Skip to main content

 

 

L’invasione dell’Ucraina ordinata da Vladimir Putin ha trovato difficoltà tattiche, la resistenza di Kiev, la compattezza della risposta internazionale (soprattutto occidentale).

Tuttavia non è chiaro come poter fermare il presidente russo. Cosa succederà adesso? Se Putin dovesse riuscire a prendere Kiev, cosa potrà succedere poi? Quali i contraccolpi sulla politica internazionale? Che nuovi equilibri potrebbero crearsi?

A partire da queste domande, Formiche.net organizza un live talk con Eleonora Tafuro Ambrosetti, ricercatrice su Russia e Asia centrale dell’Ispi, e Riccardo Alcaro, responsabile del programma “Attori globali” dello Iai.

Un approfondimento per iniziare a comporre possibili scenari futuri. Appuntamento sul sito di Formiche.net su questa pagina oppure sul profilo ufficiale Facebook, giovedì 3 marzo alle ore 15.

Putin oltre Kiev. Dove vuole arrivare lo zar? - In diretta

Live Talk di Formiche.net con Eleonora Tafuro Ambrosetti dell’Ispi, e Riccardo Alcaro dello Iai per tracciare scenari futuri

Energia, l'informazione contro la dipendenza cieca

Nel dramma della guerra, si stanno prendendo decisioni per la sicurezza dei rifornimenti a breve e medio termine per scongiurare eventuali black out elettrici, ed è importante che stiano avvenendo senza alcuna opposizione. Il punto di Raffaele Bonanni, già segretario generale Cisl

Altro che Ucraina! La Cina pensava solo a salvare le Olimpiadi

Secondo quanto ricostruito dal Nyt, Pechino sapeva dei piani di Mosca ma si è limitata a impegnarsi affinché l’invasione non rovinasse i Giochi. È credibile per la mediazione?

Il metropolita di Kiev ci obbliga a un’altra cronologia della guerra

Il testo di Onofrio capovolge la narrazione slavista del Cremlino e obbliga a un racconto non etnicista dei fatti. Toglie la centralità nella cronologia slava della questione dell’estensione della Nato ad est e vi pone quella della scoperta della fratellanza negata. Così facendo Onofrio obbliga anche noi a una cronologia che non può tralasciare il 2013. Il commento di Riccardo Cristiano

nucleare, corea

Se l’Occidente dipende anche dall’uranio russo

I Paesi europei e persino gli Usa fanno largo affidamento sul combustibile per centrali nucleari di Mosca – un altro “buco” nella sicurezza energetica europea, parallelo a quello del gas. Nel frattempo, la Bulgaria discute se continuare a costruire una centrale con Rosatom

europa vaccini covid

L’Europa a scuola di geopolitica e sanzioni

L’invasione russa dell’Ucraina porta l’Europa a riflettere sulle sue capacità di imprimere una spinta geopolitica alla propria azione (dinamica che passa anche dalle sanzioni contro la Russia)

La competenza della Corte penale internazionale sui crimini in Ucraina

Putin e i suoi oligarchi dovranno affrontare la giustizia per l’invasione dell’Ucraina. Serve una mobilitazione civile e politica per riconoscere la giurisdizione della Corte istituita dallo Statuto di Roma. L’intervento di Flavia Lattanzi, professoressa di diritto internazionale e già giudice dei tribunali penali internazionali per l’ex Jugoslavia e il Ruanda

Se gli oligarchi abbandonano Putin, il sistema dello zar va in rovina

Da Abramovich a Kadyrov, gli oligarchi a dir poco sono in imbarazzo quando non apertamente contrariati per il conflitto in Ucraina. Ma temono le reazioni del Cremlino che potrebbe metterli al bando espropriandoli di ciò che posseggono nella Federazione. Il commento di Gennaro Malgieri

Tutti gli attori della cyber war in Ucraina

Non solo Anonymous, dietro alle bombe di Putin si muovono gruppi di hacker, hacktivist, ricattatori e agenti pubblici e privati. Domenico Vecchiarino, ricercatore di geopolitica, intelligence e infrastrutture critiche, e il “who’s who” del conflitto digitale

Tim, parte lo spin off. Rete unica più vicina

Dopo una vigilia contrassegnata dal crollo del titolo e da rumors sullo stop a Kkr, poi smentiti, il board approva il piano industriale che sancisce l’apertura del cantiere per la rete unica, in asse con Open Fiber. Via alla separazione della rete e fine dell’integrazione verticale. Il 2021 comunque si chiude in profondo rosso, con perdite a 8,7 miliardi

×

Iscriviti alla newsletter