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È colpa – o merito, dipende dalla prospettiva – dell’Ungheria se l’Ucraina non è entrata nel Cooperative Cyber Defense of Excellence della Nato. Tutti i i requisiti erano stati soddisfatti per l’ingresso di Kiev in uno dei centri di eccellenza dell’Alleanza atlantica, quello che si occupa di sicurezza informatica con sede a Tallinn, in Estonia. Ma Budapest, schierata con Mosca contro la legge sulla lingua ucraina – ma non soltanto –, ha posto il veto.

A rivelarlo è Oleksiy Danilov, segretario del Consiglio di sicurezza nazionale e difesa dell’Ucraina. Un annuncio datato 4 febbraio. Lo riporta il Kyiv Post.

A evidenziare quanto la partita cibernetica sia fondamentale per il futuro dell’Ucraina basti pensare che nei giorni scorsi Anne Neuberger, vice consigliera per la sicurezza nazionale della Casa Bianca con delega a cyber e tecnologie emergenti, è stata prima a Bruxelles e poi a Varsavia con l’obiettivo di “elevare la sicurezza informatica come una priorità di primo livello nella Nato e con i partner internazionali”.

Pochi giorni prima, cioè dopo che diversi siti del governo ucraino erano stati oggetto di un attacco informatico su larga scala, la Nato e l’Ucraina hanno firmato un accordo su una maggiore cooperazione informatica, che comprende anche l’accesso per Kiev alla piattaforma di condivisione delle informazioni sui malware dell’Alleanza.

Come ha ricordato Roberto Setola, direttore del Master Homeland Security al Campus Bio Medico di Roma, su Formiche.net, molti osservatori hanno ritenuto che gli attacchi informatici contro l’Ucraina potessero essere uno modo per “creare e/o accentuare tensione nello scacchiere politico” da parte della Russia. Sarebbe la concretizzazione “di quelli che a livello di Nato sono denominati come minacce ibride”, dove l’azione cibernetica è “strumento di facilitazione e di preparazione” per azioni cinetiche.

Non è la prima volta che Orbán si dimostra il migliore alleato nella Nato e nell’Unione di Putin. Da tempo, per esempio, il primo ministro ungherese chiede all’Unione europea di revocare le sanzioni imposte alla Russia per l’annessione della Crimea nel 2014.

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