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Ci risiamo. Nonostante le critiche arrivate da più parti, la presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde, intervenendo al Parlamento Ue, ha annunciato ufficialmente di voler proseguire nella sua politica restrittiva continuando ad aumentare i tassi: “Intendiamo alzare i tassi di altri 50 punti base al prossimo meeting a marzo, e di vedere in seguito quali ulteriori passi fare”… “L’elevata inflazione continua ad avere un forte impatto su tutti i settori della nostra economia e sulla vita quotidiana delle persone, in particolare sulle famiglie a basso reddito”, ha continuato la presidente “falco” della Bce.

Lagarde continua a pensare, cioè, che i tassi “a livelli restrittivi ridurranno in ultima analisi l’inflazione, smorzando la domanda e proteggeranno anche dal rischio di un persistente aumento delle aspettative di inflazione” e confermando che “resta determinata a riportare l’inflazione al 2% in maniera ordinata, abbiamo già alzato i tassi e rimarremo su questo percorso fino a quando non sarà scesa. Non vediamo un disancoraggio delle aspettative, ma non possiamo rischiare”.

Oltre tutto prendendosela con i mercati (Ma per questi liberisti il mercato non era indiscutibile e si autoregolamentava da solo con intelligenza?) invitandoli “a rivedere le loro posizioni, penso che farebbero bene a farlo”. Qualche ora prima anche il governatore della Banca centrale olandese, il falco Klaas Knot rincarava la dose: “gli sviluppi di mercato che ho visto, diciamo nelle ultime due settimane, non sono del tutto graditi dal mio punto di vista. Non credo che siano compatibili, anzi, con un tempestivo ritorno dell’inflazione, verso il 2%”. E poi anche il governatore della Banca centrale francese, Francois Villeroy de Galhau, faceva sponda alla Presidente della Bce sostenendo di “mantenere la rotta nella nostra battaglia contro l’inflazione, che non è ancora vinta”.

I tassi continueranno ad “aumentare in maniera significativa a un ritmo costante”, lo ha ribadito anche Isabel Schnabel, membro del comitato esecutivo della Bce, secondo la quale l’alta inflazione è una tassa sugli investimenti, anche verdi. dichiarandosi ancora una volta apertamente favorevole nella lotta contro il cambiamento climatico. Falco, dunque ed ambientalista. Siamo messi veramente bene, anzi, molto male.
Ed a lei, Lagarde, ma anche a tutti gli altri “falchi” ha risposto, a muso duro per primo Fabio Panetta, membro del Comitato Esecutivo della Bce, con una battuta ad effetto, presa da una nota canzone di Lucio Battisti e riportata da tanti organi di stampa di tutta Europa: alzando i tassi al buio non si può continuare a “guidare come un pazzo a fari spenti nella notte”.

In pratica il nostro banchiere, che per la sua autorevolezza guida la pattuglia delle “colombe” in seno alla Bce, continua a raccomandare di procedere a piccoli passi e, soprattutto, sulla scorta di dati certi e fondati: “Ora che le condizioni monetarie stanno diventando più restrittive, diventano a mano a mano più rilevanti l’entità e la durata della stretta monetaria. Modificando i tassi con gradualità – procedendo a piccoli passi – potremo definire entrambe queste variabili con precisione”… “è preferibile adottare una politica monetaria realmente fondata sui dati”. Secondo il nostro banchiere il “forte sfasamento temporale con cui la politica monetaria si trasmette all’economia reale… fa si che “la maggior parte degli effetti della restrizione monetaria è ancora là da venire”… “Emerge quindi l’esigenza di considerare il rischio che la stretta monetaria possa rivelarsi eccessiva”.

A Panetta si è aggiunto poi, con grande autorevolezza, il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, che, anche se con toni meno perentori, ha espresso gli stessi concetti al 29simo congresso degli operatori dei mercati finanziari, organizzato da Assiom Forex a Milano: “Le decisioni del Consiglio direttivo della Bce attuate sin dalla fine del 2021 sono state volte a contrastare il pericolo che l’elevata inflazione si traslasse sulle aspettative e che si avviasse una rincorsa tra prezzi e salari.

“L’azione dovrà proseguire continuando a ricercare il giusto equilibrio tra il rischio di fare troppo poco, lasciando l’inflazione elevata per un periodo di tempo eccessivo, tale da incidere sulle aspettative e sulla stabilità monetaria, e quello di fare troppo, portando a una caduta del reddito e dell’occupazione e compromettendo la stabilità finanziaria con ricadute non meno gravi sull’andamento dei prezzi”… “L’onere di affrontare i molteplici risvolti di questa crsi non può però ricadere, come è avvenuto spesso in passato, sulla sola poltica monetaria. Quaranta anni fa, nelle Considerazioni finali sul 1981, il governatore Ciampi ricordava che “la stabilità monetaria è una responsabilità comune, un bene mai definitivamente acquisito”. Era vero allora nel nostro Paese è vero oggi nell’area dell’euro: in una fase di forte incertezza le scelte di tutti gli attori, autorità europee, governi nazionali e parti sociali, devono essere tra loro coerenti, tenendo conto del contributo che l’azione di ciascuno fornisce al risultato finale”.

Ed ha aggiunto: “Stiamo dando messaggi troppo duri e spaventiamo anziché accompagnare”, e “non sono convinto che sia oggi meglio rischiare di restringere troppo anziché troppo poco”, con il rischio di una “reazione di famiglie, imprese e operatori di mercato eccessiva, con rischi per la stabilità finanziaria, l’attività economica”.

La Bce, dunque, continua a mantenere un atteggiamento duro, da falco ed ha già preannunciato un ulteriore rialzo dei tassi di 50 punti base nel prossimo mese di marzo. Per questo nel suo ultimo intervento al The Warwick Economics Summit 2023, il governatore Visco ha ribadito “sono convinto che la credibilità delle nostre azioni sia perseverata non dal mostrare i muscoli di fronte all’inflazione, ma dal mostrare continuamente saggezza ed equilibrio”.

Cosi sia!

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La Banca centrale continua a mantenere un atteggiamento duro, da falco ed ha già preannunciato un ulteriore rialzo dei tassi di 50 punti base nel prossimo mese di marzo. Per questo il governatore Visco ha ribadito di essere convinto che la credibilità delle azioni sia perseverata non dal mostrare i muscoli di fronte all’inflazione, ma dal mostrare continuamente saggezza ed equilibrio. Il commento di Riccardo Pedrizzi

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