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La Nasa porterà sulla Terra i materiali della superficie di Marte, raccolti dal rover Perseverance. Il primo campione marziano era stato prelevato e sigillato lo scorso settembre, ma saranno necessarie altre tre missioni per riportarlo sul nostro pianeta. A compiere la missione sarà il piccolo razzo leggero Mars ascent vehicle (Mav) di Lockheed Martin. Obiettivo: portare sulla Terra le prime rocce e polveri del Pianeta rosso, secondo quanto disciplinato dal contratto Mars ascent vehicle integrated system (Mavis). Così l’ambizione di raccogliere e trasportare materiale da un altro Pianeta diventa sempre più tangibile.

Il contratto Mavis

Il contratto dell’Agenzia spaziale americana con Lockheed Martin avrà una durata di circa sei anni e un valore potenziale di 194 milioni di dollari. Il periodo di esecuzione dell’accordo inizierà a fine mese e porterà la Nasa un passo più vicino al primo viaggio robotico di andata e ritorno per il recupero di campioni marziani sulla Terra, il Mars sample return program, uno step rilevante nel piano a lungo termine che mira a portare i primi astronauti sul pianeta rosso. Nell’accordo per il Mav sono inclusi la progettazione, lo sviluppo, il collaudo e la valutazione; a ciò si aggiunge la progettazione e lo sviluppo degli strumenti del supporto a terra.

Il Mav

Il Mav secondo le previsioni diventerà il primo razzo nella storia a essere lanciato direttamente da un altro pianeta. Lockheed Martin fornirà sia unità di test Mav sia un’unità di volo. Non prima del 2026 sarà quindi lanciata la missione secondo cui: il Sample retrieval lander (Srl) della Nasa arriverà sul Pianeta rosso insieme al Sample fetch rover (Sfr) dell’Esa e al Mav. Il lander della Nasa dovrà poi recuperare i campioni di Perseverance, mentre il secondo dovrà metterli a bordo del Mav. L’atterraggio del Mav è programmato in prossimità del cratere Jezero per recuperare i campioni raccolti da Perseverance, in missione su Marte da febbraio dello scorso anno. Il rover dovrà infatti continuare a scavare e raccogliere materiali del pianeta, inserirli in appositi contenitori e depositarli in luoghi strategici sul suolo per permetterne poi il recupero. I campioni verrebbero così restituiti al lander, che fungerebbe poi da piattaforma di lancio per il Mav, a cui sarà fissato il contenitore dei campioni. Una volta raggiunta l’orbita del pianeta rosso, il contenitore verrà intercettato da una navicella dell’Esa, la Earth return orbiter (Ero), che catturerà la capsula per portare sulla Terra i campioni intorno alla prima metà del decennio 2030-2040, affinché possano essere studiati con strumenti all’avanguardia che sarebbero stati troppo complessi da trasportare in orbita.

La campagna Mars sample return

“L’investimento dell’America nel nostro programma Mars sample return realizzerà un obiettivo prioritario di scienza planetaria e dimostrerà il nostro impegno per le partnership globali, assicurando che la Nasa rimanga un leader nell’esplorazione e nella scoperta”, ha commentato l’amministratore dell’Agenzia spaziale americana, Bill Nelson. Il programma Mars sample return, sviluppato dalla Nasa in collaborazione con l’Esa, ci tiene così pronti a rivoluzionare le nostre conoscenze apprese finora su Marte. I materiali raccolti da Perseverance, durante l’esplorazione di un antico delta fluviale, potrebbero rappresentare un’occasione anche per studiare il potenziale per la vita sul pianeta rosso.

Il ruolo di Lockheed Martin su Marte

Lockheed Martin ha costruito veicoli spaziali che sono atterrati diverse volte su Marte. A partire dalle prime missioni negli anni 70 di Viking della Nasa sul pianeta rosso, l’azienda ha partecipato a ogni missione dell’Agenzia spaziale americana su Marte, il che significa guidare un veicolo spaziale per più di 300 milioni di miglia verso un punto preciso dell’atmosfera marziana largo soltanto 15 miglia. Inoltre, tra le ambizioni future della società rientra anche il progetto del Mars base camp, un campo base in orbita intorno al pianeta rosso. L’idea è quella di fornire in futuro agli astronauti una casa lontana dalla Terra, nonché una piattaforma scientifica. Un avamposto orbitante per l’esplorazione umana di Marte, che sfrutterà la navicella Orion e il Gateway lunare, progettato per essere guidato dalla Nasa e dai suoi partner internazionali e commerciali.

Il contributo di Leonardo

Sul programma Mars sample return lavora anche Leonardo, che a ottobre 2020 ha siglato un contratto con Airbus per la fase di studio avanzata del braccio robotico del Sample fetch rover (Sfr) targato Esa, e ottenuto dall’agenzia europea il finanziamento per proseguire lo studio del Sample transfer arm (Sta) per il lander della Nasa. E così, a Nerviano, l’azienda italiana sta progettando le due braccia, diverse tra loro: la prima, più piccola e agile, viaggerà con il rover; la seconda, più robusta (estendibile oltre i due metri) caricherà i campioni sul lander. Infine, si lavora alla preparazione della seconda missione ExoMars di Esa, prevista per questo settembre. La trivella che perforerà la superficie marziana fino a due metri di profondità sarà realizzata da Leonardo.

(Foto: Nasa)

La Nasa riporta un po’ di Marte sulla Terra. Con l'aiuto di Lockheed Martin

Marte appare sempre più vicino. La Nasa ha in programma di recuperare i campioni del pianeta rosso raccolti dal rover Perseverance e di portarli sulla Terra. Il contratto Mavis del valore di 194 milioni di dollari permetterà al razzo Mav di Lockheed Martin, di proseguire nella campagna Mars sample return

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