Skip to main content

L’ammissione è arrivata da chi non è, per tradizione e consuetudine, mai troppo tenero con il governo di turno. Il governatore di Bankitalia Ignazio Visco, pochi giorni fa, ha messo in chiaro un concetto: la prudenza del governo sui conti dimostrata prima, durante e dopo la manovra, sta tenendo a bada lo spread tra Btp e Bund. Che per l’Italia, terzo debito al mondo, rappresenta il termometro della sostenibilità delle proprie finanze e, soprattutto, della propria spesa, dal momento che i mercati prestano a Roma non meno di 400 miliardi di euro all’anno, in cambio di titoli di Stato.

E pensare che, quando Giorgia Meloni aveva già un piede a Palazzo Chigi, per molti osservatori una tempesta perfetta sull’Italia, magari in stile estate 2011 (spread a 560 punti base e lì sì, l’Italia stava fallendo), era pressoché scontata. Per non parlare delle voci su un possibile attacco frontale dal chiaro sapore speculativo da parte degli hedge funds, i fondi artefici (ma non solo loro) della drammatica crisi del debito dell’estate 2011, che portò alla caduta del governo Berlusconi. E invece, nulla di tutto questo. Dalla fine di ottobre ad oggi, complice una manovra mansueta e una certa compiacenza con l’Europa, molto raramente il differenziale di rendimento tra i titoli italiani e quelli tedeschi è salito sopra i 200 punti base, con un tasso sul Btp decennale oltre il 4,2%. L’ultima volta che è accaduto è stato lo scorso 6 gennaio.

Poi, lentamente, lo spread ha cominciato a scendere, portandosi in zona 170 punti base, circa 30 in meno di quando il premier era Mario Draghi (quando l’ex presidente della Bce rassegnò le dimissioni, in seguito al venir meno dell’appoggio del M5S, il differenziale si impennò a 227 punti base). E anche negli ultimi giorni la musica non è cambiata: il 25 gennaio differenziale di rendimento tra il Bund decennale (oggi il titolo teutonico paga il 2,17%) e il pari scadenza italiano ha aperto a 174 punti base dai 176 punti del giorno prima. Di conseguenza, è proseguito il deciso calo del rendimento del Btp decennale, toccando il 3,88% dal 3,92% del 24 gennaio.

Insomma, ad oggi i mercati sembrano non solo tranquilli, ma anche benevoli. Il che comporta i suoi vantaggi, due su tutti. Primo, se lo spread scende o comunque si mantiene sotto i livelli di guardia, finanziare il debito costa meno, dunque lo Stato risparmia, arrivando persino a poter mettere dei soldi da parte. Il che, secondo aspetto, consentirebbe al governo da una parte di accantonare risorse per poter irrobustire la prossima manovra, arricchendo il piatto delle misure (a cominciare dalla tanta agognata riforma fiscale e dal rifinanziamento dei bonus anti-inflazione).

Dall’altra, e qui entra in gioco l’Europa, porrebbe l’esecutivo Meloni nelle condizioni di aiutare le imprese e l’industria qualora, nell’ambito della risposta europea all’Inflation act americano, Bruxelles decidesse di allentare le regole per la concessione di sussidi pubblici all’economia. Il che avvantaggerebbe inevitabilmente Paesi con i conti in ordine e con un rapporto tra debito e Pil basso, come la Germania, i quali potrebbero sbloccare risorse che Roma mai potrebbe, visto lo stato di salute decisamente più cagionevole delle sue finanze. Risparmiare sul debito potrebbe dunque consentire di aumentare la potenza di fuoco sugli aiuti. Un buon programma, ma c’è chi non è d’accordo. Standard&Poor’s, per esempio, si aspetta un rendimento al 5% sul Btp decennale entro il 2024.

 

La prudenza paga. Ora i mercati tifano Meloni

Da quando la premier si è insediata a Palazzo Chigi, molto raramente il differenziale di rendimento tra titoli italiani e tedeschi è salito oltre i 200 punti base. E ora, con i tassi saldamente sotto il 4%, lo Stato può cominciare a risparmiare qualcosa, pensando alla prossima manovra. E alla partita dei sussidi

Cosa c'è dietro lo stop turco ai colloqui Nato con Svezia e Finlandia

Nella partita si intrecciano gas, Mediterraneo e nuove forniture di F16 e F35. Alessandro Politi: “Il governo svedese potrebbe correre il rischio di cadere nella stessa trappola in cui è caduto il governo danese con Rasmussen nella crisi delle vignette islamiche”

L'urgenza di uno sprint demografico negli scenari di Gigi De Palo

Anche quest’anno, a Roma, al via gli Stati generali della Natalità. Tra i promotori, Gigi De Palo (forum Famiglie): “La soglia delle nascite deve raggiungere quota cinquecentomila entro il 2033. In questo modo possiamo ancora sperare di salvarci e salvaguardare il sistema Paese. Diversamente, le prospettive sono assai buie”. I modelli da seguire? “Quello francese e quello tedesco”

Cosa resta dell'Italia di Agnelli e della sua industria secondo Ezio Mauro

Conversazione con l’ex direttore e ora editorialista di Repubblica: “Esiste una classe dirigente che è una brutta copia di quella con cui aveva a che fare l’avvocato: oggi sono tutti personaggi minori. Lui si confrontava, nel nostro Paese e fuori, con figure che avevano uno spessore maggiore. Oggi la guerra radicalizza le posizioni e obbliga a dire chi sei e di conseguenza da che parte stai”

Arabian Gulf Cup. Così l’unità araba passa dal calcio

La coppa del Golfo Arabo vinta dall’Iraq racconta come la fase di distensione regionale sia tuttora in corso. Il contatto tra persone generato anche dal calcio è uno dei motori di questi cambiamenti nel sentimento politico e pubblico del Medio Oriente (e oltre)

La svolta. Germania e Usa invieranno carri Abrams e Leopard all'Ucraina

Il cancelliere Scholz dovrebbe autorizzare l’invio di 14 carri Leopard 2 in un discorso in parlamento mercoledì mattina. La Germania rompe un tabù e segna una nuova fase delle politiche occidentali sugli armamenti all’Ucraina

Che cos’è e come funziona il sistema missilistico Samp/T

Crosetto, ministro della Difesa, ha annunciato nei giorni scorsi che “il sesto decreto sulle armi da inviare all’Ucraina ci sarà” e darà a Kyiv “la possibilità di difendersi dagli attacchi aerei”. Ecco come

Futuro e connettività. La conferenza spaziale europea secondo Saccoccia

“Grande volontà di parlare di futuro”. Così il presidente dell’Agenzia spaziale italiana, Giorgio Saccoccia, ha commentato ad Airpress in diretta da Bruxelles la European space conference organizzata da Business Bridge Europe che si svolge in questi giorni nella capitale europea

Batterie auto elettriche ev

Batterie, così l’Europa può “sganciarsi” dalla Cina entro il 2027. L’analisi di T&E

Il Vecchio continente non è condannato alla dipendenza tecnologica da Pechino, secondo l’ultima analisi del think tank. Ma tutto dipende da come gli Stati membri decideranno di rispondere all’Inflation Reduction Act statunitense. La soluzione? Un fondo sovrano Ue, finanziato a debito comune, focalizzato sulle industrie strategiche

Lavrov in Africa tra interessi e narrazione

Il ministro russo Lavrov spinge la narrazione del Cremlino in Africa, parte fondamentale della strategia con cui la Russia intende promuovere i propri interessi nel continente, spiega Tafuro Ambrosetti (Ispi). Il viaggio arriva contemporaneamente a quello della segretaria al Tesoro statunitense e poco dopo della visita del ministro degli Esteri cinese

×

Iscriviti alla newsletter