolamento da parte del personale sanitario. Il Fse 2.0. se correttamente sviluppato e successivamente popolato, può rappresentare una risorsa fondamentale per l’integrazione non solo delle nuove strutture, come le Case di Comunità, ma anche con la rete di servizi sanitari già esistente (servizi Asl, ospedali) permettendo ai cittadini un accesso ai propri dati in maniera rapida e sicura.

Credo che la definizione di uno schema architetturale e la scelta di un linguaggio univoco da parte del governo sia un buon punto d’inizio, ma per favorire il successo del nuovo Fse è necessario coinvolgere gli operatori del settore per sviluppare servizi che possano integrarsi facilmente e supportare i cittadini e i professionisti nella quotidianità. È il momento di promuovere un Tavolo di lavoro permanente per la Sanità Digitale, sul modello di quanto realizzato in altri paesi europei, che coinvolga il ministero della Salute, le rappresentanze dei professionisti della salute, i pazienti, ma anche i fornitori di servizi tecnologici, che possono rivelarsi per le istituzioni tra i partner più importanti per favorire il popolamento Fse.

La tutela della salute e il progresso della sanità passano anche attraverso un nuovo patto di collaborazione tra settore pubblico e attori privati. L’esistenza di un ecosistema interoperabile e certificato sarà quindi fondamentale per sviluppare politiche sanitarie sempre più aderenti ai bisogni della popolazione e che garantiscano alla pubblica amministrazione la possibilità di non sprecare risorse.

Per raggiungere risultati di questa portata, quali sono gli errori da evitare e i rischi da tenere in considerazione? 

La digitalizzazione non è solo un’opportunità per rendere più efficiente ed accessibile il nostro sistema sanitario, è una vera e propria necessità per fornire un’assistenza adeguata ai cittadini. Per innovare velocemente, lo Stato e le Regioni dovranno farsi promotori del cambiamento, riconoscendo anche l’expertise delle aziende private in ambito health-tech come un elemento di ricchezza e come una possibilità di innovazione. Avendo quindi la capacità di individuare le migliori soluzioni che il mercato già offre, evitando di creare soluzioni ex novo con duplicazione di servizi e inefficienze.

Le istituzioni devono poi essere decisive nell’implementare una regolamentazione a tutela della collettività, nella definizione di norme di sicurezza e portabilità dei dati, nella creazione di un perimetro di standard e certificazioni che garantisca serietà ed efficienza valorizzando le competenze già esistenti tra gli attori privati, ma al fine di tutelare la salute come bene pubblico.

Mentre i privati, e le aziende health-tech come Doctolib in particolare, cosa fanno per favorire questo passaggio a un sistema sanitario più digitalizzato?

I servizi digitali sono strumenti necessari per supportare i professionisti sanitari nello svolgimento del loro lavoro e nel rapporto con i pazienti, che però non possono e non devono sostituire il ruolo di medici, infermieri e farmacisti: le persone e le loro competenze restano al centro del sistema. Questa è l’importante premessa da cui tutti dobbiamo partire per sostenere una più estesa applicazione del digitale nella sanità.

Forte della solida esperienza nell’ambito della sanità digitale in Europa, Doctolib finora ha sviluppato soluzioni digitali costruite a partire dalle esigenze del personale sanitario che mirano a semplificare il lavoro dei professionisti e migliorare così la salute per tutti i cittadini. Vogliamo essere al fianco delle istituzioni e contribuire allo sviluppo dell’infrastruttura digitale per la trasformazione dell’ecosistema sanitario Italiano con l’obiettivo di mettere al centro la salute, il tempo ed il benessere di tutti.

Oggi il sistema Paese deve offrire ai cittadini un accesso più semplice e rapido all’assistenza sanitaria e semplificare la vita quotidiana dei professionisti sanitari, le due cose sono tra loro collegate. Le soluzioni tecnologiche possono offrire ai cittadini un più semplice accesso all’assistenza sanitaria e maggiore trasparenza in tutte le fasi del percorso di cura e prevenzione, mentre consentono ai medici di aumentare il tempo dedicato alla cura e all’ascolto dei pazienti, efficientare i processi e migliorare le comunicazioni tra professionisti sanitari e tra medico e cittadini.

Tutti i vantaggi di una Sanità digitalizzata. Parla Brandolese (Doctolib Italia)

“Le soluzioni tecnologiche possono offrire ai cittadini un più semplice accesso all’assistenza sanitaria e maggiore trasparenza in tutte le fasi del percorso di cura e prevenzione, mentre consentono ai medici di aumentare il tempo dedicato alla cura e all’ascolto dei pazienti”. Conversazione con Nicola Brandolese, ceo Doctolib Italia, su digitalizzazione nel Ssn, rapporto tra cittadini e personale sanitario e il Fascicolo sanitario elettronico

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