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Il Covid-19 è tutt’altro che finito. A Pechino i casi sono in continuo aumento e sono cominciati i confinamenti di alcuni quartieri, con le stesse rigide politiche applicate a Shanghai, per cercare di fermare la diffusione del virus.

Soltanto lo scorso weekend, nel distretto di Chaoyang, il più popolato della capitale cinese e dove ci sono un gran numero di ambasciate, ci sono stati 26 casi. Una cifra molto bassa rispetto ad altri Paesi, ma la più alta di questa ondata di infezioni a Pechino.

Le autorità locali hanno imposto nuove misure, tra cui tre test a chi deve lavorare o spostarsi fuori da questa zona. Tra le altre misure ci sono allarmi elettronici nelle porte delle case dei contagiati per evitare che escano, ed evacuazioni forzate per eseguire disinfestazioni. In alcuni quartieri sono stati costruiti muri di due metri di altezza, di colore verde, per impedire le uscite. Inoltre, è vietato l’ingresso ai turisti da lunedì e aumenta la preoccupazione per il rifornimento di cibo e medicine.

Sui social network sono diventati virali alcuni video in cui le persone corrono per acquistare alimenti nei supermercati, molti di questi già svuotati. “Non avrei mai pensato di andare così presto al mercato e non trovare nulla. È scomparsa tutta la carne, le uova e i gamberi. Sono riuscito a comprare solo verdure”, ha scritto un utente di Weibo. Un altro utente ha scritto: “Vedere la gente a Pechino acquistare cibo in fretta è divertente e angosciante. È come vedere la mia vita il mese scorso”.

Stephen McDonell, corrispondente della Bbc in Cina, ha spiegato che “la gente a Pechino guarda i confinamenti a Shanghai, la mancanza di cibo e medicine. E sebbene non sia certo se a Pechino ci saranno limitazioni simili, la gente sta diventando nervosa, per quanto ha vissuto questi anni”.

La politica della Cina sul Covid ha provocato la fuga di investitori e lavoratori stranieri. Un sondaggio della Camera di Commercio americana indica che più dell’80% delle imprese consultate sono state colpite nella loro capacità per attrarre o restare con personale straniero in Cina. Per la Camera di Commercio britannica il rischio imprenditoriale è al livello più alto dal 2020. Jens Hildebrandt, della Camera di Commercio tedesca, al nord della Cina, crede che le limitazioni lasceranno un grave segno a lungo termine.

La situazione rischia di peggiorare. Pang Xinghuo, vicedirettore del Centro di Prevenzione e Controllo di Malattie di Pechino, ha detto al China Daily che prevedono un aumento dei casi a Pechino nei prossimi giorni.

Per il quotidiano The New York Times è molto probabile che il governo cinese imponga a breve un nuovo lockdown totale in tutto il Paese. Tutto dipenderà dai risultati dei test di massa che si stanno eseguendo in queste ore.

In questo momento ci sono 29.178 casi sintomatici in tutta la Cina. Un bilancio che preoccupa le autorità, impegnate nel proseguire con la politica zero Covid. Secondo il quotidiano statale Global Times, “bisogna agire […] essere più veloci per impedire la diffusione del virus, come hanno fatto in città come Canton ai primi casi”. “Un confinamento totale può essere attivato solo quando la diffusione è in una fase avanzata – conclude Global Times -, o se si identifica presto ma non si controlla così in forma decisa. Dobbiamo essere incisivi e identificare in tempo le fonti di infezione per evitare nuove ondate”.

Ecco un video intitolato “Voci di aprile” che è riuscito a sfuggire dalla censura cinese e racconta il dramma umano della politica zero Covid.

Torna l'incubo lockdown in Cina. Test di massa a Pechino

È probabile che il governo cinese imponga a breve un nuovo confinamento totale in tutto il Paese. Per ora ci sono nuove limitazioni, tra cui test di massa, allarme nelle porte delle case e muri nel quartiere per impedire l’uscita dei contagiati. Il video sfuggito alla censura

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